Tre uomini in fuga |
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Un film di Gérard Oury.
Con Terry Thomas, Louis De Funès, Claudio Brook, Pierre Bertin, Andréa Parisy.
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Titolo originale La grande vadrouille.
Comico,
durata 118 min.
- Francia 1966.
MYMONETRO
Tre uomini in fuga
valutazione media:
4,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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eccelso film comico-seriodi elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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giovedì 14 maggio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"la Grande vadrouille"(Gérard Oury, 1966), coproduzione franco-inglese, con una certa presenza, però anche di interpreti gemranici, che interpetano ufficiali e soldati della"Wehrmacht"(e nel film in qualche battuta si richiama la ditinzione tra Wehrmacht e Gestapo, purtroppo mai troppo dicotomica), mostra come nel 1941 ci sia stato un significativo tentativo di liberare Parigi dall'occupazione nazista. Lo si fa in termini"comici", ma mai pedendo di vista la tragica realtà della guerra e dell'occupazione naxista: si mostra come lo spirito antinazista(e di riflesso antitedesco, all'epoca, con qualche coda precedente e successiva, visto che Francia e Germania-un tempo Prussia di guerre ne avevano viste varie, già nel 1700-1800), di rivalsa contro i"Boches"penetrasse fin nelle sublimi marionette del"Guignol". Poi tutta la parte relativa al pre.fuga, quando i Francesi e anche qualche Inglese(appunto inivato a libetare la Francia, su oridine diretto di WInston Churchill, come sappiamo dalla storia)si trovano alloggiati anche alla"Ortskommandatur", ossia al comando locale a Parigi del"Terzo Reich". e là scmabi di uniformi, di stanze , di cibi, addirittura con l'errata permanenza dei due Francesi nella stanza che ospita due ufficialoni"Nazi". C'è poi anche il tema della guerra guerreggiata, con un'ironia sulla stessa, che però non arriva mai a deridere chi per la patria(possibilmente anche per una patria universale, nel segno della pace, anche se all'epoca tale concezione non era ancora universalmente radicata, purtroppo, ma lo era da tempo nel 1966, anno di realizzane del film, realizzato non a caso a vent'anni dalla fne della Seconda Guerra Mondiale). La fuga è splendida, illustrata nel modo più comicamente consono a quanto si voleva e doveva rappresentare, persino con enormi zucche buttate insieme da Birtitannici e Francesi sugli automezzi bellici dei nazisti, con le ovvie conseguenze immaginabili(sbandamenti, uscite fuoristrada, disastri e incidenti vari). C'è poi il tema dei baffi, considerati simbolo tipico dei Britannici, che il grande Terry-Thomas, agente appunto della Royal Force, è costretto a tagliare per non dare nell'occhio. Tre grandi interpreti , appunto Bourvil(che impersona i Francese del popolo, intelligente ma forse un po'meno acculturato e dotto), Louis de Funés, il francese aristocratico(tra l'altro sembra lo fosse davvero)e appunto Terry-Thomas, beffardo english man forever...Raro esempio di come il cinema comico abbia saputo e potuto rappresentare, in modo del tutto adeguato, la storia e la sua espressione più terribile, il conflitto mondiale unito al folle imperialismo nazista, in una prospettiva di unità europea allora ancora sostanzialmente in nuce, poi realizzatasi diversamente da come i vari Schumann, Adenauer, Degasperi(e lo stesso sir Winston Churchill)avrebbero voluto attuarla. Ma l'utopia, comunque presente a metà anni 1960, anche assieme al realismo nella constatazione della realtà dei due blocchi allora esistenti e della"guerra fredda", era ed è destinata ad infrangersi contro le istanze meramente economiche, finnaziarie anzi, e di birca quanto certo necessaria"Realpolitik"... Per cui il finale gesto di pace del film rimane tuttore soprattutto un auspicio... El Gato
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