Le morti di Ian Stone

In conclusione, si tratta di un film poco terrorizzante, dalla struttura ridondante e ripetitiva, capace di provocare negli spettatori un qualche effetto (che definire "perturbante" sarebbe sicuramente troppo) sin tanto che non è stata svelata la genesi dei fenomeni spaventosi che accadono a Ian Stone. Sino a quel punto, grazie anche agli speciali effetti sonori, uno spettatore non ancora reso smaliziato da una piena consuetudine con gli stilemi narrativi della cinematografia horror, avrà qualche sobbalzo sulla sua poltrona. Poi nulla più: anche se, a guardar bene, si salva - nell'impianto narrativo - la rappresentazione di un'atmosfera cupa e claustrofobica (che è, nell'intendimento del regista, la realtà come appare dietro il velo rassicurante attraverso cui guarda la gente "normale"). Si tratta, insomma, del tipico film estivo che fa da "riempitivo" della programmazione e che, dalla grande distribuzione, viene imposto al circuito dei gestori di sale cinematografiche con la formula del "pacchetto": se vuoi il film di grande richiamo (per esempio, in molte delle sale che hanno in programmazione per questi pochi giorni "Le morti di Ian Stone", verrà immessa a partire dal 23 luglio, la rivisitazione del film di Batman contro Joker, Il cavaliere oscuro) devi prendere anche questo. Se no, quell'altro non te lo do. Insomma una forma di "pizzo" cinematografico, in cui il "pagamento" il gestore della sala cinematografica lo effettua prendendo un film di tono minore e che interessa soltanto a pochi.