monia raffi
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giovedì 2 aprile 2009
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il sogno dada
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Arizona Dream è un film ridondante, surreale nell’ immagine e dadaista nello spirito. Axel (Johnny Depp) è ancora giovane ma è già disilluso dalla vita, al contrario di Paul, un’ esilarante Vincent Gallo che veste i panni di un aspirante attore. I due da New York torneranno in Arizona in occasione del matrimonio di Leo (un Jerry Lewis di rosa vestito), zio di Axel, che vuole insegnare al giovane nipote le regole di una vita di successo. Axel non ritornerà a New York, s’innamorerà di Eveline (Faye Dunaway) una bellissima, ma non più giovane, vedova e rimarrà a vivere con lei e la figliastra Grace (Lili Taylor); Grace è forse il personaggio più riuscito del film: una grande espressività, la faccia spesso imbronciata e uno spirito che oscilla dalla gioia di vivere al macabro senso della morte che la porta ad escogitare bizzarri tentativi di suicidio.
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Arizona Dream è un film ridondante, surreale nell’ immagine e dadaista nello spirito. Axel (Johnny Depp) è ancora giovane ma è già disilluso dalla vita, al contrario di Paul, un’ esilarante Vincent Gallo che veste i panni di un aspirante attore. I due da New York torneranno in Arizona in occasione del matrimonio di Leo (un Jerry Lewis di rosa vestito), zio di Axel, che vuole insegnare al giovane nipote le regole di una vita di successo. Axel non ritornerà a New York, s’innamorerà di Eveline (Faye Dunaway) una bellissima, ma non più giovane, vedova e rimarrà a vivere con lei e la figliastra Grace (Lili Taylor); Grace è forse il personaggio più riuscito del film: una grande espressività, la faccia spesso imbronciata e uno spirito che oscilla dalla gioia di vivere al macabro senso della morte che la porta ad escogitare bizzarri tentativi di suicidio. Il ritratto ne delinea una figura particolare e favolosamente grottesca.
Il film si staglia come un collage di situazioni strambe che non seguono mai la strada della realtà, e alle volte, proprio nel momento in cui si assapora il gusto della logicità, ecco che si ricade nell’assurdo più completo. Flusso di pensieri e flusso d’immagini si mescolano. Pesci che volano nel cielo, tartarughe che si moltiplicano e un’ambulanza che volando nella luna e ci riporta indietro ai sogni di Méliès. Un film caotico, eccessivo, volutamente assurdo, che si trasforma in un inno alla follia, alla vita vissuta come un lungo sogno e con quello spirito bambinesco che dondola tra picchi di estrema felicità e disillusione. Eveline, Axel e Grace vivono in un mondo tutto loro, la casa in mezzo al deserto sembra una casetta sull’albero, un mondo a parte come quelli che costruivamo da bambini. Vivono chiusi in questo mondo lontanissimo dalla realtà.
Axel ed Eveilne condividono anche il sogno di poter volare su un velivolo senza motore. Questo desiderio nella sua interpretazione simbolica contiene anche il leitmotiv del film: il volo ha sempre rappresentato l’aspirazione dell’uomo alla libertà, soprattutto intesa come libertà interiore. Ed Eveline riuscirà anche a volare regalando un momento fantastico: Axel e Grace dall’alto del tetto della casa, assistono alla farsa d’Intrigo Internazionale con un formidabile Vincent Gallo che scimmiotta Cary Grant in una delle scene più famose della storia del cinema.
La fotografia e la colonna sonora sono eccezionali e indispensabili alla riuscita di quest’ atmosfera vagamente onirica. I paesaggi immensi del deserto naturalmente selvaggi perdono l’ aspetto del reale, il cielo si colora di un azzurro denso che si contrappone all’ oro della terra e ricorda in alcune inquadrature le tinte forti dei quadri di Dalì. La colonna sonora di Goran Bregović è del tutto coinvolgente, i ritmi tzigani entrano ed escono dalla scena e si mescolano alla voce roca di Iggy Pop. La è musica spesso interna al campo proviene dalla fisarmonica suonata da Grace e da un gruppo di mariachi, sempre presente nelle scene peculiari del film. Una musica necessaria che riesce a rispecchiare il ritmo della rappresentazione e la musicalità stessa delle immagini.
Arizona Dream è un film fantastico, irrazionale, un viaggio alla scoperta di sé e di un’America diversa o di un’America sognata.
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(di gaara)
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leonardo
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giovedì 7 febbraio 2002
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"dove termina la speranza incominciano i sogni"
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Il film dei sogni, dello sballo che non ha bisogno di droghe. La splendida colonna sonora che accompagna quanto di magico c è nel film, proietta me nell’immedesimazione spirituale di protagonista nella vita vera e propria. Axel (Johhny Deppe), viene condotto in Arizona ad opera del cugino Paul, per ordine dello zio Leo. Lì Axel proverà a vendere macchine con lo zio e il cugino, ma proprio nel suo luogo di lavoro troverà l’amore per una donna più grande di lui. Abbandona l’occupazione per recarsi con la donna e la figliastra di quest’ultima nella fattoria dei sogni lontano dalla frenesia cittadina. Incomincerà lì l’altalenarsi di stati d animo delle due donne sempre in contrasto tra di loro e padrone di desideri irrealizzabili.
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Il film dei sogni, dello sballo che non ha bisogno di droghe. La splendida colonna sonora che accompagna quanto di magico c è nel film, proietta me nell’immedesimazione spirituale di protagonista nella vita vera e propria. Axel (Johhny Deppe), viene condotto in Arizona ad opera del cugino Paul, per ordine dello zio Leo. Lì Axel proverà a vendere macchine con lo zio e il cugino, ma proprio nel suo luogo di lavoro troverà l’amore per una donna più grande di lui. Abbandona l’occupazione per recarsi con la donna e la figliastra di quest’ultima nella fattoria dei sogni lontano dalla frenesia cittadina. Incomincerà lì l’altalenarsi di stati d animo delle due donne sempre in contrasto tra di loro e padrone di desideri irrealizzabili. Axel si trova nel mezzo di questi sogni, padrone solo dei suoi ricordi che lo hanno convinto in precedenza a rimanere con lo zio. Strane apparizioni di pesci ed esquimesi costruiscono "la salita che porta alla luna" con una fantasia rilassante; ed è proprio con questa magia che la morte fa visita allo zio Leo, dopo la stupenda performance del cugino Paul al provino per attori. Paul, il mito in persona, l uomo sicuro delle sue possibilità, stranamente non compreso dagli altri. L’amore busserà due volte alla grande quercia frastornata dal vento nella fattoria. Axel continua il suo sogno, ignaro di viverlo, rendendo partecipe anche la figliastra di Elain. Amore che finirà con il suicidio di Grace. L’infelicità della ragazza viene a terminare proprio sotto il grande albero, simbolo un po’ di una eterna estate polare. Il tutto finirà nel girovagare laddove c era la concessionaria del buon zio, tra rimpianti e riflessioni. Il vento, a tratti liberatorio spazza via i sogni, e il pesce continua a volare per tornare all’onirica visione degli esquimesi (Axel e Leo) in mezzo alla bufera di neve. Un film tragicomico e fantastico interpretato perfettamente... così intenso e inutile... proprio come il cane che appare per quasi tutto il film.
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[+] intenso e inutile
(di pejpon)
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gaara
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sabato 19 febbraio 2011
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peter pan secondo kusturica.
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Alex (Johnny Deep) è un giovane sognatore, oniricamente legato ad un ragazzino eschimese e ad un pesce coi due occhi sullo stesso lato della testa e per questo limitato nella sua capacità visiva, ma con in serbo la fantastica dote di aver uno stomaco simil palloncino, in grado di essere gonfiato e libero di volare. E' ancora troppo leggero per essere trattenuto dal peso vincolante della vita reale ed Alex sembra esserne cosciente, soprattutto grazie al brusco strattone linguistico usato dalla madre: “Buongiorno, Colombo!” Il cui fine unico è infatti mirato a ricordagli che: “l'America è già stata scoperta...e che i sogni sono molto lontani dalla realtà”, lontani dal sogno americano.
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Alex (Johnny Deep) è un giovane sognatore, oniricamente legato ad un ragazzino eschimese e ad un pesce coi due occhi sullo stesso lato della testa e per questo limitato nella sua capacità visiva, ma con in serbo la fantastica dote di aver uno stomaco simil palloncino, in grado di essere gonfiato e libero di volare. E' ancora troppo leggero per essere trattenuto dal peso vincolante della vita reale ed Alex sembra esserne cosciente, soprattutto grazie al brusco strattone linguistico usato dalla madre: “Buongiorno, Colombo!” Il cui fine unico è infatti mirato a ricordagli che: “l'America è già stata scoperta...e che i sogni sono molto lontani dalla realtà”, lontani dal sogno americano. Tuttavia Alex pensa...“ma che senso ha vivere se qualcuno ti ha già spiegato la differenza tra una mela ed una bicicletta?”, per cui non sembra esserne turbato e difende il suo “semplice” stato di esser giovane, libero e spensierato, sebbene nutrito dai ricordi di un'infanzia tutto sommato felice, richiamati dal piacevole profumo della scadente acqua di colonia utilizzata dallo zio Leo (Jerry Lewis), suo eroe di infanzia. E' assiomatico che cogli eroi del passato si è costretti a fare i conti nel presente...e lottare passivamente onde evitare di somigliargli. E' a questo punto che intervengono gli insegnamenti del padre: “il lavoro è come un cappello che ti metti in testa, per cui...anche se non hai i calzoni, non devi andare in giro vergognandoti del tuo sedere...perché hai un cappello in testa” ed il tutto sembra fatto ad hoc per preparare il “pesce all'oceano”.
Non a caso Alex si contorna di personaggi poco maturi, nonostante l'età, nutrendo la speranza inconscia di ritardare un'inevitabile crescita. La sua amata Elaine (Faye Dunaway) amante del volo, sebbene timorosa di “cadere”, è ossessionata dal apparire a tutti i costi giovane sia nei modi che nell'aspetto, vacillando sull'orlo di un'infantilità cronica. Il cugino Paul (Vincent Gallo) aspirante attore, abile nel memorizzare dialoghi e gestualità delle sequenze dei suoi film preferiti, ed artefice di strambe teorie sulla produzione di proteine dovuta allo sguardo di una donna, nasconde le sue insicurezze etichettando bonariamente Alex come “un ragazzino” e quando in pericolo è pronto a scappare. Grace (Lili Taylor) in forte contrasto con la matrigna Elaine, indossa i panni di un depressa affascinata dal suicidio in quanto certa di risvegliarsi tartaruga; si destreggia in espressioni animalesche degne di una caratterista, atte a rimarcare la sua aggressività, ma in realtà è un modo come un altro di nascondere le sua profonda sensibilità ed il suo progressivo distacco onirico, rivelandosi abile a far vivere i sogni altrui. Infine lo zio Leo, famoso rivenditore di auto, definito dallo stesso Alex “un bambino di dieci anni con le maniche troppo lunghe”, prova a guidare il nipote nella sua crescita, forse anticipando i tempi, tentandolo con l'idea di raggiungere la Luna mettendo in pila le macchine vendute e realizzare ciò che avrebbe dovuto essere il suo sogno. Ma suo di chi? Certamente non di Alex, troppo preso dal suo sognare...troppo perso nei suoi innocenti deliri, fatti di ginger ale e innamoramenti da volare.
Il binomio Kusturica-Bregovic dirige ed accompagna un film unico, emozionante, umoristico ed intellettuale, ricco di elementi simbolici che coinvolgono lo spettatore nei meandri della storia; in cui è palese il lavoro superlativo di tutti gli attori e forse il film potrà lasciare a qualcuno il rimpianto di godere di quel Deep del cinema d'autore.
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killbillvol2
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sabato 6 aprile 2013
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arizona dream
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Io non conosco particolarmente Kusturica, perciò forse non posso paragonarlo a molti altri suoi film, ma la prima e unica sua opera in suolo Americano è più che memorabile. E' uno dei film più strambi e particolari che siano mai stati diffusi sul mercato. Dove la storia conta, ma fino a un certo punto, e da quel punto in poi la bellezza del film sta nelle immagini e nelle frasi che il protagonista Depp recita in sottofondo, mentre un pesce freccia nuota in mezzo ai panorami desertici dell'Arizona o mentre una Faye Dunaway arzilla vola con un aeroplano "costruito" in casa. Depp viene portato a forza in Arizona dove suo zio Lewis si sta per sposare, ma si innamora di una donna molto più grande di lui e di sua figlia con tendenze suicide.
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Io non conosco particolarmente Kusturica, perciò forse non posso paragonarlo a molti altri suoi film, ma la prima e unica sua opera in suolo Americano è più che memorabile. E' uno dei film più strambi e particolari che siano mai stati diffusi sul mercato. Dove la storia conta, ma fino a un certo punto, e da quel punto in poi la bellezza del film sta nelle immagini e nelle frasi che il protagonista Depp recita in sottofondo, mentre un pesce freccia nuota in mezzo ai panorami desertici dell'Arizona o mentre una Faye Dunaway arzilla vola con un aeroplano "costruito" in casa. Depp viene portato a forza in Arizona dove suo zio Lewis si sta per sposare, ma si innamora di una donna molto più grande di lui e di sua figlia con tendenze suicide. Pieno di citazioni filmiche che vanno da Il Padrino Parte 2, Toro Scatenato fino a raggiungere Intrigo Internazionale, che Vincent Gallo imita davanti ad un pubblico che non comprende la sua genialità. Scritto da David Atkins, allievo del regista, è un piccolo film, forse non un capolavoro, ma un piccola grande film, nel quale è difficile trovare un vero e proprio difetto. Può essere disprezzato per la sua eccessiva voglia di mostrare una carrellata di personaggi stravaganti (ogni tanto Lili Taylor esagera), ma come il Don Giovanni di Mozart, è una commedia che finisce in tragedia, è una tragedia divertente accompagnata dalla fantastiche musiche di due grandi come Goran Bregovic e Iggy Pop, che esaltano le immagini e la sceneggiatura raggiungendo il massimo con la canzone Death. E' un film difficile che si apprezza appieno qualche ora dopo che i titoli di coda siano giunti alla fine, ma è un bel film. E poi, "non ero innamorato da morire...ero innamorato da volare", è una di quelle frasi che ti rimangono.
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sergio martella
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martedì 17 novembre 2020
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un film più importante delle apparenze
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E' facile aspettarsi un basso tono delle critiche di professione su questo film di Emir Kusturica, infatti in apparenza può sembrare persino ingenuo, ridondante in alcune scene e scoordinato nella sua insistenza a voler fornire una visione onirica della commedia della vita e degli affetti.
In realtà il regista ha volutamente ambientato in uno stato "balcanico" degli Usa questa vicenda per dare un carattere cosmopolita ad un discorso molto più serio e velato nella dinamica psicologica del rapporto concnorrenziale tra due donne di diversa età e ruolo. La trovata geografica ha anche il piacevole risvolto di assimilare l'utilizzo rituale dei musicanti messicani alle cerimonie di festa esattamente come nella migliore tradizione balcanica.
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E' facile aspettarsi un basso tono delle critiche di professione su questo film di Emir Kusturica, infatti in apparenza può sembrare persino ingenuo, ridondante in alcune scene e scoordinato nella sua insistenza a voler fornire una visione onirica della commedia della vita e degli affetti.
In realtà il regista ha volutamente ambientato in uno stato "balcanico" degli Usa questa vicenda per dare un carattere cosmopolita ad un discorso molto più serio e velato nella dinamica psicologica del rapporto concnorrenziale tra due donne di diversa età e ruolo. La trovata geografica ha anche il piacevole risvolto di assimilare l'utilizzo rituale dei musicanti messicani alle cerimonie di festa esattamente come nella migliore tradizione balcanica.
Tuttavia il reale valore del film risiede nello studio psicologico del conflittoo tra la signora più anziana e la figliastra nel contendersi le attenzioni di un Alex Blackmann (un giovnissimo Johnny Depp). Il sesso e la seduzione affettiva sono travolgenti nella donna più matura e ancora bellissima: lei rappresenta la ostinazione vitale, erotica e depressiva della donna che non si rassegna ad invecchiare perché non ha vissuto con sufficiente realizzazione le sue aspirazioni di soddisfazione affettiva ed esistenziale. E' un tema antico, mai risolto; lei non intende invecchiare ma soprattutto sbarra ogni possibilità alla sua giovane figliastra di poter a sua volta accedere alla sfera della soddisfazione esistenziale e affettiva. La matrigna e la figliastra si confrontano con malcelata psicosi in un'alternanza di dipendenza e di odio distruttivo ed autodistruttivo. Di questo il regista sembra essere molto consapevole ed infatti usa a profusione il simbolismo onirico della assenza di gravità espressa nella mania di volare della donna più anziana - una mania assecondata dal desiderio di corrispondenza affettiva del giovane - e di altri simbolismi quali il pesce-vagina, anch'esso volante, il riferimanto alla luna ed alla sua licantropia di sogno.
Questo tema del conflitto generazionale è una costante per nulla banale: costituisce il substrato causale di ogni fallimento esistenziale nella storia umana, è la causa remota di ogni infelicità umana e della specie. Sebbene la storia si svolga in modo piacevole con continui colpi di scena e trovate fantastiche ciononostante l'aspetto depressivo e distruttivo è sempre in agguato. La consapevolezza del regista descrive così il suo pessimismo in amore. La continua disgregazione psicotica dell'umore femminile sovrasta ogni scena. Tuttavia l'eclatanza isterica del femminile rappresenta la costante nella realtà esistenziale della donna, per via della sua infelicità strutturale che deriva proprio dalla mancanza di soluzione del nesso figlia-madre in termini di soddisfacimento della dipendenza e quindi di sviluppo di un sufficiente narcisismo per nutrire la soggettività della figlia e la conseguente possibilità di instaurare, a sua volta, un livello accettabile di maturità affettiva nella proiezione sull'uomo nel rapporto di coppia. Nessun rapporto d'amore infatti è possibile se la donna non risolve la questione fondamentale e strutturale del suo amor proprio, del suo nercisismo, della sua autostima; tutte istanze deivate direttamente dalla qualità reale del rapporto di rispecchiamento con la madre. Tutte istanze puntualmete disattese dall'immaturità affettiva corrente.
Nel film la trattazione di questa dinamica è eccellente. Il conflitto sul medesimo oggetto d'amore è evidente ma anche l'ambivalenza irrisolta della dipendenza tra le due stesse donne! Quando al fine la più giovane sembra aver vinto nel succedere alla matrigna in relazione alle attenzioni del giovane, proprio allora la ragazza realizza la sua impotenza a reggere una "normalità" generazionale che avrebbe dovuto favorirla e collassa nell'autodistruzione consapevole di un fallimento senza speranza. Questo è esattamente il messaggio di Kusturica. E non è affatto banale. Un mondo senza l'accesso della giovane donna alla felicità affettiva è un modo destinato alla sconfitta di specie. La luna resta un sogno, volare è sconsigliato, il pesce resta un anacronismo nell'aria.
La scena finale che ricongiunge il giovane all'intesa emotiva dello zio (uno splendido Jerry Lewis) è surreale, esattamente come surreale è la realtà disattesa degli affetti umani.
Il regista imbrocca anche dei parallelismi più che credibili nella clinica dei rapporti affettivi come il bilanciamento tra la coppia dell zio con una ragazza più giovane e la relazione tra la donna matrigna con il giovane Alex; nella realtà della vita queste corrispondenze sono reali. Quindi, a dispetto di non essere capito dalla gran parte degli estimatori di cinema che utilizzano solo criteri di valutazione estetica, affrmo che la validità di questa opera del regista jugoslavo va ben oltre le apparenze e i favori stessi della critica.
Sergio Martella
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maribella
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lunedì 27 dicembre 2010
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c'è chi cresce troppo in fretta
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Film molto bello.Incentrato sulle vicende di un gruppo di personaggi sgangherati.Axel è un sognatore che rifiuta di crescere circondato da personaggi che sono cresciuti troppo in fretta latri che sono ancora più indisposti a lasciare l'isola che non c'è.Ma qual è il modo giusto di affrontare la vita?Forse la via che scegli Vincen Gallo?
Film molto bello con scene topiche!Come la sequenza della morte dello zio in cui viene spiegato il "senso" del film nelle parole di zio Leo quando dice al nipote che non è necessario che si metta vendere macchine poichè adulto prima o poi lo diventarà...con i suoi tempi.Quelli giusti!
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nick castle
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venerdì 8 ottobre 2010
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kusturica in usa...
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Dopo il successo di "Il tempo dei gitani", Kusturica viene ingaggiato a Hollywood, dove gli vengono offerti attori come Johnny Depp, Lili Taylor, Vincent Gallo, Faye Dunaway e persino Jerry Lewis e un budget decisamente alto. Il film però risulta un flop, Hollywood pensava di poter piegare Kusturica, facendolo diventare un regista più alla mano, ma il cinema di Emir o piace o non piace, e questo non è piaciuto. Gli schemi già abbozzati nei primi film di Kusturica, quà si fanno più forti, e grazie a un budget dignitioso riesce a mettere in pratica dignitosamente ciò che nei film precedenti era impossibile. Peccato che questo film se lo ricordino in pochi.
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Dopo il successo di "Il tempo dei gitani", Kusturica viene ingaggiato a Hollywood, dove gli vengono offerti attori come Johnny Depp, Lili Taylor, Vincent Gallo, Faye Dunaway e persino Jerry Lewis e un budget decisamente alto. Il film però risulta un flop, Hollywood pensava di poter piegare Kusturica, facendolo diventare un regista più alla mano, ma il cinema di Emir o piace o non piace, e questo non è piaciuto. Gli schemi già abbozzati nei primi film di Kusturica, quà si fanno più forti, e grazie a un budget dignitioso riesce a mettere in pratica dignitosamente ciò che nei film precedenti era impossibile. Peccato che questo film se lo ricordino in pochi.
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