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Commedia con elementi fantastici, che si distingue perché contiene al suo interno vari sketch comici e numeri di cabaret, che in effetti costituiscono la parte più godibile dello spettacolo.
La trama alquanto semplice punta simpaticamente su equivoci e situazioni bislacche, ma a lungo andare l’assenza di una minima struttura razionale rende il film troppo infantile e indigesto.
L’opera appare decisamente debole nel suo complesso, con Danny Kaye che è chiamato a tenerla in piedi quasi da solo, con la sua verve comica irresistibile. Il frizzante e poliedrico artista americano ricopre ben due ruoli e si trova costantemente in scena, cimentandosi i numeri di vario genere che gli permettono di mostrare gran parte del suo ampio repertorio.
H. Bruce Humberstone, esperto regista di commedie e film musicali come questo, si occupa di dirigere la pellicola, introducendo alcune sequenze con trucchi visivi innovativi per l’epoca, tanto che la pellicola ricevette l’Oscar per i migliori effetti speciali.
La parte della protagonista femminile accanto a Keye venne affidata alla bionda Virginia Mayo; i due attori formarono un duetto convincente ed affiatato, tanto che a questa prima pellicola ne seguirono altre tre, girate nei tre anni successivi, in cui appunto venne riproposta l’accoppiata (il film più celebre della coppia è forse il terzo dei quattro, “Sogni proibiti” di Norman Z. McLeod, che in Italia è conosciuto anche per essere stato fatto oggetto di una famosa parodia con Paolo Villaggio che richiama l’opera originaria anche nel buffo titolo della versione italiana “Sogni mostruosamente proibiti”).
Del resto del cast si deve ricordare la bravissima ballerina Vera-Ellen, autrice di un pezzo di danza davvero notevole; il caratterista di origini ungheresi S.Z. Sakall, molto noto al tempo; e infine i due buffi ed improbabili sicari interpretati da Allen Jenkins e Edward Brophy.
La sceneggiatura è firmata da Don Hartman, Philip Rapp e Melville Shavelson, con quest’ultimo, decisamente il più noto dei tre, che dirigerà di nuovo Kaye in ben due pellicole, circa una quindicina di anni dopo.
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