Di pių, ancora di pių |
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Un film di Barbet Schroeder.
Con Mimsy Farmer, Klaus Grunberg, Heinz Engelmann
Titolo originale More.
Drammatico,
durata 117 min.
- Gran Bretagna 1969.
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Leeeeeeeeeeeeeeeeento ma bello
di MaurizioFeedback: |
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martedė 26 dicembre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Premesso che ho comprato il DVD esclusivamente per vedere come la colonna sonora dei Pink Floyd era stata "incastonata" nelle scene, devo dire che il film in se' mi ha leggermente deluso. Infatti, sebbene le dark tale mi piacciano da impazzire, qui devo dire che il fatto che il regista sia alle prime armi si nota non poco, riflettendosi in particolare nella lentezza, a tratti esasperante, soprattutto nella prima meta'. Troppi tempi morti, troppi momenti contemplativi - fra l'altro fini a se' stessi, dato che non mi pare introducano chissa' quale complessa filosofia di fondo. A cio' si aggiunge la recitazione molle del protagonista (anche se poi secondo me la vera protagonista e' la bellissima e, almeno lei, molto espressiva, Mimsy Farmer) e la scarsa efficacia di molti dialoghi. Ultimo ma non ultimo, ci si sofferma troppo sulle droghe, col rischio di leggere nella storia una morale paternalistica che invece e' ben lungi da Schroeder, come da egli stesso dichiarato esplicitamente. Ecco, ho appena massacrato il film. In realta' non e' malaccio e, pur non godendo di una sceneggiatura mirabile e di tutti i difettucci di cui sopra, il prodotto finale sarebbe stato decisamente godibile con un regista piu' "sgamato". Giova ricordare innanzitutto la colonna sonora, magari non sempre perfettamente in sintonia con le scene, ma contenente vere e proprie perle, quali "Cymbaline", "Green is the colour", "Cirrus Minor". Dal punto di vista 'storico' e' un lavoro di fondamentale importanza per i Pink Floyd, in quanto il primo svolto nella totale assenza di Syd Barrett. Una sorta di apripista dunque, certamente riuscito e con picchi di qualita' da non trascurare. A onore di Schroeder, invece, va menzionato l'immaginario che ha sottilmente costruito intorno al film, cosa che mi ha positivamente colpito. Schroeder descrive questo film come 'la storia di un giovane che intraprende una missione verso il Sole, ma non ha cio' che occorre'. Effettivamente il Sole non solo fa capolino in numerosi stacchi ma, oltre all'aneddoto presente a meta' film, si materializza in vari elementi: bionda e' Estelle, dorata la sua abbronzatura, piu' che mai solare e' l'ambientazione - Ibiza - ed al giallo rimandano i colori delle sue abitazioni, del suo cibo, della sua natura. A tale proposito non si puo' sorvolare sulla bellissima fotografia di Almendros, poi Oscar qualche anno dopo per I giorni del cielo. "Di piu', ancora di piu'" esce comunque a testa alta se lo si prende per cio' che e':un'onesta e parzialmente riuscita storia di illusioni, alienazioni e perdizione, ad opera di un buon regista, quantunque alle prime armi. Come chicca finale segnalerei la scena in cui Estelle e Stefan fanno l'amore per la prima volta, con lei che gli chiude gli occhi come si fa con i morti, simboleggiando il ruolo di boia che ella ricopre nel gioco rituale che il regista ha - stavolta con classe - messo in scena. In sintesi, non un capolavoro ma da vedere comunque! PS: alla redazione di MyMovies, please non scrivete i finali nelle recensioni!!! E comunque il film e' del '69, non del '71 ;-)
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