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Il film racconta di un futuro distopico in cui l'umanità ha abbandonato la Terra, ormai invivibile a causa dell'inquinamento, lasciando però dei robot a ripulirla. Wall-E è uno di questi.
Il messaggio ecologista è palese, ma il film scava più a fondo, facendo di Wall-E una sorta depositario della della memoria della nostra società. Il robottino indìfatti raccoglie e colleziona alcune reliquie (filmati, manufatti, ecc...) che raccontano il nostro mondo, "passato" nel film, ma "presente" per noi spettatori. Questo è un tema ricorrente nei film della Pixar: dai rifiuti è possibile riemergere (vedi la commovente scena dell'inceneritore in Toy Story 3). Infatti è proprio in mezzo ai rifiuti che nasce un nuovo germoglio, simbolo di speranza e nuovo inizio per l'umanità.
Nella seconda parte il film trova spazio per parlare in maniera più diretta della società americana (e mondiale): una popolazione di obesi che non possono distaccare lo sguardo da uno schermo, azzerando quasi del tutto i rapporti umani.
Molte anche anche le citazioni: da E.T. a 2011: Odissea nello spazio, passando per Corto circuito, con cui Wall-E condivide il design, molto simile al robot Numero 5 del film del 1988. Molti hanno percepito tale somiglianza come un plagio.
Sei nomination e una sola vittoria agli Oscar come miglior film di animazione. Per una volta è meritato.
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