Diary of the Dead - Le cronache dei morti viventi |
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Un film di George A. Romero.
Con Michelle Morgan, Joshua Close, Shawn Roberts, Amy Ciupak Lalonde, Joe Dinicol.
continua»
Horror,
durata 95 min.
- USA 2007.
- Minerva Pictures Group
uscita venerdì 30 ottobre 2009.
MYMONETRO
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Death of the Death (Il testamento di Romero)
di Gus da MoscaFeedback: |
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sabato 7 giugno 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un nuovo C-movie di Romero, come il suo primo 16-millimeti del 1968, amatoriale e in bianconero (The Night of the living dead). Un doppio film ed un doppio titolo: un film dentro l'altro. Il film interno: Death of the death, che racconta lo script, muovendo morti e vivi. Il film esterno: Diary of the Dead, che disseziona il film interno. Romero vuole essere regista di Diary of the Dead (il film esterno), usa uno pseudonimo per Death of the death (il film interno), di cui "sembra" dirci di non volerne essere piu' l'autore. L'ecletticita' ermetica di questo regista monotematico sta nel meccanismo con cui racchiude un C-movie di zombies all'interno di un film esterno indefinito (che da il titolo alla doppia opera): un film senza script, ne' attori, dove il mezzo di ripresa diventa centro di attenzione per lo spettatore. Letto in questo modo, l' "ultimo" film di Romero e' lo sperimentale testamento di un moribondo, che lascia poche, sconnesse, ma rivoluzionarie idee di "nuovo cinema". Il film esterno (quello vero) e' fatto incollando sequenze sconnesse, ottenute usando 2 camere a mano, 2 video-cellulari, registrazioni televisive, immagini di telecamere fisse di sorveglianza, spezzoni di pellicola, web-cams e streams scaricati da web, dando vita alla piu' bizzarra ibridazione di immagini della storia del cinema. Mentre il C-movie si svolge secondo i piu' classici canoni grotteschi dello script "zombesco", il film esterno "sorveglia", taglia, interrompe il C-movie, distraendo lo spettatore brutalmente dalla narrazione dello script, buttandolo nella dialettica del mezzo comunicativo. Un film di Zombies ? Oppure un confuso testamento per il cinema: che come uno zombie muore e rivive nella sua continua evoluzione di linguaggio delle immagini (muto, poi sonoro, B/N poi a colori, oggi multicanale, digitale, multimediale: non-cinema, ma sempre "cinema"). Di questo regista ricorderemo il primo e l'ultimo film ! (...ma onestamente non gli riconosco, come invece fanno in molti, alcun velleitario messaggio etico o sociale).
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