daniele_demarchi
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mercoledì 31 gennaio 2007
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il gladiatore è un evidente remake!
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La storia, pur con evidenti variazioni, è sostanzialmente quella della caduta dell'impero romano, un film messo in scena con la consulenza di will ed ariel durant degli storici d'eccezione.
nel nuovo film sembra avere maggiore spessore la storia personale di massimo (alias livio) è senz'altro più commovente la sua "pietas", tutta latina, per la famiglia. Come remake è senz'altro valido ed anche come film a sé. Il vecchio aveva il fascino dell'epoca ma non può reggere per la fotografia anche se era ottima per l'epoca.
[+] la caduta fallace
(di samanta)
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samanta
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domenica 11 giugno 2023
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commodo e la tarantella ...
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Il film del 1964 in Tecnicolor appartiene al genere storico-peplum, è diretto da Anthony Mann regista prolifico e versatile: molti western (5 con James Stewart tra cui: Winchester 73, Là dove scende il fiume) commedie, noir musical, biopic (La storia di Glenn Miller) di guerra (Gli eroi di Telemark) e colossal storici come El Cid e questo film che fu un flop commerciale: a fronte di un budget di 20 milioni di $ ne incassò solo 5. Vi sono elementi comuni con il film Il gladiatore del 1996, in quanto entramnbi ambientano il film alla fine dell'impero di Marco Aurelio (180 d.C) e il passaggio della sovranità al figlio Commodo (ucciso nel 192 d.
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Il film del 1964 in Tecnicolor appartiene al genere storico-peplum, è diretto da Anthony Mann regista prolifico e versatile: molti western (5 con James Stewart tra cui: Winchester 73, Là dove scende il fiume) commedie, noir musical, biopic (La storia di Glenn Miller) di guerra (Gli eroi di Telemark) e colossal storici come El Cid e questo film che fu un flop commerciale: a fronte di un budget di 20 milioni di $ ne incassò solo 5. Vi sono elementi comuni con il film Il gladiatore del 1996, in quanto entramnbi ambientano il film alla fine dell'impero di Marco Aurelio (180 d.C) e il passaggio della sovranità al figlio Commodo (ucciso nel 192 d.C.).
Marco Aurelio (Alec Guinness) combatte i germani, siamo in inverno e le truppe sono comandate dall'invitto Livio (Stephen Boyd: Messalla in Ben Hur, ebbe una mediocre e breve carriera) innamorato della figlia dell'imperatore Lucilla (Sophia Loren) peraltro destinata a sposare il re dell'Armenia Sohamus (Omar Sharif) come consigliato da Timonide fido consigliere di Marco Aurelio (James Mason). Arriva al quartiere generale Commodo (Cristopher Plummer) con il fido body guard Verulo (Anthony Quayle), i suoi collaboratori decidano a sua insaputa di uccidere il padre comprendendo che ammalato ha deciso di nominare erede Livio. All'inizio Commodo e Livio che gli giura fedeltà vanno d'accordo e il generale sconfigge i Parti. Commodo però impazzisce e fa uccidere i germani fatti prigionieri che Livio aveva convinto a deporre le armi e su consiglio di Timonide destinati a coltivare terreni abbandonati vicino a Roma, quelli sopravvissusi alla mattanza condannati al rogo e tra questi pure la sorella Lucilla di cui diffida. In un duello finale Livio lo uccide, ma rifiuta l'impero che viene subito conteso tra vari pretendenti, una voce fuori campo dichiara che da quel momento comincia la caduta dell'Impero romano.
A prescindere dal massacro della storia (tra l'altro l'impero sopravvisse ancora quasi 3 secoli) il film è malamente realizzato. Intendiamoci la scenografia è imponente, ben costruita e con sfarzo l'antica Roma, un pò meno gli interni lussuosi che assomigliano alle ville dei Casamonica; ottima la colonna sonora del grande Dimitri Thiomkin. Per il resto è evidente che il film è sfuggito di mano al regista, non solo per l'idea infelice (e costosa) di girare d'inverno sotto la neve la prima parte, ma anche le battaglie, pur con l'impiego di molte comparse sono male realizzate specie la battaglia contro i Parti estremamente confusa, il film poi è lento e troppo lungo (3h), i personaggi stereotipi, non so quale "demonietto" abbia influenzato il regista di creare un finale con centinaia di comparse che ballano come idioti una specie di "tarantella" per lunghi minuti intorno ai roghi. Anche la recitazione malgrado un cast stellare lascia a desiderare, dal complessivo giudizio negativo si salva solo il grande Alec Guinness, ma lui eccelle anche quando interpreta una donna (Sangue blu), Stephen Boyd è una statua anche quando bacia Sophia Loren che è una brava attrice, però non solo è completamente fuori parte ma anche recita penosamente: scandaloso il compenso di 1 milione di $ (10 di oggi!), riesce pure a recitare male un attore bravo come Christopher Plummer che si limita a mostrare un ghigno permanente, la sola sufficienza a James Mason.
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celluloide
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martedì 14 agosto 2012
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veramente pesante
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grande impegno scenografico e comparse di massa , nonostante questo non avvince che in poche scene.
trovo anche la fotografia lugubre con invito alla tristezza, capisco per certi ambienti in cui necessitava,
ma mi sono portato dietro questa senzazione per tutta la pellicola.
nel film il gladiatore che ha scopiazzato questo e' piu' solare in tutti i sensi della parola.
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