Billy Elliot

C'è una scena di Billy Elliot che vale la serata passata al cinema o davanti alla tv. E' quella in cui padre e figlio, fino a quel momento dalla stessa parte della barricata, si ritrovano su sponde opposte: il primo "crumiro" per necessità, per garantire un avvenire al figlio più piccolo (il ballerino), il secondo in strada a lanciare pietre e uova marce contro il pullman su cui è salito anche il padre. Ancora una volta il cinema inglese (vengono in mente Grazie, Signora Thatcher e Full Monthy) riesce a calarsi nel sociale (gli scioperi dei minatori contro il governo Thatcher negli anni '80) intrecciando le esistenze individuali con la vita della comunità e con la pressione della "storia". L'impegno c'è ma assieme al realismo emerge la capacità di saper raccontare il sogno, la volontà di una riscatto personale che poi trova inaspettatamente un supporto nello spirito di rivalsa del piccolo centro di provincia dove Billy abita e nella famiglia, inizialmente ostile. Il regista riesce a suscitare commozione e partecipazione (come nella scena evocata all'inizio del commento) sciogliendo la tensione nei toni della commedia e senza andare mai fuori tema. Un film agrodolce, dove spiccano la bravura del giovane protagonista, la buona scrittura e l'incisività della regia. Sicuramente da vedere.