Giuseppe Marotta
Il cielo grattato, gualcito, contuso, di New York. Le innumeri vie d'accesso alla città, qui sotterranee là soprelevate, oblique in curva, lisce come fiumi, gremite di veicoli; e se alzate il capo vedete nuvole di aerei ché arrivano o che partono, uno di essi viene certamente dal paese di chi gli rivolge un'occhiata distratta, nel 1890 era una diligenza. La statua della Libertà, l'Hudson, il mare, i transatlantici. Sulle rotaie ferroviarie l'urlo e il vento dei treni aerodinamici. Gli scintillanti pullman allineati nelle autostazioni. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (6202 caratteri spazi inclusi) su 1956