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Mickey Rourke o lo si ama o si odia, e per chi lo ama in questo film è decisamente e come di consueto straordinario nella sua faccia, sguardo, sorriso, ruolo, personaggio da anti eroe pieno di rimpianti, rassegnato, imperfetto, affranto, ma ancora vivo e con la schiena ben dritta. In mano a Walter Hill, che aveva ben diretto l'attore nello splendido Johnny il Bello, questo film avrebbe avuto miglior fortuna, un ritmo più serrato e una migliore congenialità. Il regista Simon Wincer (Free Willy, D.a.r.y.l.) ne confenziona invece una commedia d'azione a tratti esilarante e dalla sceneggiatura spesso inverosimile e con qualche buco. Ciò nonostante l'intero film è supportato e risollevato dalla presenza dei due divi anni ottanta decaduti per eccellenza, Mickey Rourke e Don Johnson, sprizzante coppia che funziona a dovere con scambi veloci di battute, scontri e abbracci, confessioni e ammissioni, complicità e attriti, in stile Butch Cassidy e Sundance Kid. Mickey Rourke sembra un po' scombinato con i capelli corti e il giubbotto da motociclista, ma i panni dell'uomo dal cuore spezzato che vive alla giornata sembrano fatti su misura per lui, affiancato allo stesso tempo da un Don Johnson più riflessivo ma altrettanto simpatico. Sarà pure un film d'azione stereotipato, prevedibile, un po' spicciolo, ma di pellicole come questa, con battute a scatti che rimangono impressi o che divertono, con due protagonisti del genere tra malinconia e ironia, comicità e retorica, non ce ne sono più e a volte ce ne sarebbe proprio bisogno. Basterebbe anche solo il finale. Pur confessando l'affetto reciproco, i due protagonisti a malincuore si separano. Il cowboy Don Johnson riprende a inseguire le sue ambizioni da campione del rodeo, mentre sotto un cielo sfuocato che sembra volgere al tramonto, accarezzato da una nostalgica canzone pop rock in puro stile anni ottanta, Mickey Rourke, sulla sua moto, fa salire un'attraente autostoppista e poi se ne va, per l'autostrada californiana. Godibile.
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