Jalla! Jalla!

Con qualche esitazione mi sono accinto a vedere questa opera, temendo qualcosa del genere "il nostro grosso grasso matrimonio greco", poi ho visto l'anno di produzione (2001) ed è stato chiaro che questo filmetto è un capostipite del genere. Tutto si svolge in una certa levità, peccato per il linguaggio che a volte punta sul greve ma voglio attribuire questa caratteristica alla traduzione (traduzione e tradimento hanno la stessa etimologia) e dunque non voglio dar peso a questo. La vicenda si svolge in Svezia ma, quanto a scenografia, potrebbe essere in qualsiasi altro paese europeo a nord delle Alpi. La regia è molto attenta ed i personaggi sono tutti sbozzati ad altorilievo (si veda il ragazzo di colore che compare periodicamente senza mai profferir verbo o fare alcunchè, ma che dallo sguardo si presume essere lo stesso autore), sono tutti adeguati al loro ruolo. Le vicende sono più d'una ma si intrecciano con grazia e mestiere.  Insomma si tratta di un film senza pretese, ma realizzato con cura, godibile, che alla fine fa anche capire qualcosa delle difficoltà di integrazione degli immigrati, anche se il doveroso happy end ci manda a dormire tutti felici e contenti di non aver sprecato cento minuti della nostra vita.