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Pur distaccandosi tantissimo dal romanzo da cui è tratto il film, penso che la regìa abbia confezionato un prodotto ben digeribile agli amanti del genere postapocalittico. Il film anticipa gli scenari di "io sono leggenda" (di cui è di fatto la prima riduzione cinematografica) o "28 giorni dopo", con il superstite alla catastrofe batteriologica (un improbabile ma discreto Charlton Heston) impegnato a sopravvivere nella metropoli ormai desolata tra montagne di cadaveri, sfuggendo a una piccola cerchia di sopravvissuti infettati da batteri che si atteggiano a barbari distruttori di tutto ciò che appartiene al passato glorioso dell'umanità.
Gli appassionati del postapocalittico potranno apprezzare gli aspetti estetici vintage stile anni '70, dai vestiti sgargianti agli eleganti macchinoni yankee, le nostalgie per Woodstock, ai neri americani acconciati orgogliosamente col classico cespuglione.
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