Rosetta |
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Un film di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne.
Con Anne Yernaux, Fabrizio Rongione, Emilie Duquenne, Olivier Gourmet
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 91 min.
- Francia 1999.
MYMONETRO
Rosetta
valutazione media:
4,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Mors tua, mors mea
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| martedì 3 maggio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Angosciante e straziante, obbliga a prendere coscienza di una realtà così disagiata e drammatica, annullando la possibilità di voltarsi dalla parte opposta. Giustamente premiato a suo tempo, rimane del tutto attuale a quasi vent'anni di distanza. Un inseguimento, un vero e proprio pedinamento è quello che offrono i fratelli Dardenne, provocando una seria riflessione sul tema del lavoro, ed in particolare sulla funzione sociale di questo, sulla penosa equivalenza oramai automatica tra lavoro ed identità. La storia di Rosetta è drammatica, la sua situazione non così comune, ma le dinamiche che la investono, le pulsioni che in lei albergano rispecchiano in piena regola le dinamiche normali, gli obblighi entro i quali la società permette di muoversi; la giovane è ciò fa, è perché fa; non si può permettere di non fare, equivarrebbe ad una negazione di lei stessa. Per questo rimane attaccata con tutte le forze alle mansioni affidatele: ricorre alla forza, alla lotta, alla meschinità, al tradimento per sopravvivere, per sopravvivere come essere sociale. Ne ha giocoforza bisogno, non naviga in acque tranquille, ma la componente venale arriva dopo, in primis le occorre essere. In tutto ciò combatte, obbedisce, esegue, fa da madre alla madre, si nega ogni altra implicazione sentimentale, ben conscia che si troverà, prima o poi, costretta a romperla. Resiste fin che può, si muove agile nei gangli malati delle logiche capitalistiche, ottiene anche il sognato grembiule bianco, con il suo nome, Rosetta, ricamato. Finalmente è. Solissima, abbandonata, ma il buoco nero così temuto è più lontano. Non può però sfilacciare ogni legame estraneo, non può neutralizzare ogni perturbazione possibile. Risoluta al peggio, all'azione ultima ed incacellabile, dovrà scoprire che nemmeno ciò è scevro da logiche terrene. La nostra è chiamata all'agone finale, nella magistrale chiusura: accerchiata da quelli che, a tutti gli effetti, paiono avvoltoi in attesa della carcassa sulla quale fiondarsi, scorgerà un appiglio, improvviso ed insperato. Qualche buon cuore ancora sopravvive, forse.
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