Hannibal Lecter - Le origini del male

Ecco perché Hannibal è diventato tanto cattivo

Quando un personaggio ha fruttato centinaia di migliaia di dollari, è difficile troncarne la carriera. Così Thomas Harris si è reso disponibile a raccontare un'altra avventura di Hannibal Lecter, il serial-killer più celebre del mondo; anzi, ne ha fornito una doppia versione, per le librerie e per lo schermo.
Come da titolo, Hannibal Lecter-Le origini del male si colloca nella dilagante voga del "prequel", il film che racconta eventi precedenti a quelli già visti in una pellicola di successo. Dunque, si tratta d'informare lo spettatore sulla genesi della vocazione al male del protagonista.
Lituania, 1944. L'erede della famiglia Lecter assiste al massacro dei genitori da parte dei nazisti, che gli mangiano la sorellina. Alcuni anni dopo, riparato in Francia, impara dalla zia Gong Li la pratica delle arti marziali e molte altre cose. Comincia così la sua carriera di assassino rituale, unita alla passione per il cannibalismo.
Quel che lascia sorpresi è la mancanza d'immaginazione con cui Harris ha risolto la sfida della genesi della propria saga, immaginando un'infanzia tragica e riducendo il tutto a una trama di vendetta (gli hanno mangiato la sorella, ora è lui a mangiarseli).
Consapevole quanto noi che il nerissimo eroe del "Silenzio degli innocenti" avrebbe meritato ben di più, il regista Peter Webber cerca di far dimenticare la povertà della sceneggiatura: moltiplica gli effetti visivi, stringe il montaggio, usa flashback-lampo. Ma è fatica sprecata.
Da La Repubblica , 16 febbraio 2007


di Roberto Nepoti, 16 febbraio 2007