Un chien andalou

Il film che costò a Buñuel l’amicizia con Lorca

Torna in dvd Un cane andaluso, opera prima del regista spagnolo. Entusiasmò Picasso e Breton, ma offese il poeta Garcia Lorca.
Parigi, 6 giugno 1929. Nella sala dello Studio des Ursulines, la crème della cultura francese è in fermento. Con Le Corbusier e Pablo Picasso, prende posto in platea il gruppo surrealista al gran completo. Ci sono Man Ray e André Breton, i pittori Max Ernst e René Magritte, i poeti Tristan Tzara e Paul Éluard. Tutti in attesa di vedere proiettata una pellicola di sedici minuti dal titolo misterioso: Un chien andalou. Nella prima scena, un uomo taglia in due l'occhio di una donna con un rasoio da barba. Dietro le quinte, intanto, il giovane regista che firma l'opera, Luis Buñuel, se ne sta in attesa con un pugno di sassi nascosti in tasca. Pronti da scagliare in caso di disapprovazione del pubblico.
Ma non ce ne sarà bisogno. Quelle immagini, nate dai sogni di Buñuel e dell'amico Salvador Dalí, strappano un'ovazione. Perché, pura associazione di deliri onirici generati dall'inconscio, materializzano sullo schermo la poetica surrealista. Esattamente ottant'anni dopo, il film torna vestito di nuovo in un cofanetto RaroVideo a cura di Enrico Ghezzi e Donatello Fumarola (Luis Buñuel. L'occhio tagliato: la ferita del cinema, due dvd più un libro, Minerva RaroVideo, euro 34,90), che comprende anche le due opere successive del maestro spagnolo: L'âge d'or e Las Hurdes, più un volumetto con contributi inediti di Jean Vigo, George Bataille, André Breton, Antonin Artaud, Aldo Nove e Tommaso Pincio.
In questi ottant'anni, Un chien andalou ha influenzato mode e culture. Amato da Chaplin e da David Bowie, che apriva a metà anni Settanta il tour Station to Station proiettandolo, era odiato da Federico García Lorca: il poeta, già amico di Buñuel, credette per anni di essere lui il cane andaluso del titolo.
Da Il Venerdì di Repubblica, 5 giugno 2009

di Dario Pappalardo, 5 giugno 2009