taniamarina
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domenica 14 novembre 2010
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i griffin dal vivo
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E' un film come dopo un trauma, perfetto per descrivere lo stordimento e il sordo terrore che colonizza i giovani di oggi. Talmente paralizzati da una vita senza senso né valori né certezze, che la tragedia di un uomo passa, agli occhi degli adoledcenti, come una scomoda interrogazione scolastica da risolvere. A volte felliniano, è una pellicola che sapientemente sceglie gli attori come caricature dei Griffin e non il contrario. Gus Van Sant è davvero un grande
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riccardo
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venerdì 14 dicembre 2007
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consigliabile
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Alex vive a Portland dove frequenta il liceo. Si reca più volte a Paranoid Park dove pratica skateboarding. Una sera uccide accidentalmente un poliziotto, si crea un alibi e trascorre le giornate come se non fosse successo nulla.
Uscito vincitore dall'ultimo Festival di Cannes, il film di Gus Van Sant esplora il mondo adolescenziale, prendendo solo come pretesto l'uccisione di un agente e le acrobazie degli skater. L'intromissione del regista nella vita adolescenziale dei personaggi è insospettabile, la telecamera penetra nel gruppo di giovani come fosse parte integrante di quest'ultimo, e la pellicola assume quasi un'impostazione documentaristica. Le scene si susseguono, all'inizio, apparentamente senza un senso logico che viene "dissotterrato" in seguito, quando la storia e le vicende prendono forma.
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Alex vive a Portland dove frequenta il liceo. Si reca più volte a Paranoid Park dove pratica skateboarding. Una sera uccide accidentalmente un poliziotto, si crea un alibi e trascorre le giornate come se non fosse successo nulla.
Uscito vincitore dall'ultimo Festival di Cannes, il film di Gus Van Sant esplora il mondo adolescenziale, prendendo solo come pretesto l'uccisione di un agente e le acrobazie degli skater. L'intromissione del regista nella vita adolescenziale dei personaggi è insospettabile, la telecamera penetra nel gruppo di giovani come fosse parte integrante di quest'ultimo, e la pellicola assume quasi un'impostazione documentaristica. Le scene si susseguono, all'inizio, apparentamente senza un senso logico che viene "dissotterrato" in seguito, quando la storia e le vicende prendono forma. E' un film tutt'altro che ambizioso, volto ad esplorare semplicemete quella fase esistenziale, l'adolescenza appunto, in cui l'uomo si rifugia in una "sfera" imperturbabile seppure continuamente scossa al suo interno: ciò è facilmente riscontrabile nell'atteggiamento impassibile del protagonista che decide di tacere il suo reato anche se interiormente il silenzio diviene insostenibile. La pellicola risulta in un certo senso spassionata, fredda, documentaristica come già detto: i fatti vengono narrati per la maggior parte superficialmente, senza un'analisi approfondita sui tormenti interiori, ad eccezione di qualche bella sequenza. Gus Van Sant realizza comunque una buona pellicola, sicuramente consigliabile!.
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