Un film modesto girato in modo altrettanto modesto.
Wang Yu non conosce le arti marziali: non ha stile né velocità nel tirare calci.
Le coreografie dei "combattimenti" sono solo delle risse da bar: pugni e larghi fendenti telefonati (sic!).
Facendo il verso ad un precedente film di Chang Cheh, decisamente più artistico ed evocativo, Wang Yu confeziona un pourpourrit razziale low budget, ove la componente marziale, così come le scenografie, sono pressoché inesistenti.
D'altra parte è solo patetico mettere in scena un eroe, presuntivamente invincibile, che per buona parte del film risulta impacciato e disperatamente lento nei movimenti a causa del braccio goffamente nascosto (e si vede, eccome!) sotto la capiente giacca.
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Un film modesto girato in modo altrettanto modesto.
Wang Yu non conosce le arti marziali: non ha stile né velocità nel tirare calci.
Le coreografie dei "combattimenti" sono solo delle risse da bar: pugni e larghi fendenti telefonati (sic!).
Facendo il verso ad un precedente film di Chang Cheh, decisamente più artistico ed evocativo, Wang Yu confeziona un pourpourrit razziale low budget, ove la componente marziale, così come le scenografie, sono pressoché inesistenti.
D'altra parte è solo patetico mettere in scena un eroe, presuntivamente invincibile, che per buona parte del film risulta impacciato e disperatamente lento nei movimenti a causa del braccio goffamente nascosto (e si vede, eccome!) sotto la capiente giacca.
Malgrado ciò, Wang Yu, la sua inestinguibile sete di vendetta e il suo braccio d'acciaio (nell'occasione affumicato per eveocare nello spettatore l'idea della robustezza) riuscirà nella disperata impresa di battere i più forti campioni di arti marziali d'oriente: epocale!
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