L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford

Il film non è dei più scorrevoli, forse il regista voleva far vedere la realtà di una vita fatti si di rapine ma più di tutto di molti spostamenti e di continue fughe che portano i personaggi alla paranoia e all'impossibilità di accettare la vita di tutti i giorni(Jesse vede nel riflesso che stanno per sparagli ma non si muove, cosa innaturale per chiunque a maggior ragione per lui). Ritengo comunque sia un ottimo film per l'interpretazione di Casey Affleck e di Sam Rockwell, il primo per la capacità di evidenziare la metamorfosi che dall'ammirazione di Jesse, attraverso l'omicidio di un uno della banda (vigliaccamente) lo porterà alla consapevolezza di non poter comunque essere come lui e quindi all'odio e all'assasinio dello stesso che necessariamente aveva trasformato dentro di se da eroe a delinquente, per giustificarne l'omicidio unico mezzo per poter avere fama ed onori. Rockwell da vita ad un personaggio controverso che da fratello maggiore strafottente, burbero e sicuramente antipatico si trasforma in un killer dubbioso, indeciso e simpatico che riesce sempre a sdrammatizzare i momenti più tesi tra i componenti della banda ed a dimostrare affetto per un fratello che alla fine lo spingerà verso il baratro scoprendo ed approfittando della sua fragilità e dei sui dubbi. Ma sicuramente questo film mi ha colpito per la fotografia che ho trovato in alcuni momenti bellissima: l'arrivo del treno fra la foschia e gli alberi, l'immagine di Brad Pitt accovacciato con alle spalle Rockwell a cavallo sul lago ghiacciato oppure la scena finale l'inquadratura del riflesso di Jesse sull'otturatore della macchina fotografica. Un ottimo film ma sicuramente lento.