Dylan and Jamie: stessa storia, vite differenti. Talentuosi, disponibili e sentimentalmente attivi... finché entrambi non inciampano in una situazione delicata: Dylan lascia la sua ragazza e Jamie viene lasciata dal rispettivo partner. Al contempo Dylan è ad una svolta nella sua carriera: lasciare Los Angeles per recarsi a New York come redattore presso GQ Magazine, occasione che si è presentata proprio grazie Jamie, una sagace talent scout molto apprezzata dai colossi dell'economia. I due si incontrano e si conoscono a New York, stringono subito una bella amicizia e, secondo il principio che da cosa nasce cosa, i due arrivano al punto di non ritorno: il sesso. Entrambi sono nuovamente sulla piazza, ma uscendo da poco da situazioni sentimentali opprimenti, i due convengono che il sesso è pura fisiologia, una esigenza fisica, un divertimento, è come "fare una partita a tennis", e in seguito a tale conclusione nasce quella situazione che ogni essere umano ha sempre desiderato e raramente ha ottenuto: una amicizia ed una intesa sessuale simultaneamente. Bene, abbiamo tutti gli ingredienti per una commedia rosa di qualità, e l'epilogo non è a sorpresa, lui e lei si lanceranno in situazioni che metteranno a nudo i sentimenti reciproci. D'altronde, è difficile che sesso e sentimento non vadano a braccetto in una commedia, specialmente in una commedia rosa poi, dove "rosa" può simboleggiare anche l'effeminatezza del genere cinematografico.
Justin Timberlake e Mila Kunis, rispettivamente Dylan e Jamie, hanno una fantastica intesa durante tutto lo spettacolo, i due sembrano essersi scelti a priori dal regista e dal produttore, elemento fortemente caratterizzante del prodotto finito. Il film scorre liscio, diverte, non appesantisce mai la mente dello spettatore con morali o prediche perbenistiche: è un film che lascia allo spettatore la possibilità di pensare quello che vuole (anche perché le opzioni sono veramente poche in un genere come questo) e quello che può fargli più comodo (il titolo aiuta). Ciononostante il film presenta un’ammaccatura: non vi è alcuna traccia di vero nudo artistico, comico o erotico che sia, nulla, e la trama lo esigeva particolarmente a mio modesto avviso, anche perché troppa inibizione e pudicità vanno a svuotare l’atmosfera che lo spettacolo stesso crea, decontestualizzano lo spettatore dalla sinergia col grande schermo, e non è affatto un bene sapere che non vi è un coinvolgimento dalla parte di chi guarda. Una tetta in fondo no ha mai fatto male a nessuno, e poi se così non fosse perché siamo circondati da veline, letterine, paperine e non da velini, letterini e paperini!? Siamo tutti pudici e benpensanti all’apparenza, quando sotto sotto invece… ma non ne facciamo un dramma da critica mondiale, non è un film scandalo o da premio oscar, ma vale sempre la pena di rammentare al carrozziere di dare un’occhiata alle ammaccature quando lasciamo la macchina in officina.
Inutile soffermarci sulla fotografia e sulla regia, sono perfettamente adeguati al tipo di prodotto che hanno confezionato, semplice ed efficace.
Un mio giudizio al riguardo? Basta con le lezioni di vita e le morali tediose, basta col perbenismo e con un pudore forzato, lasciate allo spettatore quel che è dello spettatore: divertimento e coinvolgimento!
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