Swimming Pool |
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Un film di François Ozon.
Con Charlotte Rampling, Ludivine Sagnier, Charles Dance, Marc Fayolle, Jean Marie Lamour.
continua»
Commedia,
durata 102 min.
- Francia 2003.
- Bim Distribuzione
MYMONETRO
Swimming Pool
valutazione media:
3,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Lorenzo Maiello
La repubblica
Quante volte vi hanno detto: ah quello è proprio un film francese. o anche: adoro i film francesi, detesto il cinema francese? Ovviamente. sono banalizzazioni. Come tutti gli altri; i francesi fanno film d’autore, di cassetta, romantici, cinici, lenti. rock, belli e brutti. Però questo è proprio un film francese! Una giallista inglese di successo ma in crisi di ispirazione, Charlotte Rampling, viene spedita dal suo editore francese (amante o ex amante) in una bella casa di campagna. Tutto tranquillo finché, sotto forma di ciclone, piomba in casa la figlia dell’editore, Ludivine Sagnier. La scrittrice è fredda, mangiatrice di yogurt, ama il silenzio, attenta ai bisogni degli altri (editorialmente), ma anche triste. La ragazza è spudoratarnente bella, bulirnica di cibo, sesso, alcol, patologicamente rivolta agli altri (sessualmente), ma anche piena di vitalità. All’inizio, ovviamente, si odiano; poi piano piano scatta qualcosa. E qui ci sono le cose migliori del film: la scrittrice riscopre il corpo, diventa più bella e non è più accondiscendente (editorialmente); la ragazza riscopre l’interiorità, un po’ si imbruttisce ed è meno accondiscentente (sessualmente). Bravissima nel cambiamento e coraggiosa a mostrarsi tutta nuda la Rampling; spaventosamente sensuale la Sagnier. In mezzo, metafore, psicanalìsmi e simbolismi come se piovesse: il crocifisso tolto, rimesso dalla ragazza e ritolto dalla scrittrice; la piscina del titolo che finché è sporca ci nuota solo la ragazza e quando è pulita ci nuota anche la scrittrice; una costante e autoriferìta analisi dell’autore, perché di fior d’autore si tratta (ricordate il successo di Otto donne?) sui meccanismi dell’ispirazione. Ed il finale giallo forse è reale o forse è solo immaginato dal regista (o dalla sua alter ago scrittrice). Ultima nota: in un film attentissimo ai dettagli e ambientato “ai giorni nostri”, ci si telefona scomodamente (e non ci si trova quasi mai) da cabine telefoniche o dai telefoni di casa e ufficio. Come nei film di Nanni Moretti, né la scrittrice di successo, né la ragazzina ipermoderna, né l’editore ricco, hanno un cellulare. Ma gli si è mai rotta la macchina di notte, in campagna, a questi diavolo di intellettuali?
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