gianleo67
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mercoledì 6 giugno 2012
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a lezione di cinema sul set della vita
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Un anziano e bravo attore 'fuori dal giro' da quattro anni (Morgan Freeman nella parte di se stesso) fa un sopralluogo nelle locations periferiche di un piccolo film indipendente per valutare se accettare o meno la parte che gli viene offerta. Conoscerà una piccola ed esuberante cassiera latina che gli farà da 'cicerone' , venendo a sua volta 'istruita' dall'attore su come prepararsi per recitare 'la parte' nel suo prossimo e importante colloquio di lavoro. Piccolo film indipendente che sulla falsariga di una commedia sociale dai toni disimpegnati, ironizza (più che riflettere) su se stesso e sulla sua natura di film 'off Holliwood'.
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Un anziano e bravo attore 'fuori dal giro' da quattro anni (Morgan Freeman nella parte di se stesso) fa un sopralluogo nelle locations periferiche di un piccolo film indipendente per valutare se accettare o meno la parte che gli viene offerta. Conoscerà una piccola ed esuberante cassiera latina che gli farà da 'cicerone' , venendo a sua volta 'istruita' dall'attore su come prepararsi per recitare 'la parte' nel suo prossimo e importante colloquio di lavoro. Piccolo film indipendente che sulla falsariga di una commedia sociale dai toni disimpegnati, ironizza (più che riflettere) su se stesso e sulla sua natura di film 'off Holliwood'. Ben ponderato a livello di scrittura, si avvale della recitazione di una 'all star' come Morgan Freeman che nella parte di se stesso immagina di dover scegliere se accettare o meno il ruolo che il regista gli vorrebbe attribuire (quello di direttore in un market di periferia, o di commesso, di segretario in una ditta di costruzioni, etc.) nel training quotidiano che conferisce al film la sua intrinseca dimensione narrativa (il film che parla del film) e la sua unità di tempo (il tempo di un film da '1 giorno'). Questo schema semplice e geniale da un lato risolve il problema del budget ridotto (tranne forse il cachet per i due protagonisti), dall'altro rappresenta una divertente e divertita struttura narrativa entro cui sviluppare, in modo spassoso e intelligente, gli elementi classici di una commedia indipendente: una ambientazione periferica dai toni vagamente grotteschi, il tema 'sociale' legato alle legittime ambizioni di chi è dotato a suo modo di un talento speciale (american dream), la brillantezza dei dialoghi tra protagonisti complici, una riflessione non banale sul significato della vita come recitazione e viceversa. Film tutt'altro che pretenzioso (semmai un tantino furbetto) all'insegna di uno stile spartano e di interpreti d'eccezzione impegnati in una gara di bravura e di simpatia: un Morgan Freeman che si muove come un istrionico folletto irriverente e una Paz Vega dal fascino dimesso e dalla puntigliosa condiscendenza ("mai chiedere indicazioni!"). Opera di pochi mezzi e di tante intelligenze (quelle artistiche e quelle produttive tra cui figurano lo stesso Freeman e la Amblin di S.Spielberg) a riprova che le qualità umane sono la cifra fondamentale per la riuscita di qualunque intrapresa nel campo dell'arte. Colonna musicale irresistibile sulle note trascinanti di sonorità latine. Brad Silberling promosso a pieni voti!
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megudoc
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mercoledì 23 maggio 2012
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il fascino e' potere assoluto
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Morgan Freeman regala ad una giovane 25-enne, che pensa di avere già vissuto tutta la vita, la strada per il fascino. Con una onesta' disarmante assistiamo alla nascita di una relazione nuova fra lei e lei, sotto la guida di un mai diventato vecchio. Un attore "voce e spirito dei tempi" (come mi pare avesse espresso Shakespeare) va ad imparare qualcosa circa i supermercati, la sua curiosità è infantile/disarmante/professionalissima e attira la giovane verso se stessa in un gioco di specchi dell'anima che scorre come un bicchiere d'acqua fresca.
Lui, alla fine della sua indagine, la accompagna ad affrontare un colloquio di lavoro: le differenze enormi fra i due: età, successo, economia personale, deono essere colmate da qualcosa? Se lo è sarà il fascino che è pronto a sgorgare dall'autenticità di lei.
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Morgan Freeman regala ad una giovane 25-enne, che pensa di avere già vissuto tutta la vita, la strada per il fascino. Con una onesta' disarmante assistiamo alla nascita di una relazione nuova fra lei e lei, sotto la guida di un mai diventato vecchio. Un attore "voce e spirito dei tempi" (come mi pare avesse espresso Shakespeare) va ad imparare qualcosa circa i supermercati, la sua curiosità è infantile/disarmante/professionalissima e attira la giovane verso se stessa in un gioco di specchi dell'anima che scorre come un bicchiere d'acqua fresca.
Lui, alla fine della sua indagine, la accompagna ad affrontare un colloquio di lavoro: le differenze enormi fra i due: età, successo, economia personale, deono essere colmate da qualcosa? Se lo è sarà il fascino che è pronto a sgorgare dall'autenticità di lei.
Una trama miscorscopica e una personalità macro si intrecciano con delicatezza e scoccia l'idea che questo film... come tutti i film... è destinato a finire.
Astenersi cinici, frustrati paranoidei e rompipalle professionisti: non è roiba per loro!
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nfl 26
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mercoledì 18 gennaio 2012
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10 cose, solo 10 cose.
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Morgan Freeman è il produttore di questo breve film un po' melenso, forse autobiografico, diretto da Brad Silberling con appropriata delicatezza e umorismo. Il titolo '10 items or less' in originale, significa le casse dei supermercati dove si può passare al massimo con 10 pezzi, ma ha libera lettura metaforica, tanto che poi nel dialogo si elencano le dieci cose per cui vale la pena vivere. Idea che Freeman, produttore del film, esalta in una interpretazione ironica e sottile, accanto alla bella Paz Vega. Ci sono film che si basano solo su un'idea: '10 cose di noi' è tra questi, ma la suggestione è buona. Il divo e la cassiera del supermercato insieme per un giorno.
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Morgan Freeman è il produttore di questo breve film un po' melenso, forse autobiografico, diretto da Brad Silberling con appropriata delicatezza e umorismo. Il titolo '10 items or less' in originale, significa le casse dei supermercati dove si può passare al massimo con 10 pezzi, ma ha libera lettura metaforica, tanto che poi nel dialogo si elencano le dieci cose per cui vale la pena vivere. Idea che Freeman, produttore del film, esalta in una interpretazione ironica e sottile, accanto alla bella Paz Vega. Ci sono film che si basano solo su un'idea: '10 cose di noi' è tra questi, ma la suggestione è buona. Il divo e la cassiera del supermercato insieme per un giorno. Senza complicazioni amorose ma con una curiosità reciproca che unisce e sublima tensione fisica, intimità, solidarietà. In mani sbagliate poteva essere un concentrato di ruffianerie, in quelle di Brad Silberling, già regista dello stucchevole 'Lemony Snicket', diventa un piccolo e gradevolissimo prodigio di semplicità e equilibrio. Si ride e ci si commuove come con i film americani di una volta. In patria successo colossale, tanto che dal 2006 dalla costola del film sono dati due serial tv!!!
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(di carmelo)
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jennifercoursonguerra
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martedì 11 ottobre 2011
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10 items or less. una sorpresa.
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Ammetto di essere un poco imparziale, in quanto "fresca di visione". Ho trovato 10 cose di noi - evitiamo le solite polemiche sulla pessima traduzione dei titoli - un gioiellino inaspettato. Una regia saggia, con un piglio molto moderno; una fotografia ben calibrata al film, per non parlare della colonna sonora: un bel mix tra musica spagnola, Cypress Hill e un dolce cantautorato. Si affronta, con l'escamotage se così vogliamo dire banale della commedia, il tema dell'attore: quand'è che un attore finisce di essere attore?
Si trova molto in questo film: un Silberling decisamente cresciuto, forse solo un po' invecchiato, dai tempi steampunk di Una serie di sfortunati eventi; un Freeman curioso ed inusuale, come sempre bravissimo e "dolcemente" divertente; una Paz Vega talentuosa.
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Ammetto di essere un poco imparziale, in quanto "fresca di visione". Ho trovato 10 cose di noi - evitiamo le solite polemiche sulla pessima traduzione dei titoli - un gioiellino inaspettato. Una regia saggia, con un piglio molto moderno; una fotografia ben calibrata al film, per non parlare della colonna sonora: un bel mix tra musica spagnola, Cypress Hill e un dolce cantautorato. Si affronta, con l'escamotage se così vogliamo dire banale della commedia, il tema dell'attore: quand'è che un attore finisce di essere attore?
Si trova molto in questo film: un Silberling decisamente cresciuto, forse solo un po' invecchiato, dai tempi steampunk di Una serie di sfortunati eventi; un Freeman curioso ed inusuale, come sempre bravissimo e "dolcemente" divertente; una Paz Vega talentuosa.
Consiglio la visione a tutti gli amanti di una Sophia Coppola, di un paio di fratelli Cohen e quasi quasi anche di un Van Sant. Ottimo.
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hatecraft
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domenica 17 gennaio 2010
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una commedia umana
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Onesta e solare commedia semi-indipendente che mette in scena il cinema, Los Angeles (semi-deserta e quasi messicana) e il riscatto. Freeman non recita: interpreta, Paz Vega sembra improvvisare benissimo e donare al suo personaggio la fragilità e l'energia che si scoprira' essere solo la sua maschera. Bellissima commedia, imperdibile, riesce a catturare la speranza in ogni fotogramma in quello che altrimenti sarebbe un ritratto desolante di una Los Angeles quasi rassegnata. Sceneggiatura scorrevole, fotografia sghemba e calda, cammeo di De Vito.
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666alberto
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lunedì 8 settembre 2008
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hm,,
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ok provare qualcosa di anticonformista son d'accordissimo ma non mi ha lasciato molto questo film..
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graz
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giovedì 10 luglio 2008
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l'incomunicabilità dei mondi...
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mah, direi che non sono d'accordo con il giudizio; più che una commedia delicata sui mestieri mi pare una constatazione dell'incomunicabilità dei mondi.
Il grande attore passa il suo tempo facendo il saggio e alla fine della giornata ognuno al suo paradiso, o al suo inferno e tanti saluti.
Pessimo... meglio la società italiana che quella americana
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rams23
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lunedì 23 giugno 2008
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filmetto
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filmetto .... morgan freeman deludente. daltronde kose ci si puo aspettare da un attore kosi vecchio !!!!
nn guardatelo ... fidatevi !
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leo
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giovedì 8 maggio 2008
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mah....noioso e convulso!freeman sprecatissimo!!
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Film davvero insulso, con uno dei più grandi attori Terrestri, Freeman, veramente sprecato in una pellicola di così poco conto. Risparmiatevelo.
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kappablu
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sabato 26 aprile 2008
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anticonvenzionale, sorprendente, originale.
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Grande Morgan Freeman! Anticonvenzionale, sorprendente, originale. Un film che non ti aspetti, davvero particolare, realizzato con budget abbastanza limitato e tecniche cinematografiche volutamente lontane dalle mode degli “effetti speciali”. La storia ci fa riflettere sulla nostra vita, che viviamo come fosse la spesa al supermercato: arraffando dagli scaffali tutto quello che si puo’, senza renderci conto di cio’che ci serve davvero. Viviamo piu’semplicemente, salviamo le poche cose che veramente contano (non piu’di 10 pero’!), questo il messaggio del film. Alcuni duetti tra i protagonisti letteralmente da incorniciare; un film con tanti spunti di riflessione sulla condizione umana nella societa’di oggi; uno spettacolo che lascia un senso gradevole di ottimismo all’uscita della sala.
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Grande Morgan Freeman! Anticonvenzionale, sorprendente, originale. Un film che non ti aspetti, davvero particolare, realizzato con budget abbastanza limitato e tecniche cinematografiche volutamente lontane dalle mode degli “effetti speciali”. La storia ci fa riflettere sulla nostra vita, che viviamo come fosse la spesa al supermercato: arraffando dagli scaffali tutto quello che si puo’, senza renderci conto di cio’che ci serve davvero. Viviamo piu’semplicemente, salviamo le poche cose che veramente contano (non piu’di 10 pero’!), questo il messaggio del film. Alcuni duetti tra i protagonisti letteralmente da incorniciare; un film con tanti spunti di riflessione sulla condizione umana nella societa’di oggi; uno spettacolo che lascia un senso gradevole di ottimismo all’uscita della sala. Da vedere per gli appassionati di cinema.
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