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Incubo psicologicamente introspettivo.
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| domenica 3 agosto 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Debutto cinematografico della 26enne fotografa/poetessa/coreografa Deren,ucraina residente in America dal '22.Quattro anni prima del "Fireworks" di Kenneth Anger,un piccolo capolavoro del cinema d'avanguardia underground,dove l'ottima padronanza delle tecniche sperimentali come il rallenty,l'esposizione multipla e il jump cut crea un vortice di immagini onirico e disturbante.Psicoanalisi e flusso di coscienza si intersecano in un continuum spiraliforme,di comprensione non facile anche dopo diverse visioni,ma di sorprendente fascino allucinatorio.E la protagonista,unica interprete ad eccezione del marito Hammid,ha una bellezza e una presenza scenica notevoli.Un film ancora oggi impressionante,e stupefacente per il periodo in cui è stato girato,giudicato da alcuni come un saggio sull'immaginario del cinema noir.Di certo sono evidenti i riferimenti a Bunuel e Cocteau.Nel '59,pochi anni prima della morte della regista,furono aggiunte le musiche dissonanti di Teiji Ito,ma circolano versioni con altre musiche differenti.Innumerevoli ispirazioni e imitazioni nel corso degli anni,come gli esperimenti di Stan Brakhage o le atmosfere di David Lynch.Visione obbligatoria per chiunque ami il genere,e il cinema serio naturalmente.
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