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Da Trash - I rifiuti di New York a Generation Um... non sono trascorsi solo 42 anni. Andy Warhol disponeva di una traballante cinepresa, in Trash, ufficialmente firmato da Morissey, disponeva anche di una traballante sceneggiatura, al contrario dei suoi precedenti film sperimentali rivoluzionari dove la realtà veniva descritta nel suo divenire casuale, con risultati spiazzanti e sconvolgenti. Anche nel film di Mann uno strumento di ripresa assume il ruolo di protagonista ma in questo caso si tratta di un artificio narrativo che fa intervenire un deus ex machina a smuovere acque immobili e putride, acque nelle quali tentano di sopravvivere i tre protagonisti, l'indefinito John e le due disperate prostitute. Il film inizia come un tranche de vie e forse sarebbe stato meglio se Mann avesse avuto il coraggio di omaggiare di più Warhol e continuare così, con uno sguardo distaccato da entomologo. E invece no, per paura di diventare noioso Mann diventa noiosissimo e fa diventare la telecamera rubata dal protagonista un semplice microfono che raccoglie le ben poco coinvolgenti confessioni dei tre disperati. In definitiva un'occasione sprecata, gli interpreti sono validi, è la sceneggiatura che é dura da digerire.. A volte é meglio non averla per nulla, come dimostrato da Morissey/Warhol
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