mudvayne
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martedì 1 aprile 2008
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capolavoro della cinematografia mondiale
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La Cosa è un capolavoro punto e basta. Atmosfere agghiaccianti (il gruppo è totalmente isolato dal resto del mondo) e claustrofobiche,paranoia che dilaga di scena in scena,i "passaggi narrativi poco chiari" sono voluti dal regista,difatti per tutto il film non si capisce mai chi è la cosa (troppo semplice se lo si scopre da soli),gli effetti speciali straordinari e anche le ottime interpretazioni dell'intero cast (primo fra tutti Russell,ma bravi anche gli altri) non fanno nient'altro che chiudere il cerchio intorno a questo capolavoro della cinematografia MONDIALE,il finale cupo e pessimistico testimonia del messaggio che il regista vuole lasciarci,un'accusa,neanche troppo velata,alla società dell'epoca ormai quasi del tutto marcia e priva di valori,di cui non ci si può più fidare di niente e di nessuno.
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La Cosa è un capolavoro punto e basta. Atmosfere agghiaccianti (il gruppo è totalmente isolato dal resto del mondo) e claustrofobiche,paranoia che dilaga di scena in scena,i "passaggi narrativi poco chiari" sono voluti dal regista,difatti per tutto il film non si capisce mai chi è la cosa (troppo semplice se lo si scopre da soli),gli effetti speciali straordinari e anche le ottime interpretazioni dell'intero cast (primo fra tutti Russell,ma bravi anche gli altri) non fanno nient'altro che chiudere il cerchio intorno a questo capolavoro della cinematografia MONDIALE,il finale cupo e pessimistico testimonia del messaggio che il regista vuole lasciarci,un'accusa,neanche troppo velata,alla società dell'epoca ormai quasi del tutto marcia e priva di valori,di cui non ci si può più fidare di niente e di nessuno.
Per tutti coloro che non l'hanno mai visto (amanti e non del genere) un solo consiglio:DA VEDERE ASSOLUTAMENTE!
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chriss
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mercoledì 18 agosto 2010
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il più terrificante horror di carpenter...
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"Ci troviamo di fronte ad un organismo che imita le altre forme viventi. E le imita perfettamente... Questa Cosa ha attaccato i nostri cani ed ha tentato di digerirli, di assimilarli. E nel frattempo ha tentato di plasmarsi in modo da imitarli... Quella Cosa vuol diventare come noi. Se le sue cellule si diffondono potrebbero imitare qualunque essere sulla faccia della Terra... Forse ogni sua parte era qualcosa di intero. Ogni pezzettino era un singolo animale con un desiderio innato di proteggere la propria vita... Non usciremo vivi di qui, ma neanche la Cosa!" Nell' inverno del 1982, in Antartide, in una base scientifica americana, un husky viene inseguito da un elicottero norvegese.
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"Ci troviamo di fronte ad un organismo che imita le altre forme viventi. E le imita perfettamente... Questa Cosa ha attaccato i nostri cani ed ha tentato di digerirli, di assimilarli. E nel frattempo ha tentato di plasmarsi in modo da imitarli... Quella Cosa vuol diventare come noi. Se le sue cellule si diffondono potrebbero imitare qualunque essere sulla faccia della Terra... Forse ogni sua parte era qualcosa di intero. Ogni pezzettino era un singolo animale con un desiderio innato di proteggere la propria vita... Non usciremo vivi di qui, ma neanche la Cosa!" Nell' inverno del 1982, in Antartide, in una base scientifica americana, un husky viene inseguito da un elicottero norvegese. In realtà, il cane, non è quello che sembra. Uno dei due stranieri spara all' animale, ma finisce per ferire un uomo della base. Nella sparatoria successiva il cane si salverà, ma non l' inseguitore. La bestia, successivamente, verrà messa assieme alle altre in un recinto interno della base: dopo un pò si trasformerà in qualcosa di mai visto sulla faccia della Terra. Da questo punto in poi, comincerà una caccia alla Cosa, un nemico invisibile che può imitare prima e tramutarsi dopo in quel che vuole: cane, essere umano o qualsiasi altro essere vivente! Solo chi avrà i nervi più saldi riuscirà a salvare la pelle: ma per quanto? La Cosa sarà stata definitivamente uccisa o vive ancora dentro qualcuno? Non lo sapremo mai! La Cosa, di John Carpenter, è uno dei migliori film horror degli Anni Ottanta. E' anche il capolavoro del regista americano, il quale pare abbia anche contribuito a comporre le musiche. Con l' inquietante sottofondo musicale di Ennio Morricone, gli effetti speciali di Rob Bottin ed una trama angosciante, la Cosa entra di diritto nel firmamento dei più grandi horror mai fatti. Ci sono situazioni, in questo film, che raggelano lo spettatore fino all' ultimo secondo. La Cosa, infatti, è un organismo, un' entità invisibile che si aggira indisturbata per la base, prendendo di mira il primo malcapitato abitante per fonderlo col suo corpo. Ma la Cosa non ha un corpo, è questo il bello! E' solo tanti corpi che "marciscono" dentro di lei. Potendosi camuffarsi in questo modo, avrebbe tutte le carte in regola per spaventare il resto della popolazione umana. Con il passare del tempo, riesce a mettere tutti e dodici gli abitanti della base uno contro l' altro, creando il panico e la sfiducia generale. In più, come se non fosse sufficiente, la Cosa riesce a mettere pure il bastone tra le ruote agli umani ogni volta che hanno un' idea brillante per sterminarla. Proprio perché ora è uno di loro! Tutta la situazione, sviluppata magnificamente sulla scena dal regista, tra la neve ed i ghiacci dell' Antartide, dà, sia agli spettatori, sia agli occupanti della base, una sensazione permanente d' impotenza e smarrimento collettivo. Di fronte ad un essere così evoluto, così determinato a sopravvivere, c' è ben poco da sperare di cavarsela. Questo lo sa benissimo il dottore, che lo ha analizzato personalmente, anche attraverso i dati che riveve dal computer. E lo sa bene pure MacReady, il barbuto Kurt Russell, qui in una delle sue migliori performance. La migliore, aggiungo io. Forse solo in 1997: Fuga da New York, Russell ha potuto ripetere quell' impresa. Voglio terminare la mia recensione parlandovi delle emozioni che provai io. Ebbene: l' isolamento, la claustrofobia, la paura per l' ignoto, per l' invisibile, per l' arcano, sono sensazioni che tutti, prima o poi, potranno assaporare sul proprio corpo, durante la visione di questo Cult dell' horror. Solo con un' astuta trovata di MacReady, riusciranno, quantomeno, a capire chi è la Cosa e quale essere umano sarà divenuto. A rivederlo oggi, questo film, non fa poi più tanta paura, ma vi giuro che in quel lontano 1982, quantomeno mi aveva scosso. E non solo me, ma anche qualcuno un pò più grandicello. Non c' è da vergognarsene in fondo, per aver provato un pò di terrore. Quattro stelle strameritate al simpatico Carpenter per il suo miglior lavoro. Anzi, per il suo miglior horror! Il più terrificante! Al prossimo incubo. Chriss...
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nicolò
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giovedì 5 aprile 2007
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carpenter sulla scia di david cronenberg
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Nell'ambito dell'horror il tema delle mutazioni del corpo, animale e umano, è uno dei più sfruttati, in primis dal geniale regista canadese David Cronenberg. Con l'apporto dei più grandi tecnici di effetti speciali come Albert Whitlock ("Gli uccelli") e Stan Winston ("Terminator"), l'ottimo Carpenter ha firmato un thriller orrorifico con un'idea di base ben sviluppata: una creatura, dalla forma e provenienza ignota, s'inoltra fra l'equipaggio di una base in Antartide uccidendo tutti uno a uno; inoltre può assumere le sembianze dei corpi di cui s'impossessa. Il film contiene molti spunti da "Alien", il classico di Ridley Scott che lanciò Sigourney Weaver, ed è ammirevole per la scelta di Kurt Russell, che si discosta dal muscoloso eroe di "1997 - Fuga da New York", e per alcune sequenze di pura suspense.
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Nell'ambito dell'horror il tema delle mutazioni del corpo, animale e umano, è uno dei più sfruttati, in primis dal geniale regista canadese David Cronenberg. Con l'apporto dei più grandi tecnici di effetti speciali come Albert Whitlock ("Gli uccelli") e Stan Winston ("Terminator"), l'ottimo Carpenter ha firmato un thriller orrorifico con un'idea di base ben sviluppata: una creatura, dalla forma e provenienza ignota, s'inoltra fra l'equipaggio di una base in Antartide uccidendo tutti uno a uno; inoltre può assumere le sembianze dei corpi di cui s'impossessa. Il film contiene molti spunti da "Alien", il classico di Ridley Scott che lanciò Sigourney Weaver, ed è ammirevole per la scelta di Kurt Russell, che si discosta dal muscoloso eroe di "1997 - Fuga da New York", e per alcune sequenze di pura suspense. Il finale senza una lieta conclusione testimonia poi che Carpenter, pur con un budget hollywoodiano, conserva ancora la sua indipendendenza da regista di serie B, dato che nella mecca d'oro del cinema americano registi come Spielberg e altri, per non avere rogne, preferiscono terminare bene le loro opere. Bellissime musiche di Ennio Morricone
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andrea
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domenica 12 ottobre 2008
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horror tra i ghiacci sperduti
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Antartide. Una spedizione di scienziati è attaccata da una specie d'infezione che si insinua negli animali trasformandoli temporaneamente in alieni mostruosi. Spiazzante thriller/horror diretto dal regista cult John Carpenter, basato su un remake del 1951 'La cosa da un'altro mondo' di Christian Nyby e su un libro di John W. Campbell Jr. La sceneggiatura di Bill Lancaster alterna sapientemente orrore truculento a scene di dialogo spiazzanti e terrorizzanti, il cast diventa protagonista di una lotta tra esseri umani che si basa sul 'fidarsi del proprio compagno' e Carpenter dirige con passione una delle sue pellicole più riuscite ed apprezzate. Ennio Morricone, musicista Italiano, è una delle componenti che riescono a far decollare il film, con melodie musicali incisive che incutano timore, rendendo il film veramente unico nel suo genere.
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Antartide. Una spedizione di scienziati è attaccata da una specie d'infezione che si insinua negli animali trasformandoli temporaneamente in alieni mostruosi. Spiazzante thriller/horror diretto dal regista cult John Carpenter, basato su un remake del 1951 'La cosa da un'altro mondo' di Christian Nyby e su un libro di John W. Campbell Jr. La sceneggiatura di Bill Lancaster alterna sapientemente orrore truculento a scene di dialogo spiazzanti e terrorizzanti, il cast diventa protagonista di una lotta tra esseri umani che si basa sul 'fidarsi del proprio compagno' e Carpenter dirige con passione una delle sue pellicole più riuscite ed apprezzate. Ennio Morricone, musicista Italiano, è una delle componenti che riescono a far decollare il film, con melodie musicali incisive che incutano timore, rendendo il film veramente unico nel suo genere. Nel cast, un giovane Kurt Russell, il caratterista Keith David e Charles Hallahan. Vietato ai Minori di 18 anni.
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laurence316
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venerdì 14 luglio 2017
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the "thing" is gonna get you
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Non è, come potrebbe sembrare, un remake del classico del '51, La cosa da un altro mondo, ma bensì una nuova versione del racconto da cui anche quel film è tratto. Maggiormente fedele al testo letterario, La cosa di Carpenter (scritto dal figlio di Burt Lancaster, Bill), è un altro horror con al centro una creatura malvagia venuta dallo spazio (inevitabili, quindi, le reminiscenze di Alien), che si concentra in particolare sul versante psicologico, sulla reazione dei membri del gruppo, i quali iniziano a dividersi e a scontrarsi tra loro (ben presto anche lo spettatore non capisce più chi sia rimasto infettato e chi no).
E’ un film efficacissimo nel creare e mantenere la tensione, sa essere inquietante e disturbante e il suo pessimismo assoluto non lascia vie di scampo.
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Non è, come potrebbe sembrare, un remake del classico del '51, La cosa da un altro mondo, ma bensì una nuova versione del racconto da cui anche quel film è tratto. Maggiormente fedele al testo letterario, La cosa di Carpenter (scritto dal figlio di Burt Lancaster, Bill), è un altro horror con al centro una creatura malvagia venuta dallo spazio (inevitabili, quindi, le reminiscenze di Alien), che si concentra in particolare sul versante psicologico, sulla reazione dei membri del gruppo, i quali iniziano a dividersi e a scontrarsi tra loro (ben presto anche lo spettatore non capisce più chi sia rimasto infettato e chi no).
E’ un film efficacissimo nel creare e mantenere la tensione, sa essere inquietante e disturbante e il suo pessimismo assoluto non lascia vie di scampo. Gli effetti speciali, poi, vera colonna portante del film, sono inventivi e realizzati a regola d’arte, e i design dei mostri (ad opera di Rob Bottin, all’epoca appena 22enne), per quanto un po’ kitsch, sono d’indubbia efficacia.
L’ambientazione è suggestiva (il film è stato girato soprattutto negli studios della Universal a Los Angeles, dove la temperatura venne portata a meno di 5° per ricreare le necessarie condizioni climatiche a simulare l'Antartide), sono diverse le scene memorabili (ad esempio, quella in cui, per individuare gli infetti, MacReady fa prelevare il sangue ad ognuno, per poi scaricarvi sopra una leggera carica elettrica, o il finale confronto con la “creatura”) e la colonna sonora di Morricone ha una sua sinistra suggestione.
Ingiustamente snobbato dal pubblico al tempo dell’uscita (probabilmente anche a causa del modello contemporaneo ma del tutto antitetico di zuccheroso ottimismo proposto da E.T.-L’extra-terrestre di Spielberg), La cosa è, in seguito, diventato, un cult ed ha finito per esercitare un enorme influenza su (quasi) tutto il cinema di genere successivo.
Curiosità: il cane del film, Jed, mezzo lupo e mezzo husky, figura ormai divenuta iconica, veramente notevole nella sua singolare capacità di riuscire ad evitare di guardare in macchina, sarà Zanna Bianca nell’omonimo film del 1991 e nel suo seguito La leggenda di Zanna Bianca.
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sir gient
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martedì 3 febbraio 2015
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...pensando alla cosa....
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Pensando a Campbell e ai suoi racconti di fantascienza che leggeva mio padre (i figli di Mu) mi viene da pensare che ai giorni nostri la fantasia e l'amore per la fantascienza pura hanno lasciato spazio ad un disordine reale in cui spesso si cerca di fantasticare poco e basare la proiezione del futuro fantascientifico su concetti reali attuali e immaginare come la tecnologia del momento possa evolversi nel tempo. Resta un concreto modo di pensare legato più alla fisica che alla quantistica. A me piace pensare alla fantascienza come ad un'immagginario mondo futuristico dove la fantasia oltrepassa di gran lunga la realtà e non viceversa.
Detto questo, parlando de "La Cosa" che dire se non assolutamente splendido.
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Pensando a Campbell e ai suoi racconti di fantascienza che leggeva mio padre (i figli di Mu) mi viene da pensare che ai giorni nostri la fantasia e l'amore per la fantascienza pura hanno lasciato spazio ad un disordine reale in cui spesso si cerca di fantasticare poco e basare la proiezione del futuro fantascientifico su concetti reali attuali e immaginare come la tecnologia del momento possa evolversi nel tempo. Resta un concreto modo di pensare legato più alla fisica che alla quantistica. A me piace pensare alla fantascienza come ad un'immagginario mondo futuristico dove la fantasia oltrepassa di gran lunga la realtà e non viceversa.
Detto questo, parlando de "La Cosa" che dire se non assolutamente splendido... un film che rispecchia molto il libro di Campbell e che rende anche omaggio, al primo film "the thing from another world" tratto dal racconto originale, film del 1951 se non ricordo male, in bianco e nero.
Qui Carpenter magistralmente, aiutato da un cast arricchito da un incredibile Kurt Russel e da effetti speciali che lasciano lo spettatore incollato al seggiolino, riesce ad addentrarsi nel più profondo del nostro inconscio arricchendo ancora di più il nostro animo della paura dell'ignoto, della cosa sconosciuta, che porta morte e distruzione e che riesce a nascondersi, a mimetizzarsi tra di noi, come un male oscuro, la cui unica cura è la morte.
Le musiche, le scene iniziali del cane che scappa inseguito da un elicottero norvegese, lasciano lo spettatore in attesa....non sa ancora cosa sta per accadere, non sa che tra i ghiacci perenni si annida un alieno, un mostro, un essere, una COSA che può essere tutto e niente, una minaccia per gli operatori della base antartica e per l'intera umanità.
Se non lo avete visto, prendetevi una birra ghiacciata, attaccatevi sul divano e state attenti a chi avete vicino...non si sa mai....e se sarete troppo stanchi per fuggire... sedetevi ed aspettate, vedremo cosa succederà !!
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stefano burini
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giovedì 6 gennaio 2011
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il top di carpenter: un capolavoro fanta-horror.
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Angosciante e claustrofobico fanta-horror, con ogni probabilità il capolavoro del grandissimo (e purtroppo decaduto) John Carpenter; uscì in piena E.T.-mania finendo per rivelarsi un flop al botteghino in virtù della sua natura oscura e maligna che si contrapponeva alla visione buonista spielbergiana, per poi diventare un cult movie negli anni successivi e recuperare terreno nel mercato dell’home video. Carpenter condensa in un unico film la summa della propria poetica e le tematiche apocalittiche e orrorifche che hanno sempre contraddistinto il suo modo di fare cinema: un universo ostile in cui il genere umano rappresenta una specie in via d’estinzione, assediata sul proprio pianeta da spaventose forme di vita aliene mutaforma e in cui l’ultimo baluardo prima dell’invasione è rappresentato da un manipoli di scienziati asserragliati in una base di ricerca in antartide.
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Angosciante e claustrofobico fanta-horror, con ogni probabilità il capolavoro del grandissimo (e purtroppo decaduto) John Carpenter; uscì in piena E.T.-mania finendo per rivelarsi un flop al botteghino in virtù della sua natura oscura e maligna che si contrapponeva alla visione buonista spielbergiana, per poi diventare un cult movie negli anni successivi e recuperare terreno nel mercato dell’home video. Carpenter condensa in un unico film la summa della propria poetica e le tematiche apocalittiche e orrorifche che hanno sempre contraddistinto il suo modo di fare cinema: un universo ostile in cui il genere umano rappresenta una specie in via d’estinzione, assediata sul proprio pianeta da spaventose forme di vita aliene mutaforma e in cui l’ultimo baluardo prima dell’invasione è rappresentato da un manipoli di scienziati asserragliati in una base di ricerca in antartide.
Atmosfere lovecraftiane (basti pensare a At The Mountain Of Madness..), a metà tra horror, thriller e leggenda, un clima morboso ed insinuante e gli stupefacenti (e truculenti) effetti visivi curti da Stan Winston e Albert Whitlock rappresentano i punti cardine di una pellicola innovativa, ricca di influenze tra le più disparate e di un inquietante sottobosco di metafore e suggestioni riconducibili a un immaginario tipicamente carpenteriano e cronenbergiano in cui le fattezze del corpo umano rappresentano semplici vestigia in cui si annida il male, sopito, latente e pronto a tornare prepotentemente alla luce, fattezze destinate ad essere trasformate, dilaniate e a rivelare da un punto di vista visivo ciò che è già scritto dentro di noi.
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dandy
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domenica 3 aprile 2011
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il più clamoroso colpo di sfortuna di carpenter.
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Carpenter ha sempre avuto un pregio rispetto ad altri suoi colleghi,molto più fortunati di lui.Nella stragrande maggioranza della sua carriera ha girato sempre e solo quello che lui voleva girare,e come lo voleva girare.Senza badare troppo alle aspettative di produttori,distributori,e soprattutto di un pubblico per cui un film deve per forza essere così o per forza deve essere cosà.Altrimanti niente incassi.E così è stato,per la maggiorparte dei suoi film.Ma qui la storia è un pò diversa."La cosa" ebbe la sventura di uscire nelle sale più o meno contemporaneamente a "E.T."Il pubblico(con tutto il rispetto per il mitico film di Spielberg),ormai intestardito dall'immagine dell"'alieno buono",trovò intollerabile l'idea di una così terrificante minaccia dallo spazio.
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Carpenter ha sempre avuto un pregio rispetto ad altri suoi colleghi,molto più fortunati di lui.Nella stragrande maggioranza della sua carriera ha girato sempre e solo quello che lui voleva girare,e come lo voleva girare.Senza badare troppo alle aspettative di produttori,distributori,e soprattutto di un pubblico per cui un film deve per forza essere così o per forza deve essere cosà.Altrimanti niente incassi.E così è stato,per la maggiorparte dei suoi film.Ma qui la storia è un pò diversa."La cosa" ebbe la sventura di uscire nelle sale più o meno contemporaneamente a "E.T."Il pubblico(con tutto il rispetto per il mitico film di Spielberg),ormai intestardito dall'immagine dell"'alieno buono",trovò intollerabile l'idea di una così terrificante minaccia dallo spazio.E così quello che avrebbe dovuto diventare un cult fantascientifico/horrorifico alla pari di "Alien",fù l'ennesimo flop dello sventuratissimo maestro.Ora veniamo al film di persè.E' il remake del classico del'51 firmato Howard hawks"La cosa da un altro mondo".Carpenter va ben aldilà del semplice omaggio.E' indubbio che con gli effetti speciali di Rob Bottin(davvero strabilianti per l'epoca)volesse colpire il pubblico,ancora estraneo a effetti digitali e in grado di stupirsi più facilmente.Ma come sempre non dimentica di omaggiare i suoi generi preferiti,cinematografici e non(oltre a reminiscenze da western,c'è un tocco di H.P.Lovecraft).Se da un lato le truculente trasformazioni dell'alieno sono le vere protagoniste,non mancano mai gli elementi tipici del cinema personale Carpenteriano:tensione e suspence magistrali,attori diretti come si deve,progressione drammatica ben orchestrata,e finale pessimista nonchè "aperto, in questo caso(non si sa per certo se la cosa è definitivamente annientata,ne che ne srà dei due superstiti).Sempre in linea con lo stile del regista non tutto è proprio chiaro(come ha fatto Blair a venire infettato e come si costruisce l'astronave?).E' lo scotto da pagare se si è fan del regista.E se lo siete,non vi pentirete minimamente di riscoprire questo gioiello ingiustamente stroncato,ancora in attesa come altri film di Carpenter di ricevere il successo che merita.Due piccole curiosità:la colonna sonora una volta tanto non è del regista,ma di Ennio Morricone.E la voce del computer con cui Mac Ready gioca è di Adrienne Barbeau,moglie del regista.
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ppp92
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giovedì 8 settembre 2011
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alta tensione fra i ghiacci
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Antartide, 1982. La quiete di una base scientifica statunitense viene interrotta dall’arrivo di un elicottero che sta inseguendo un husky; scesi due uomini intenti ad uccidere il cane, vengono freddati dall’equipe di americani. Inconsapevoli delle conseguenze e ancora scossi dall’accaduto gli americani rinchiudono l’animale con gli altri husky nel canile della base. Pochi minuti dopo l’attenzione degli uomini viene richiamata al canile a causa di lamenti terribili provenienti da quello: il cane si è rivelato un mostro ed ha mangiato i suoi simili… Il dottore della base quindi teorizza che nell’animale si sia installata una ‘cosa’, una creatura aliena che assale gli esseri viventi e ne prende le sembianze, dopo averli uccisi.
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Antartide, 1982. La quiete di una base scientifica statunitense viene interrotta dall’arrivo di un elicottero che sta inseguendo un husky; scesi due uomini intenti ad uccidere il cane, vengono freddati dall’equipe di americani. Inconsapevoli delle conseguenze e ancora scossi dall’accaduto gli americani rinchiudono l’animale con gli altri husky nel canile della base. Pochi minuti dopo l’attenzione degli uomini viene richiamata al canile a causa di lamenti terribili provenienti da quello: il cane si è rivelato un mostro ed ha mangiato i suoi simili… Il dottore della base quindi teorizza che nell’animale si sia installata una ‘cosa’, una creatura aliena che assale gli esseri viventi e ne prende le sembianze, dopo averli uccisi. Inizia così la caccia alla ‘cosa’ , che finirà con l’eliminazione di tutto l’equipaggio e (forse) della forma aliena.
Ottima rivisitazione di John Carpenter de ‘La cosa da un altro mondo’ (Howard Hawks, 1951) a basso costo, ha inspiegabilmente ottenuto bassi incassi all’uscita nei cinema diventando però con il tempo un vero e proprio film cult del genere fantascienza-horror. Nel cast, sempre all’altezza, spicca l’interpretazione di Kurt Russell, già messosi in evidenza con lo stesso regista in ‘1997: Fuga da New York’. Notevoli gli effetti speciali utilizzati e il trucco affidato a Rob Bottin per costruire i cadaveri e i corpi infestati dalla ‘cosa’. Da segnalare l’ottima colonna sonora composta dal nostro sempre eccelso Ennio Morricone. Secondo me i punti di forza del film sono la sensazione di claustrofobia e di solitudine dovute al luogo scelto e l’altissima suspense mantenuta nel corso degli eventi con una sensazione di ansia data non tanto da semplici spaventi continui, ma da una vera e propria costruzione narrativa ben sviluppata dal regista. Da profano del genere, lo consiglio.
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tony montana
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mercoledì 17 novembre 2010
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paranoico e terrificante capolavoro di carpenter
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Antartico. Un cane fugge dal campo norvegese e si rifugia presso quello statunitense, ma nella notte si trasforma in un essere tentacolato che tenta di uccidere gli altri animali. Spaventati, gli uomini lo bruciano, e un sopralluogo nel campo norvegese rende chiaro che la “cosa” era un essere proveniente dallo spazio…
Primo episodio della cosiddetta “Trilogia dell’Apocalisse” di John Carpenter insieme con Il Signore del Male e Il Seme della Follia, La Cosa è tratto dal racconto Who goes there? di John W. Campbell Jr, che già aveva ispirato La “cosa” da un altro mondo diretto da Christian Nyby e prodotto da Howard Hawks.
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Antartico. Un cane fugge dal campo norvegese e si rifugia presso quello statunitense, ma nella notte si trasforma in un essere tentacolato che tenta di uccidere gli altri animali. Spaventati, gli uomini lo bruciano, e un sopralluogo nel campo norvegese rende chiaro che la “cosa” era un essere proveniente dallo spazio…
Primo episodio della cosiddetta “Trilogia dell’Apocalisse” di John Carpenter insieme con Il Signore del Male e Il Seme della Follia, La Cosa è tratto dal racconto Who goes there? di John W. Campbell Jr, che già aveva ispirato La “cosa” da un altro mondo diretto da Christian Nyby e prodotto da Howard Hawks. Rispetto al film del ’51, Carpenter rispetta molto di più il materiale originale e crea grazie agli effetti speciali di Rob Bottin qualcosa di assolutamente inedito. Per gli standard cinematografici di inizio anni ’80, La Cosa è una pellicola indipendente (seppur prodotta dalla Universal) votata all’horror e dotata di una grande capacità di spaventare. Allo sguardo di oggi appare invece come un film d’azione violenta con un mostro extraterrestre al posto del classico cattivone. Ma è evidente fin dall’inizio come ciò che Carpenter voleva affrontare con questa pellicola era il concetto di “paranoia”. Non a caso se si esula la figura del mostro dal film, ciò che resta è una pellicola piuttosto intimista, estremamente claustrofobica, che fa della rottura della fiducia tra i personaggi il suo tema principale. Uscito negli Stati Uniti solo due settimane dopo E.T., e lo stesso giorno di Blade Runner, il film andò incontro ad un clamoroso insuccesso commerciale: costata 10 milioni di dollari, la pellicola ne incassò in patria poco più di 13, ma generò un fenomeno di culto che ancora oggi sembra in costante crescita. A questo certo non è estraneo il lavoro dell’allora ventiduenne Rob Bottin, cui si deve il concetto di “polimorfismo conglobante” della Cosa (che è in grado di imitare qualunque essere con il quale sia precedentemente entrata in contatto) e che ha nascosto a molti la precisione della sceneggiatura di Bill Lancaster, l’efficacia delle musiche di Ennio Morricone (e Carpenter), l’ottimo lavoro del direttore della fotografia Dean Cundey e soprattutto la capacità di John Carpenter di muoversi con facilità in un ambiente ristretto popolato però da molti personaggi. Riguardo l’aspetto visivo non si era mai vista una cosa del genere. Tutti gli effetti speciali sono realizzati con lattice e cavi elettrici – come il recente Alien vs Predator – e ci regalano degli alieni veramente spaventosi. Meglio di così non si poteva fare. La scena, inoltre, della creatura che si fa strada dalla bocca del cane, sventrando il povero animale, è sicuramente una delle più spaventose, se non la più spaventosa, della storia del cinema, fa proprio paura, si respira un’aria paranoica e claustrofobica quasi come in Alien di Ridley Scott. Un sanguinario gioco al gatto e al topo che culmina nella tragedia. E poi, lo ammetto, è un film di trent’anni fa, ma mi sono veramente cagato addosso. Poi ogni volta che lo rimettevano in TV, sul serio, avevo una fifa nera. Straordinario il cast, al primo posto un giovane Kurt Russell. Vietato ai minori di 18 anni. Capolavoro.
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