Zero in condotta |
||||||||||||
Un film di Jean Vigo.
Con Jean Dasté, Delphin, Louis De Gonzague-Frik
Titolo originale Zéro de conduite.
Commedia,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 47 min.
- Francia 1933.
MYMONETRO
Zero in condotta
valutazione media:
4,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||
|
||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Zero in condottadi Giulia WildChildFeedback: 3 |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
sabato 16 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E’ il 1933, esattamente 80 anni fa. Dunque, nel 1933 un giovanissimo cineasta francese di nome Jean Vigo realizza il suo terzo film, Zero in condotta ( Zéro de conduite). La durata del film è di 41 minuti; nemmeno un’ora di pellicola e Jean Vigo è riuscito a prendere a sberle la società ( che si sentì così minacciata da censurare il film) e a creare, al tempo stesso, uno di quei “gioielli” della storia del cinema. Inizia tutto con un treno che, proprio come fa una sentinella quando riporta i prigionieri in cella dopo l’ora d’aria, trasporta due ragazzi nella loro scuola, dopo le vacanze estive. L’ora d’aria è finita, si ritorna all’austerità, all’oppressione. Il collegio è lì che attende gli studenti; tutto è rigido, tutto è ordine, i ragazzi marciano a file di due per volta. Tre degli studenti (Caussat, Colin e Briel) organizzano uno scherzo, ed ecco che, a punirli, arriva subito lo “zero in condotta”. Zero in condotta perché non ci si può alleare, non si può complottare contro i “potenti”, non ci si può divertire. Insomma, non si può essere ragazzi in un collegio per ragazzi; tutto quello che si deve fare è obbedire, rispettare le regole per diventare degli adulti, adulti come chi comanda la scuola. Essi sono pochi e tremendi, ad eccezione dello stravagante istitutore Huguet, dimostrazione vivente che non tutti gli adulti sono inflessibili e così tremendamente “borghesi”. “Cornacchia”, uno dei docenti, ruba i dolci dei ragazzi, proprio come un vero bambino cattivo (chi è che merita davvero lo zero in condotta?). Ma il vero divertimento che ci propone Vigo, sta nel presentarci una figura fondamentale di questo ambiente scolastico e sociale: il rettore del collegio, la figura più temuta e temibile in assoluto. Egli fa il suo ingresso trionfale, mentre i ragazzi sono intenti ad uscire con Huguet e, sorpresa sorpresa, il rettore altri non è che un nanetto! Composto e ridicolo, elegante e buffo, egli è proprio l’incarnazione della risata sotto i baffi di un regista che di baffi non ne aveva nemmeno uno, ma di ironia ne aveva da vendere. Il film sta giungendo al termine, e al gruppetto dei tre ragazzi si aggiunge finalmente il quarto, Tabart che durante tutto il film era stato oggetto di prese in giro per i suoi tratti così femminili e delicati, ma di cui la macchina da presa ci aveva già sapientemente lasciato intendere che il suo ruolo non sarebbe rimasto quello di semplice personaggio passivo-inoffensivo. I 41 minuti stanno per esaurirsi e il film non può che terminare nel migliore dei modi: la vera e propria ribellione. Ci sono riusciti, i ragazzi sono liberi finalmente di sfogare tutta la loro voglia di gridare, urlare e schernire i “grandi”, i “potenti”, i veri “zero in condotta della vita”. Caussat, Colin, Briel e Tabart salgono sul tetto dell’edificio, mettendo i piedi in testa al simbolo della repressione, gloriosi e fieri, acclamati dai loro compagni. Ed è con questa immagine che si conclude uno dei più bei film di sempre, con questi quattro giovani, vittoriosi battaglieri che salutano dall’alto, e quasi si confondono con la luce del cielo.
[+] lascia un commento a giulia wildchild »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||