Sex appeal formato Ricci. Già ragazza prodigio nella 'Famiglia Addams', la regina del gotico torna con due film. Sempre più dark. E con ruoli ambigui. Fra eros, mistero e perversioni
di Silvia Bizio La Repubblica
Di recente Christina Ricci ha tolto dai suoi scaffali i libri e li ha riempiti di scarpe. "Con un rapido calcolo ho realizzato di avere più scarpe che libri", confessa l'attrice californiana di 27 anni, nel cinema fin da bambina (debuttò a 11 anni col ruolo della 'dark' Wednesday in 'Addams Family'). "All'inizio ho provato vergogna: speravo che nessuno entrando a casa mia se ne rendesse conto. Poi ho pensato: chi se ne frega, tanto so di non essere un'idiota". Con 39 film in curriculum, che la minuta ed eccentrica Ricci non sia un'idiota è chiaro a tutti, non solo per via delle sua scelte artistiche, ma per il modo in cui è riuscita a compiere la delicata transizione da attrice bambina ad adolescente turbata e anoressica fino all'estremo opposto, con quei chili in più che ne fanno una voluttuosa sex-symbol, immagine immortalata nella commedia picaresca 'The Opposite of Sex', del 1998 e confermata dai due film in uscita, 'Black Snake Moan' e 'Penelope'.
La Ricci non è una di quelle attrici che quando entrano in una stanza richiedono la completa e immediata attenzione dei presenti: con la voce bassa e un portamento casual e quasi dimesso, non fa mistero della sua avversione per gli incontri con la stampa o del suo ambiguo rapporto col mondo esterno al di fuori del gruppo di amici (quasi tutti attori e artisti), nel quartiere bohémien di Los Feliz, a Los Angeles, dove vive.
Se qualcuno ancora nutre dubbi sulla sua maturazione personale e professionale, basta dare un'occhiata ai suoi due nuovi ruoli per ricredersi: furia scatenata e quasi sempre seminuda in 'Black Snake Moan', racconto 'gotico' ambientato nel sud degli Stati Uniti diretto da Craig Brewer (già regista di 'Hustle & Flow'); infelice rampolla di una famiglia ricca in 'Penelope', una favola in cui la giovane, nata con una malformazione facciale (ha un naso suino), viene rinchiusa dai genitori nella casa di Londra in attesa di un principe azzurro capace di cancellare la maledizione. Il film è prodotto da Reese Whiterspoon, che vi appare in un ruolo da spalla, e diretto dal debuttante Mark Palansky.
In 'Black Snake Moan' la Ricci letteralmente esplode: interpreta Rae, una giovane donna danneggiata dagli abusi sessuali sofferti quando era piccola, che ora offre il suo corpo a tutti gli uomini che incontra. Uno di questi è interpretato da Justin Timberlake, un poco di buono che la picchia e credendola morta l'abbandona in mezzo a una strada. La ragazza viene presa in cura da un ex musicista blues (Samuel L. Jackson), il quale per liberarla dai demoni che la posseggono non trova di meglio che incatenarla a un termosifone: ed è così che la Ricci, in mutandine e stretta da una pesante catena, passa la seconda metà del film.
I produttori di 'Black Snake Moan', tra cui John Singleton, inizialmente non volevano nemmeno prendere in considerazione la Ricci per un provino. "Sono sicura che come la maggior parte della gente a Hollywood anche loro mi ritenevano troppo cerebrale o eccentrica per recitare una contadina trash del Tennessee", spiega l'attrice. Lei allora si è tinta i capelli di biondo e ha imparato l'accento del Sud. "Ho detto al mio terapista che se non mi avessero dato la parte avrei smesso di recitare, perché non avrei più saputo cos'è che questa industria si aspetta da me". Guarda caso la Ricci si è esibita in un'audizione che ha finito per sconvolgere tutti. "Nessuno sa recitare un'isterica meglio di me", assicura lei lasciandosi scappare una rara risata.
Le numerose scene di nudo in 'Black Snake Moan' non l'hanno intimorita, lei che nel passato aveva rifiutato decine di film proprio perché imponevano dei nudi. "In questo caso erano assolutamente necessarie", spiega: "Ho la mia moralità, sarà semplicistca e infantile, ma credo di saper percepire subito le intenzioni negative in una sceneggiatura e, se le sento, non posso partecipare. Comunque con questo film penso di aver fatto abbastanza sesso per i prossimi due anni della mia carriera".
Da L’Espresso, 26 aprile 2007
di Silvia Bizio, 26 aprile 2007