Fantascienza,
durata 101 min.
- Canada, Francia, USA 2009.
- Videa
uscita venerdì 13agosto 2010.
- VM 14 -
MYMONETROSplice
valutazione media:
2,68
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Ci si puo' innamorare di un'aliena? Vedendo la splendida creatura, a parte le zampe di canguro-gallina, che diventa Dren, la risposta puo' essere anche si. E in questo, grazie anche alla recitazione e alla bellezza di Delphine Chaneac, sta forse la parte piu' riuscira del film: rendere plausibile la cosa meno plausibile che si possa pensare, soprattutto considerando l'aborto tutta-testa dell'inizio. La scena di sesso e' coinvolgente e credibile e il film fin li' schiva abilmente le trappole del ridicolo e della banale prevedibilita'che, considerando la difficolta' del soggetto, non erano poche.
Fin li, dicevo. Perche' dopo tutto si sfalda. La moglie li sorprende, e il pubblico, trascinato bruscamente in un film della Fenech, giustamente ridacchia, guardando la faccia da Gaber dei poveri di Adrien Brody, l'attore piu' sbagliato a fare questa parte, soprattutto ricordando tipo un Jeff Goldblum nella "Mosca", tanto per fare un ipotesi, che si allarma e la insegue in mutande nella neve.
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Ci si puo' innamorare di un'aliena? Vedendo la splendida creatura, a parte le zampe di canguro-gallina, che diventa Dren, la risposta puo' essere anche si. E in questo, grazie anche alla recitazione e alla bellezza di Delphine Chaneac, sta forse la parte piu' riuscira del film: rendere plausibile la cosa meno plausibile che si possa pensare, soprattutto considerando l'aborto tutta-testa dell'inizio. La scena di sesso e' coinvolgente e credibile e il film fin li' schiva abilmente le trappole del ridicolo e della banale prevedibilita'che, considerando la difficolta' del soggetto, non erano poche.
Fin li, dicevo. Perche' dopo tutto si sfalda. La moglie li sorprende, e il pubblico, trascinato bruscamente in un film della Fenech, giustamente ridacchia, guardando la faccia da Gaber dei poveri di Adrien Brody, l'attore piu' sbagliato a fare questa parte, soprattutto ricordando tipo un Jeff Goldblum nella "Mosca", tanto per fare un ipotesi, che si allarma e la insegue in mutande nella neve. I due si rappacificano velocemente (altra assurdita') uniti nell'obbiettivo di far fuori la bimba ben cresciuta, due secondi prima difesa fino all'inverosimile dalla neo-mamma, e poi e poi...il resto e' da dimenticare. Raffazzonato, stiracchiato, privo di pathos e di visibilita' (non si capisce quasi nulla di quello che succede), tanti svolazzii, un altro veloce rapporto sessuale per dare al film un finale sospeso, un po' di morti, niente che meriti di essere ricordato nell'immaginario schedario mentale dove finiscono i bei film e le indimenticabili scene. Peccato. L'elica si srotola e si ammoscia in una cascata di pezzi di DNA che rotolano via pigramente. Tin, tin, tin....
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Rimanendo del fatto che non è facile oggi fare un buon film di fantascienza gia visto, splice risulta essere abbastanza originale. Buoni effetti speciali e una buona struttura narrativa chiudono il tutto.
Unica forse pecca il finale un po tirato e direi scontato utile al fine per dar vita ad un seguito, cosa che oggi non sembra non si possa fare a meno, causa forse le poche idee sul mercato.
Inolre un po esagerate le carattestiche di dren dotata addirittua di ali a scomparsa, cosa un po troppo irreale.
Nel complesso pero è un film ben riuscito che tiene ben alta l'attenzione anche dei piu esigenti del genere.
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In questo film ciò che manca è un'anima,una trama o qualsiasi cosa che riesca a mantenere lo spettatore per ogni singolo minuto concentrato e mai annoiato.Infatti spesso vi sono come dei buchi,dei nuclei narrativi pesanti o mediocri come così la sceneggiatura che lascia molto a desiderare.Dispiace molto per Brody,buon attore,che meritava una parte migliore forse in un altro film più che in questo.Ovviamente la trama è abbastanza originale ma poco espressiva.In definitiva è un film quasi accettabile ma che non riesce a decollare.Nella pellicola troviamo due scienziati che privati del loro laboratorio dopo aver fallito un esperimento si adoperano per creare qualcosa che si rivelerà un ibrido tra essere umano e animale.
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In questo film ciò che manca è un'anima,una trama o qualsiasi cosa che riesca a mantenere lo spettatore per ogni singolo minuto concentrato e mai annoiato.Infatti spesso vi sono come dei buchi,dei nuclei narrativi pesanti o mediocri come così la sceneggiatura che lascia molto a desiderare.Dispiace molto per Brody,buon attore,che meritava una parte migliore forse in un altro film più che in questo.Ovviamente la trama è abbastanza originale ma poco espressiva.In definitiva è un film quasi accettabile ma che non riesce a decollare.Nella pellicola troviamo due scienziati che privati del loro laboratorio dopo aver fallito un esperimento si adoperano per creare qualcosa che si rivelerà un ibrido tra essere umano e animale.Dren,questo è il nome della creatura,è un "esemplare" femmina e cresce inesorabilmente molto più di quanto faccia un essere umano andando in contro ad una morte che noi considereremo prematura.Questa creatura presenta varie particolarità tra le quali un paio di ali.Tutto nella vita di questi biochimici verrà sfasato,si ritroveranno in un momento in cui dovranno decidere se continuare o finirla lì,ma ormai è troppo tardi:Dren sembra essere morta.Ma non è così,infatti come in un incubo si risvegli cambiando addirittura sesso.Subito scatta un inseguimento folle attraverso la foresta che vede i due scienziati essere inseguiti da ciò che avevano creato.Il finale è mediocre e lascia pensare a un sequel poco possibile visto il magro incasso della pellicola del regista di The Cube.
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Splice si divide in due tempi.
Il primo tempo è quello della scoperta, ed è a mio personale parere il tempo in cui il film può quasi risultare noioso. Quasi.
Poi arriva il secondo tempo, ovvero la consapevolezza.
La verità, in cui si capisce dove il film vuole andare a parare. Non giocare a fare Dio.
Questo è il succo.
Non giocare a fare Dio.
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beh l'idea è buona. reinventare frankenstein in chiave moderna e biotecnologica (eliche di dna al posto di spago e bottoni) ha i suoi pregi, considerando che di questi temi si parla realmente nella comunità scientifica. però il film non riesce a svilupparla al meglio, come spesso accade con le buone idee. la questione è di tale portata etica e filosofica che non può essere esaurita in pochi minuti; ciononostante piuttosto che approfondire il tema in questione qua si preferisce giocare più sul ribrezzo/curiosità per la nuova creatura, accavallare scene di azione e di tensione artificiosa e inutilmente disturbanti scene di sesso. forse l'errore di Natali è stato quello di lasciarsi andare nella narrazione, senza soffermarsi dove era necessario.
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beh l'idea è buona. reinventare frankenstein in chiave moderna e biotecnologica (eliche di dna al posto di spago e bottoni) ha i suoi pregi, considerando che di questi temi si parla realmente nella comunità scientifica. però il film non riesce a svilupparla al meglio, come spesso accade con le buone idee. la questione è di tale portata etica e filosofica che non può essere esaurita in pochi minuti; ciononostante piuttosto che approfondire il tema in questione qua si preferisce giocare più sul ribrezzo/curiosità per la nuova creatura, accavallare scene di azione e di tensione artificiosa e inutilmente disturbanti scene di sesso. forse l'errore di Natali è stato quello di lasciarsi andare nella narrazione, senza soffermarsi dove era necessario. esattamente come con Cypher, ne è venuto fuori un film con troppe cose presentate in modo superficiale (e pensare che con Cube ci aveva abituato a ben'altri ritmi). è un peccato, perché la fantascienza moderna ha bisogno di film riflessivi (vedi Moon di Duncan Jones).
mi spiace dirlo ma Natali pare si sia perso nel cubo.
tre stelline per l'idea (è sempre un merito), e per la regia.
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È la storia di” Dren”, un essere vivente, prodotto dell’ingegneria genetica, in parte uomo. in parte uccello .
Impossibile non vedere collegamenti con filmografie passate con temi analoghi
come “la Mosca” di Kurt Neuman del 1958;
oppure “La mosca” di David Cronemberg del 1986;
anche “l’Esperimento del dottor k “del 1958;
ancora ”Io sono leggenda” del 2007 e collegamenti con molte altre filmografie che toccano in qualche modo il tema della mutazione genetica e dei conseguenti rischi di perdita di controllo .
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domenica 26 settembre 2010
È la storia di” Dren”, un essere vivente, prodotto dell’ingegneria genetica, in parte uomo. in parte uccello .
Impossibile non vedere collegamenti con filmografie passate con temi analoghi
come “la Mosca” di Kurt Neuman del 1958;
oppure “La mosca” di David Cronemberg del 1986;
anche “l’Esperimento del dottor k “del 1958;
ancora ”Io sono leggenda” del 2007 e collegamenti con molte altre filmografie che toccano in qualche modo il tema della mutazione genetica e dei conseguenti rischi di perdita di controllo .
Decisamente buon film il nostro per la buona caratterizzazione dei personaggio.
È sogno ad occhi aperti dell’uomo che vuole anche lui divenire “architetto di vita”; ma quando a prevalere non è una scienza consapevole , l’errore diviene inevitabile ; anche perché in questi casi “il genio ispiratore” è business ,voglia di protagonismo , oppure incoscienza. La storia è meritevole perché trasognata, fantasiosa ,intimista , con risvolti esistenziali e implicazioni morali.
Qualsiasi essere vivente ha una necessità fondamentali quali affetto ed accettazione .
la “creatura Dren“diviene oggetto di attenzioni , di affetti , di amori, di compassioni, di contrapposizioni ,conflitti da parte dei suoi creatori.
Il regista Vincenzo Natali , canadese, lo sottolinea con vigore., come la creatura sia essere completo ed alla disperata ricerca di se stessa .
Il problema è sempre lo stesso il controllo di situazioni sconosciute di cui assolutamente non si conoscono i risvolti futuri sempre difficili e pericolose .
Splendida e scenografica la scena d’amore fra la creatura e lo scienziato Clive .
Eccellente la recitazione di Sara Polley e di Adrien Body ,nel ruolo di due scienziati che si sforzano di gestire una situazione “imprevedibile” ma che sfugge sempre più di mano.
Ma questa creatura non ha una storia da cui ripartire per acquistare consapevolezza , ha solo la possibilità di un contatto diretto con il suo creatore; e questo contatto diretto diviene il centro della storia con risvolti horror imprevedibili ed insospettabili…
La storia è vostra , , ottimo prodotto cinematografico del genere fantascienza horror,
finalmente ispirato ,affatto banale,la cui connotazione principale è l’originalità.
Regge il confronto con la filmografia del genere passata, anzi né nuovo percorso illuminato.
Complimenti mister Vincenzo Natali.
weach illuminati
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affascinante l'idea della mutazione, dell'innamorarsi, come madre o come uomo di un proprio esperimento, ricrearsi. il film però è stato girato di cattivo gusto, non parlava della mutazione o dell'amore o dell'accettazione, ma della cattiveria dell'uomo: la "madre" che mutila la "figlia", il "padre" che se la porta a letto sebbene sia piuttosto mostruosa, non parli, non abbia nemmeno avuto il tempo di "sedurlo", il cambiamento di Dren faceva paura e la protagonista che in cambio di soldi, dopo aver perso il suo uomo per colpa di Dren, decide di tenere il bambino di questa/o .....non ha un filo nè logico, nè umano
[+] quando la realtà supera la fiction (di epsylon)[ - ] quando la realtà supera la fiction
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Di Splice non avevo visto neanche i provini, ma mi ha incuriosito in quanto come personaggio vi era Adrien Brody.
Girato molto bene ed ottima la sceneggiuatura.
Stupenda la scena di sesso tra lo scienziato e la creatura, poetica e raccapricciante allo stesso tempo.
Immagini che ci fanno orrore ma non possiamo distoglierne lo sguardo, in quanto riesce a carpire la natura umana, che è logica ma anche istinto.
Alune immagini scendono nel profondo della nostra mente fatta di leggi morali, ma inconsciamente ci attira in un mondo intrigante, come il far l'amore con un'essere generato dall'uomo.
[+] ipno 74 (di fabrizio costa)[ - ] ipno 74
[+] per niente d'accordo (di lady libro)[ - ] per niente d'accordo
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Splice, l'ultimo film del canadese Vincenzo Natali, dodici anni dopo il suo debutto con The Cube, torna con una storia che rispolvera l'ormai classico connubio tra scienza ed etica che porta alla fatidica domanda: fino che punto è giusto violare la natura per perseguire fini pur sempre nobili? Il film parte con toni inquietanti, a cominciare dai titoli di testa cupi e contorti, per poi aprire con una soggettiva da parte di Fred, il mutante dalla forma vagamente fallica. Fin da subito grazie ad una fotografia sgranata dai toni dark, Natali offre una concezione visiva affascinante dal punto di vista estetico (niente male per un genere che di solito tende ad abusare degli effetti speciali).
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Splice, l'ultimo film del canadese Vincenzo Natali, dodici anni dopo il suo debutto con The Cube, torna con una storia che rispolvera l'ormai classico connubio tra scienza ed etica che porta alla fatidica domanda: fino che punto è giusto violare la natura per perseguire fini pur sempre nobili? Il film parte con toni inquietanti, a cominciare dai titoli di testa cupi e contorti, per poi aprire con una soggettiva da parte di Fred, il mutante dalla forma vagamente fallica. Fin da subito grazie ad una fotografia sgranata dai toni dark, Natali offre una concezione visiva affascinante dal punto di vista estetico (niente male per un genere che di solito tende ad abusare degli effetti speciali). La prima parte del film è incentrata sulla vita di Clive e della sua compagna, tra lunghe ore passate in laboratorio al ritmo "di musica fascistoide per ritardati" e vita privata fatta di progetti e voglia di formare una famiglia. La voglia di sperimentare nuove forme di vita ha il sopravvento, e poiché (si dice) la tentazione è donna è Elsa a prendere l'iniziativa, è lei che vuole andare oltre la conoscenza per poi sempre spingersi oltre le leggi della natura. Così nasce Dren, metà umana e metà animale, essere che finisce per diventare una sorta di figlia per Elsa. Infatti l'aspetto più interessante del film è la dimensione psicologica dei personaggi che non viene trascurata: Elsa ha avuto un'infanzia infelice e un pessimo rapporto con sua madre, e trasferisce la sua voglia di affetto e di riscatto nei confronti della genitrice diventando lei stessa una figura materna per Dren. Elsa è l'elemento più forte all'interno della coppia, finendo per trascinare con sé Clive, poco incline a opporsi al suo volere. Dren invece sembra una bimba diversa, spaurita che sogna solo la libertà e vorrebbe essere poi amata una volta divenuta adulta. Questo elemento femminile che tende a dominare nel corso del film è interessante inserito nel genere fantascientifico, e conferisce un aspetto originale alla trama. Purtroppo poi la storia comincia un po' a tirare il fiato, tende a scadere nel ridicolo (la scena erotica tra Dren e Clive scoperta da Elsa, suscita l'umorismo involontario) e allora si preferisce virare nel gore e in un finale da film horror qualunque. Il finale del film comunque fa venire in mente il capolavoro di Cronenberg La Mosca, restituendo un minimo di inquietudine iniziale, ma è parecchio lontano dal mitico film interpretato da Jeff Goldblum. Adrien Brody con il look da ragazzo "sfigato" cresciuto tende ad assumere un atteggiamento spaesato, mentre Sarah Polley nelle vesti della scienziata "pazza" regge bene il ruolo senza sembrare ridicola, ma è Delphine Chaneàc che ruba loro la scena, con la sua Dren che è una ragazza imprigionata in un corpo mutante vulnerabile e dotata di fragilità. Natali non è Cronemberg, ma confeziona un buon film di fantascienza che non annoia nonostante le sue pecche. [-]
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SPLICE (USA, 2010) diretto da VINCENZO NATALI. Interpretato da SARAH POLLEY – ADRIEN BRODY – DELPHINE CHANEAC – BRANDON McGIBBON – ABIGAIL CHU § Clive (Brody) ed Elsa (Polley) sono due scienziati con una promettente carriera che operano in un laboratorio della California. I due sono anche legati sentimentalmente e hanno appena creato un ibrido animale da cui estrarre proteine. Elsa vorrebbe però tentare il colpo grosso, ossia mischiare il gene umano con quello animale, ma il committente preferisce puntare sul mercato e Clive è contrario perché teme cattive conseguenze. Elsa va comunque avanti e genera Dren, mostro al femminile con un corpo metà umano e metà anfibio. L’esperimento sembra funzionare in un primo momento, ma poi sfuggirà di mano ai due con le catastrofiche conseguenze che Clive prevedeva.
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SPLICE (USA, 2010) diretto da VINCENZO NATALI. Interpretato da SARAH POLLEY – ADRIEN BRODY – DELPHINE CHANEAC – BRANDON McGIBBON – ABIGAIL CHU § Clive (Brody) ed Elsa (Polley) sono due scienziati con una promettente carriera che operano in un laboratorio della California. I due sono anche legati sentimentalmente e hanno appena creato un ibrido animale da cui estrarre proteine. Elsa vorrebbe però tentare il colpo grosso, ossia mischiare il gene umano con quello animale, ma il committente preferisce puntare sul mercato e Clive è contrario perché teme cattive conseguenze. Elsa va comunque avanti e genera Dren, mostro al femminile con un corpo metà umano e metà anfibio. L’esperimento sembra funzionare in un primo momento, ma poi sfuggirà di mano ai due con le catastrofiche conseguenze che Clive prevedeva. Il titolo ("splice" significa in inglese "anello di giunzione") si riferisce all’esperimento che compiono i due protagonisti. Natali, che a partire dal 1997 s’era fatto una discreta fama con The Cube (Il Cubo), fonde i colori del thriller con quelli dell’horror, condendo il tutto con un’irriducibile suspense che domina soprattutto nella 2° parte (terribile) e facendo ruotare il terrore sempre pronto a impressionare sulla spietata macchina da morte modellata con trucco e protesi sull’attrice canadese D. Chaneac. Possibile precursore di un nuovo generale di gialli fantahorror, Natali vuol forse lanciare un ultimo messaggio di denuncia disperata alla scienza specializzata nelle clonazioni: “non azzardatevi ad esperimenti mai tentati prima d’ora perché ve ne potreste pentire”. Speriamo che le industrie genetiche gli diano ragione.
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