Heimat

   
   
   

Un regista straordinario Valutazione 5 stelle su cinque

di minnie


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martedì 24 settembre 2013

Martedì 24 settembre 2013
E' chiaro che un regista come Edgar Reitz non nasce per caso e avendo visto in estasi tutta la saga di Heimat (me ne manca però la più recente) mi chiedevo come mai i suoi film, in precedenza, non fossero noti. Voglio dire, uno che gira Heimat non può spuntare dal nulla. E infatti...ma ho dovuto aspettare fino a tarda notte, sulla rete tre della Rai (grazie Ghezzi), per vedere un film straordinario, come del resto non potevo non aspettarmi, di questo regista ottantenne tanto bravo quanto poco celebrato. Ora, cinefili di tutto il mondo, ditemi: ma dove lo avete visto un bianco/nero così splendido se non nei film di Reitz? No, voglio che siate sinceri...Ebbene, "Mahlzeiten" che vorrebbe dire l'"Insaziabile", riferito alla sete d'amore della protagonista, una sete che schiaccia il figlio unico di madre vedova (scappare!) Rolf, è un film del 1967, girato dunque da un regista appena 35enne, con una protagonista, Heidi Stroh,  appena 26enne e che sembra la controfigura se non la sorella di Romy Schneider, si tratta di un film che fu premiato a Venezia e che io ho trovato davvero splendido! Insaziabile anche Rolf, a dire il vero, nella sua avventatezza: fa cinque figli, non se ne cura, interrompe gli studi, non è costante in nulla se non nel suicidarsi e la scena della disperazione di Elizabeth!!!Una corsa urlante nel prato ai limiti del bosco che aveva assistito al loro idillio e dove lui ha pensato di togliersi la vita appena trentenne. Lei è una specie di hippie ante litteram, si veste Chanel da capo a piedi (paga papà, anche se non si vede mai), i bambini sono distanti, Rolf se ne cura ma deve anche lavorare, è spesso lontano da casa, c'è una scena con dei pesci boccheggianti che esprime tutto il senso di soffocamento di un amore che va alla deriva, un po' come in "Scene da un matrimonio". E qui vi voglio: tutti a citare Bergman e nessuno, mai, che si ricordi del sommo Reitz. Facciamolo vedere di più questo splendido, inimitabile film, limpido come un trattato di geometria. Efficace, ben recitato; la donna tutta casa e figli, l'uomo tutto lavoro e solitudine, com'era prima del '68 e come Reitz poi in Heimat ci fa vedere ancor meglio, con analisi dettagliata da bravo tedesco. Però con quale fotografia, con quale senso della visione....assolutamente da non perdere. E pensare che se avessi ceduto al sonno avrei preso questo film indimenticabile, io non mi sazio mai del cinema di Edgar Reitz e voglio urlarglielo, Edgar mi senti?credo che risieda a Karlsrhue, Bravo Bravo Bravissimo!!!

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