laurence316
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mercoledì 1 febbraio 2017
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discreto anime che si perde sul finale
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Formatosi alla Toei dove ha diretto il primo film dei Digimon, Mamoru Hosoda, ha fatto anche parte, per breve tempo, dello Studio Ghibli dove avrebbe dovuto dirigere Il castello errante di Howl. Una volta lasciato anche questo studio, approda infine alla Madhouse (casa dietro a tutte le produzioni di Satoshi Kon), dove dirige questo La ragazza che saltava nel tempo, un prodotto semplice e diretto, solo apparentemente complesso a causa della sua struttura narrativa intricata. Un anime non particolarmente originale, in cui ad una prima parte divertente e abbastanza ritmata fa seguito una seconda in cui, dovendo tirare le fila del discorso, il film rallenta e inizia ad annoiare, si fa macchinoso e sfilacciato, scontato e ripetitivo.
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Formatosi alla Toei dove ha diretto il primo film dei Digimon, Mamoru Hosoda, ha fatto anche parte, per breve tempo, dello Studio Ghibli dove avrebbe dovuto dirigere Il castello errante di Howl. Una volta lasciato anche questo studio, approda infine alla Madhouse (casa dietro a tutte le produzioni di Satoshi Kon), dove dirige questo La ragazza che saltava nel tempo, un prodotto semplice e diretto, solo apparentemente complesso a causa della sua struttura narrativa intricata. Un anime non particolarmente originale, in cui ad una prima parte divertente e abbastanza ritmata fa seguito una seconda in cui, dovendo tirare le fila del discorso, il film rallenta e inizia ad annoiare, si fa macchinoso e sfilacciato, scontato e ripetitivo. E la risoluzione finale, sempre che così si possa definirla, appare frettolosa, poco coerente e ispirata, ma soprattutto lacunosa, non riesce a riparare alle incongruenze che si erano via via andate a formare nel corso del lungometraggio. E, anzi, ne aggiunge di nuove: possibile che un semplice quadro sia una giustificazione sufficiente a tutte le vicissitudini del film? Inoltre, il finale inserimento della storia d'amore appare come una forzatura. Peccato, perché i personaggi sarebbero anche simpatici e lo spunto iniziale quantomeno interessante, ma tutto si perde in un mare di banalità e situazioni già viste. Animazioni comunque di buona qualità, anche se ancora viziate da qualche rigidità sempre difficile da superare, che danno il meglio di loro negli sfondi, sempre dettagliati e precisi. La ragazza che saltava nel tempo è, insomma, un'occasione sprecata, un soggetto intrigante che si risolve in un film sentimentale innocuo e commercialotto, che aveva le potenzialità per essere qualcosa di più, qualcosa di memorabile.
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leo 1993
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domenica 12 maggio 2013
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un fluido caos per descrivere tempo e destino
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“La ragazza che saltava nel tempo” è un anime particolarissimo e molto contorto.
I disegni sono puliti e semplici, riescono a farci immergere nel Giappone contemporaneo in cui si svolge la vicenda. La protagonista è Mokoto Konno una studentessa delle superiori molto vivace e brillante, ma in certe situazioni anche imbranata e maldestra.
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“La ragazza che saltava nel tempo” è un anime particolarissimo e molto contorto.
I disegni sono puliti e semplici, riescono a farci immergere nel Giappone contemporaneo in cui si svolge la vicenda. La protagonista è Mokoto Konno una studentessa delle superiori molto vivace e brillante, ma in certe situazioni anche imbranata e maldestra. Mokoto passa i pomeriggi con i due suoi più cari amici Chiaki e Kosuke, coi quali si diverte a giocare a baseball e cantare al karaoke.
Un giorno di scuola la ragazza inciampa nel laboratorio di scienze e per sbaglio urta un congegno che, come sarà rivelato più tardi, consente di viaggiare nel tempo.
Infatti Mokoto scoprirà che facendo un salto abbastanza lungo può tornare indietro nel tempo in un momento qualsiasi della sua vita.
Inizialmente la protagonista appare incredula e spaventata da questa sua nuova capacità, poi capisce che viaggiando nel tempo ha la possibilità di facilitarsi la vita facendo in modo che non si verifichino situazioni spiacevoli, imbarazzanti o semplicemente non desiderate.
Il film in questa parte risulterà molto divertente e comico: gli amici di Mokoto vedranno la ragazza scomparire da una parte e apparire da un'altra in continuazione. La giovane, ancora inesperta, nei suoi viaggi temporali parlando con Chiaki e Kosuke sbadatamente farà riferimento anche ad eventi che ancora devono accadere, scombinando la linearità del tempo. Tutto questo crea situazioni imbarazznti e spiacevoli quindi la ragazza per evitarle risalterà ancora un volta indietro nel tempo. E' un cane che si morde la coda, una trovata registica veramente efficace ed esilarante.
Le conseguenze dei suoi viaggi nel tempo però avranno degli effetti anche indesiderati: Mokoto infatti per evitare di spezzare il cuore ad un suo compagno di scuola che le ha dichiarato il suo amore, tornerà indietro nel tempo e farà in modo di evitare accuratamente di restare sola con lui. Queste azioni però sconvolgeranno ancora di più il mondo di Mokoto che vedrà l'amico innamorarsi di un'altra ragazza causando così la conseguente reazione di gelosia della protagonista.
I problemi si moltiplicheranno e l'atmosfera si farà sempre più cupa e contorta.
Poi una rivelazione sconcertante farà cambiare completamente tono al film che viene avvolto da un alone di tristezza e malinconia.
Il finale è veramente ben orchestrato e non banale, si sviscerano emozioni sentimentali condite con una goccia amara di angoscia e tristezza che non chiude però le porte ad un futuro di speranza.
Non sorprendono i numerosi premi attribuiti a questa chicca dell'animazione che colpisce per mille motivi: la trama quasi caotica, la fluidità con cui la pellicola scorre nonostante le emozioni contrastanti che si provano nella visione (prima paura, poi ilarità, tristezza e malinconia). Si affrontano tematiche come lo scorrere del tempo, l'importanza della fortuna e del destino nella nostra vita.
La regia scorre senza intoppi e ci delizia con delle trovate molto interessanti.
Insomma “La ragazza che saltava nel tempo” non avrà la retrologia degli anime firmati Studio Ghibli, ma è tecnicamente eccellente e veramente originale. Un esperimento riuscito completamente.
VOTO: 7.5/10
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