charly
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martedì 14 aprile 2009
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legami di sangue per un cinema sanguigno e verace
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Legami di sangue slegati dal sangue.
Questo è il rincorrersi delle vicende del film di Paola Columba.
In un periodo in cui il cinema non è più raccontare qualcosa che possa far discutere,pensare,in qualche modo dare una scossa all’interno di ciascuno,questo film invece per fortuna è pieno di effetti speciali della realtà vera,di vita viva filtrata dalla naturalezza e spontaneità di parole e attori.E’questo che prima di tutto servirebbe al cinema e troppo spesso,troppo pubblico e troppi addetti ai lavori se ne dimenticano.
I protagonisti della storia ambientata in un sud recente ma che sembra un periodo lontano,ci fanno mettere a fuoco il pensiero che in realtà certi paesaggi,certe scelte e certi modi di accostarsi alla vita ancora esistono e coesistono sotto i nostri occhi molto più di quel che crediamo,se solo fossimo osservatori più attenti.
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Legami di sangue slegati dal sangue.
Questo è il rincorrersi delle vicende del film di Paola Columba.
In un periodo in cui il cinema non è più raccontare qualcosa che possa far discutere,pensare,in qualche modo dare una scossa all’interno di ciascuno,questo film invece per fortuna è pieno di effetti speciali della realtà vera,di vita viva filtrata dalla naturalezza e spontaneità di parole e attori.E’questo che prima di tutto servirebbe al cinema e troppo spesso,troppo pubblico e troppi addetti ai lavori se ne dimenticano.
I protagonisti della storia ambientata in un sud recente ma che sembra un periodo lontano,ci fanno mettere a fuoco il pensiero che in realtà certi paesaggi,certe scelte e certi modi di accostarsi alla vita ancora esistono e coesistono sotto i nostri occhi molto più di quel che crediamo,se solo fossimo osservatori più attenti.
Così l’ottimo cast composto da Arnoldo Foà,Giovanni Capalbo,Pino Rugiano,Andrea Dugoni,Cristina Cellini,Cristina Mantis,Alberto Cracco,Fulvio Cauteruccio e Vanessa Galipoli,ci fa incuriosire,emozionare,sospirare delle vicende di questa famiglia di contadini messa a dura prova dagli eventi,dall’ingenuità,dall’ottusità,dalla religione,dalla natura,da un senso della giustizia che per ognuno è ovviamente differente.
Agli attori basta uno sguardo,una frase o anche un silenzio "detto nel modo giusto" per farci entrare direttamente nella pellicola con loro.
Giuseppe(Pino Rugiano),il fratello maggiore,contadino,lavoratore instancabile,capofamiglia-padrone.
Giovanni(Giovanni Capalbo),secondo fratello,uscito da poco dal carcere per truffe legate a televendite,con la perenne aria da spaccone,ma l’unico che sembra dimostrare un vero sentimento d’amore per il terzo fratello,Andrea(interpretato dal bravissimo ed emozionante Andrea Dugoni),portatore di handicap che da sempre riceve le cure e le premure della sorella Luana(Cristina Cellini,vincitrice del Premio Flaiano migliore opera prima e migliore attrice protagonista),la quale benché mossa da affetto fraterno,appare spinta da un dovere dettato dalla religione,in quei casi in cui si sceglie la fede non tanto perché ci si domanda se la si abbia,ma in quanto al fatto che è giusto crederci perché è cosi che si è stati abituati.Senza contare la sottomissione indiscussa al fratello-padrone maggiore,spinta fino al punto di doversi recare di nascosto in chiesa dal parroco del paese(Alberto Cracco).
E poi Rosy(Cristina Mantis),la ex dello “spaccone” che dopo aver tentato fortuna al nord come cantante,finisce invischiata in giri loschi che le lasceranno il segno anche quando ne uscirà e tornerà a casa a cercare di riprendere una vita normale.
Al centro delle questioni,un’eredità nella quale tenta di intromettersi anche l’amico-notaio(Fulvio Cauteruccio) di Giuseppe,e per mezzo della quale si trova a giocare suo malgrado e quasi per caso, un ruolo chiave, la nuova dottoressa (Vanessa Galipoli) appena arrivata in paese.
Eredità lasciata ai tre fratelli ed alla sorella, dal padre interpretato dal sempre grandissimo Arnoldo Foà.
Il tutto condito con ben due colpi di scena nel finale che stravolgono ogni cosa inaspettatamente, mettendo a soqquadro quello che avevate pensato durante la durata della proiezione, come possibile conclusione della storia.
Film assolutamente da consigliare per farlo vedere e da vedere per consigliarlo!
Sarà al Filmstudio fino a domenica 19 aprile in via degl’Orti d’Alibert n.1,zona Trastevere,Roma.
Orari20:30,22:30
Marco Tesoriero
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carlo passerini
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domenica 19 aprile 2009
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film difficile, ma generoso
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"Legami di sangue", esordio di Paola Columba, è un film difficile, a tratti ostico, ma certamente di forte impatto, grazie anche ad una squadra di attori che si è evidentemente messa a servizio(e questo non sempre è scontato) dell'idea filmica attorno a cui ruota: quattro fratelli che arrivano a scannarsi per poche lire. "E' tutto talmente vero, che sembra finto" come ha detto qualcuno, ma è nella realtà che esiste quello che ci sembra così lontano da noi. E quella miseria a cui si può giungere siamo noi, e quello è proprio il peggio di noi. No, non era un film facile e la sceneggiatura a tratti un po' fragile, con dialoghi a volte superflui, appare sovente non riuscire a sostenerlo. Ma anche se di regola troppe parole non giovano mai, a volte possono rivelarsi più coraggiose di quei silenzi, che in questo cinemino italiano rischiano spesso col non dirci nulla, e quindi in bocca a certi attori le si lascia volentieri passare.
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"Legami di sangue", esordio di Paola Columba, è un film difficile, a tratti ostico, ma certamente di forte impatto, grazie anche ad una squadra di attori che si è evidentemente messa a servizio(e questo non sempre è scontato) dell'idea filmica attorno a cui ruota: quattro fratelli che arrivano a scannarsi per poche lire. "E' tutto talmente vero, che sembra finto" come ha detto qualcuno, ma è nella realtà che esiste quello che ci sembra così lontano da noi. E quella miseria a cui si può giungere siamo noi, e quello è proprio il peggio di noi. No, non era un film facile e la sceneggiatura a tratti un po' fragile, con dialoghi a volte superflui, appare sovente non riuscire a sostenerlo. Ma anche se di regola troppe parole non giovano mai, a volte possono rivelarsi più coraggiose di quei silenzi, che in questo cinemino italiano rischiano spesso col non dirci nulla, e quindi in bocca a certi attori le si lascia volentieri passare. Mi riferisco ai "bravi" fratelli, "all'Internazionale" Joe Capalbo, ma anche al durissimo Pino Rugiano, alla discreta e convincente Cristina Cellini, e in particolare a questa tenera nuova faccia di cui il grande schermo dovrebbe accorgersi, Andrea Dugoni. Ma mi riferisco anche ai personaggi secondari che, tutt'altro che secondari, consolidano il film con interventi di tutto rispetto che svelano i piedi saldi del teatro da cui provengono, a partire da Fulvio Cauteruccio, passando per Alberto Cracco, per giungere al volto autentico di Cristina Mantis, che quando si dice "Cinema" ci dovremmo riferire a qualcosa che almeno vagamente le somigli. Il primo pregio di questo film è innanzitutto nell'averci dato la possibilità di vedere(finalmente!!!) nuovi attori, ma di pari grado lo è il suo coraggio di averci fatto saggiare quello che avveniva all'eroe nella antica tragedia, il patimento a cui si va incontro quando si oltrepassa il limite che offende la divinità, in questo caso la stessa vita. E' pertanto un film vivamente sconsigliato a quelle anime gentili che si occupano unicamente di annaffiarsi il proprio orticello, visto che gli effetti di tale agire sono esattamente ciò che il film contempla. Al contrario do il mio modesto consiglio di andarlo a vedere a chi, come me, ha voglia d'altro.
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pattypa
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martedì 14 aprile 2009
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emozionante! commovente! convincente!
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Non sono d'accordo con la recensione in testa! Questo film è emozionante! Questo film è convincente! Questo film è commovente! Questo film è senza filtri e proprio per questa sua peculiarità è uno specchio: della provincia e del suo entroterra, della famiglia e dei suoi legami tanto intensi quanto crudi, freddi e senza pietà! Certo è un'opera prima di "scrittura e di rigore" elaborata con pochi mezzi, ma ben venga se poi i risultati sono questi!!! Fantastico il cameo del Grande Arnoldo Foà ! Non vorrei cadere nella retorica o nella demagogia: ma se tutti i "cosiddetti" GRANDI si mettessero a disposizione dei giovani registi emergenti di spessore, avremmo certamente e nuovamente un Grande Cinema Italiano.
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Non sono d'accordo con la recensione in testa! Questo film è emozionante! Questo film è convincente! Questo film è commovente! Questo film è senza filtri e proprio per questa sua peculiarità è uno specchio: della provincia e del suo entroterra, della famiglia e dei suoi legami tanto intensi quanto crudi, freddi e senza pietà! Certo è un'opera prima di "scrittura e di rigore" elaborata con pochi mezzi, ma ben venga se poi i risultati sono questi!!! Fantastico il cameo del Grande Arnoldo Foà ! Non vorrei cadere nella retorica o nella demagogia: ma se tutti i "cosiddetti" GRANDI si mettessero a disposizione dei giovani registi emergenti di spessore, avremmo certamente e nuovamente un Grande Cinema Italiano.
Patrizia Castorrini
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calandra
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mercoledì 15 aprile 2009
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da "europa", 27marzo2009-articolo di paola casella
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La sfida di due film di qualità
Cinema
«Noi non vogliamo lamentarci ma andare avanti, e continuare a essere una piccola realtà che produce buon cinema».
Paola Columba e il suo produttore, Fabio Segatori, non amano autocompatirsi.
Eppure ne avrebbero ben donde: il loro film, Legami di sangue, completamente autoprodotto, pur avendo vinto il premio Flaiano come miglior opera prima e avendo partecipato con successo di pubblico e critica a vari festival internazionali uscirà oggi in una sola sala romana, il Filmstudio, per allargarsi poi, se tutto va bene, ad altre sette sale nelle città capozona.
Meno male che ha ricevuto la qualifica di film d’essai, così almeno le sale del circuito Schermi di qualità potranno richiederlo.
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La sfida di due film di qualità
Cinema
«Noi non vogliamo lamentarci ma andare avanti, e continuare a essere una piccola realtà che produce buon cinema».
Paola Columba e il suo produttore, Fabio Segatori, non amano autocompatirsi.
Eppure ne avrebbero ben donde: il loro film, Legami di sangue, completamente autoprodotto, pur avendo vinto il premio Flaiano come miglior opera prima e avendo partecipato con successo di pubblico e critica a vari festival internazionali uscirà oggi in una sola sala romana, il Filmstudio, per allargarsi poi, se tutto va bene, ad altre sette sale nelle città capozona.
Meno male che ha ricevuto la qualifica di film d’essai, così almeno le sale del circuito Schermi di qualità potranno richiederlo.
È un peccato, perché Legami di sangue è un interessante esperimento di ritorno a un linguaggio cinematografico arcaico a tinte forti che «non edulcora, non smussa e non media», come dice la regista, ben recitato da un cast (compreso il cammeo di Arnoldo Foà) che proviene dal teatro e che, come nel caso di Giovanni Capalbo (che ha lavorato con Peter Greenaway, Mel Gibson e Abel Ferrara) vanta nomi “spendibili” anche all’estero.
Un film che «non descrive la campagna italiana come quella del Mulino Bianco, ma come un luogo duro dove i contadini vivono ancora in baracche senza il bagno – e non stiamo parlando di extracomunitari », dice Segatori. «Per noi era importante ricordare che esiste un paese reale che la pubblicità e le fiction non raccontano».
E l’hanno fatto con un film costato 350mila euro e girato in digitale in 24 giorni, «lavorando tutti con grande umiltà», dice Capalbo, «e aderendo ad una sceneggiatura rigorosa ed essenziale che ha dipinto a pennello i ruoli per ognuno di noi».
Legami di sangue non è il solo piccolo film indipendente italiano a uscire oggi in poche sale. C’è anche Il primo giorno d’inverno, sobria e commovente storia di bullismo nella provincia del nordest diretta da Mirko Locatelli e passata, fra le lodi della critica e la simpatia del pubblico, nella sezione Orizzonti dell’ultima Mostra di Venezia. Anche Il primo giorno d’inverno è autoprodotto e autodistribuito, con grande fatica e passione.
La sfida, per entrambi i film, sarà competere con le 400 copie che da oggi monopolizzeranno le sale con un prodotto scadente, ma assai ben tutelato, come I mostri oggi.
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camilo cienfuegos
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martedì 28 aprile 2009
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un ottimo esordio
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Di questi tempi, non è facile riuscire a portare a termine un progetto di film indipendente. Men che meno uscire nelle sale, una volta che il film è finito. Già solo per questo, "Legami di sangue", il film d'esordio di Paola Columba, va sostenuto. Il soggetto del film è di valore, nel momento in cui mette in luce un'ambiente sociale marginale, di cui poco si parla. Da sottolineare le prove degli attori, in special modo quella di Pino Rugiano. Il suo personaggio è il motore della storia e mantiene una credibilità notevole durante tutto il film. Brava Paola, aspettiamo il secondo.
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