Caccia spietata

Il west duro e crudo. La guerra nella sua scarnificazione lenta a cicatrizzare. Ma non solo. Un film profondo, con chiari riferimenti religiosi seminati ovunque, che fotografa la condizione umana in uno dei suoi aspetti più bui. Il dolore. L'odio. Il cammino di due uomini, in parallelo, entrambi tormentati e segnati per sempre dallo stesso tragico evento. Entrambi consapevoli di non poter essere più uomini liberi. L'antagonismo portato alle estreme conseguenze. Senza tregua, senza perdono. In realtà, due uomini schiavi, quasi tormentati da un demone che li tortura, li scarnifica e li mette di continuo alla prova. "Ogni uomo è responsabile delle proprie azioni e della sua fine", dice uno dei protagonisti. Ma è poi totalmente vero? Il male vuole sempre qualcosa in cambio, una pallottola in cambio del cavallo, nel deserto, oppure una pistola in cambio dell'ultima riserva d'acqua: una scelta che può determinare il destino della tua anima. Alla fine la catarsi purificatoria, nel deserto della condizione umana di due uomini che hanno rinunciato a vivere. Due uomini, forse in realtà già morti, che riescono a perdonarsi e a perdonare se stessi.