figliounico
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domenica 4 dicembre 2022
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alla lontana un rosemary'' baby spagnolo
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E’ un thriller psicologico di Paco Plaza, tratto da un romanzo di Campbell, che, per atmosfere ed intreccio narrativo, rinvia, senza tuttavia pietosi tentativi di emulazione, ad un capolavoro di Polanski, Rosemary’s baby. Ben scritto, ben diretto, ottimamente recitato da un cast di professionisti in cui spicca la protagonista, Erica Prior, non può essere definito come un horror bensì si tratta di un giallo con un mistero a tema religioso da risolvere ed un colpo di scena finale che risulta credibile nonostante il plot si incentri su una setta di pura fantasia.
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guidobaldo maria riccardelli
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domenica 7 agosto 2016
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il nome come indizio
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Tratto dal romanzo “Pact of the Fathers “di Ramsey Campbell, si giova del buon soggetto arricchendolo con una regia ben curata dal talentuoso Paco Plaza e, incorniciandosi in un'atmosfera suggestivamente cupa e depressa, si configura come pellicola solida e di qualità, al netto di un ritmo non sempre costante.
Benché non originalissimo né troppo fantasioso, si incanala su basi sicure, addentrandosi man mano nel garbuglio con mestiere e tatto, venendone mano a mano a capo, non tralasciando alcun particolare.
Di buona fattura la fotografia, così come la lodevole interpretazione della protagonista, resa da una convinta Erica Prior.
Lungometraggio coerente e ben girato, dal sapore tipicamente iberico, da guardare senza pretese eccessive.
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dian71cinema
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martedì 1 settembre 2009
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film che indaga sugli orrori religiosi
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UN FILM MOLTO INTERESSANTE CHE INDAGA SUGLI ORRORI DI ALCUNI INVASATI RELIGIOSI CHE UTILIZZANO LA CHIESA, LA PAROLA DI DIO, LA RELIGIONE IN GENERE COME SCUSANTE PER DCCIDERE, DOMINARE, AVERE SOPRUSO SU UN ALTRO ESSERE UMANO.
IN QUESTO FILM CHE INDAGA SULL'EMOZIONE E SUL BUON ANIMO DELLO SPETTATORE, TIRA FUORI UNO DEGLI ATTI PIU' CRUDELI E, AMMETTIAMOLO, FA RABBIA, ANGOSCIA, TRISTEZZA PIU' CHE PAURA. QUESTO FILM NON FA PAURA, FA RIFLETTERE. L'INTERPRETAZIONE DELLA PROTAGONISTA E' DI ALTO LIVELLO, LA DESCRIZIONE DELLA POLIZIA COME INEFFICACE E, AGGIUNGIAMOLO IMPOTENTE..(E INCOMPETENTE?)..LA DESCRIZIONE DEL PERSONALE DELLA CASA DI CURA PSICHIATRICA.. INSOMMA ELEMENTI DOVE ESISTONO FORME DI POTERE CHE DECIDONO SU ALTRE PURAMENTE ESECUTIVE SENZA RIFLETTERE.
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UN FILM MOLTO INTERESSANTE CHE INDAGA SUGLI ORRORI DI ALCUNI INVASATI RELIGIOSI CHE UTILIZZANO LA CHIESA, LA PAROLA DI DIO, LA RELIGIONE IN GENERE COME SCUSANTE PER DCCIDERE, DOMINARE, AVERE SOPRUSO SU UN ALTRO ESSERE UMANO.
IN QUESTO FILM CHE INDAGA SULL'EMOZIONE E SUL BUON ANIMO DELLO SPETTATORE, TIRA FUORI UNO DEGLI ATTI PIU' CRUDELI E, AMMETTIAMOLO, FA RABBIA, ANGOSCIA, TRISTEZZA PIU' CHE PAURA. QUESTO FILM NON FA PAURA, FA RIFLETTERE. L'INTERPRETAZIONE DELLA PROTAGONISTA E' DI ALTO LIVELLO, LA DESCRIZIONE DELLA POLIZIA COME INEFFICACE E, AGGIUNGIAMOLO IMPOTENTE..(E INCOMPETENTE?)..LA DESCRIZIONE DEL PERSONALE DELLA CASA DI CURA PSICHIATRICA.. INSOMMA ELEMENTI DOVE ESISTONO FORME DI POTERE CHE DECIDONO SU ALTRE PURAMENTE ESECUTIVE SENZA RIFLETTERE..SENZA APPROFONDIRE.. EBBENE E' UN FILM CHE CERTAMENTE ANGOSCIA E NON LASCIA LO SPETTATORE CON IL SORRISO SULLE LABBRA, MA UN FILM CHE PSICOLOGICAMENTE RISPECCHIA FEDELMENTE MOLTE BRUTTURE DELLA SOCIETA' (PASSATA O ANCORA ATTUALE?). C'E' UN ELEMENTO (VOLUTAMENTE TRALASCIATO IMMAGINO), MA CHE AVREBBE MODIFICATO COMPLETAMENTE IL FINALE DELLA STORIA..IL REGISTA DECIDE DI TRALASCIARE IL PARTICOLARE..MA E' TALMENTE EVIDENTE CHE NON SI PUO' FARE A MENO DI NON NOTARLO NEGATIVAMENTE PER IL LIVELLO DI QUESTO BUON FILM... UN'OCCASIONE MANCATA COME AFFERMA LA RECENSIONE... A MIO GIUDIZIO PER UNA BUONA VALUTAZIONE DI QUESTO FILM..MA AL REGISTA CREDO CHE QUEL PARTICOLARE NON SIA SFUGGITO ED ABBIA VOLUTO IMPèRIMERE UN FINALE (A MIO GIUDIZO UN PO' INSENSATO SEGUENDO LA LOGICA DELLA STORIA)PER STRAVOLGERE LA RAZIONALITA' E FORNIRE ALLO SPETTATORE UN MESSAGGIO (PESSIMISTA CERTAMENTE)..DI UNA CONTINUITA' SENZA POSSIBIITA' DI CAMBIAMENTO..VOTO 7.5
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maspi
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mercoledì 25 giugno 2008
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non è facile fare film horror
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Un film horror deve fare paura, avere qualcosa da dire, essere intrigante, coinvolgente, non essere mai banale, usare anche sangue e violenza, elementi che però da soli non bastano a rendere un film interessante. E' facile criticare quando non ci si è mai cimentati personalmente nella creazione di un film horror, solo allora ci si può rendere conto che l' horror è forse il genere cinematografico più difficile e proprio per questo oggi è tanto in crisi, perchè sembra che nessuno abbia più niente da dire. Ad ogni modo Second Name è un prodotto che si lascia vedere la prima volta anche con un certo interesse, perchè c'è un' alone di mistero e cupezza costanti che sovrastano l'intera vicenda, e questo basta a renderlo piuttosto coinvolgente; il finale in particolare dà una sensazione di estrema tristezza e disperazione sprofondando in un abisso di dolore e di follia.
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Un film horror deve fare paura, avere qualcosa da dire, essere intrigante, coinvolgente, non essere mai banale, usare anche sangue e violenza, elementi che però da soli non bastano a rendere un film interessante. E' facile criticare quando non ci si è mai cimentati personalmente nella creazione di un film horror, solo allora ci si può rendere conto che l' horror è forse il genere cinematografico più difficile e proprio per questo oggi è tanto in crisi, perchè sembra che nessuno abbia più niente da dire. Ad ogni modo Second Name è un prodotto che si lascia vedere la prima volta anche con un certo interesse, perchè c'è un' alone di mistero e cupezza costanti che sovrastano l'intera vicenda, e questo basta a renderlo piuttosto coinvolgente; il finale in particolare dà una sensazione di estrema tristezza e disperazione sprofondando in un abisso di dolore e di follia. Certo è un film che non fa paura, perchè non c'è la minima tensione o tentativo di creare suspence e attesa: in questo senso è molto lento e pesante, ma forse il senso di pesantezza è anche voluto. Resta il fatto che vederlo una volta ha senso, se non altro per cercare di venire a capo dei segreti nascosti nella pellicola, ma una volta che questi si sono disvelati non c'è alcuna ragione per una visione successiva. In altre parole è un film che non rivedrei mai di nuovo, perchè esaurisce tutto il suo potenziale alla prima visione, a differenza di REC ad esempio, che può essere rivisto anche molte volte senza mai perdere il senso di paura ed angoscia che lo pervade. Ad ogni modo consiglio di vedere Second Name, non è una perdita di tempo ed è piuttosto suggestivo ed evocativo. Dubito però che resterà impresso indelebilmente nella vostra memoria.
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