jenny
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martedì 1 marzo 2005
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uno dei piu' grandi film comici di sempre
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Lino Banfi in questo indiscusso capolavoro di comicita' esalta le sue doti di battutaro aggiungendo quantita' massicce di fisicita' vera e propria(lo spezzone in cui impara a sbrigare il suo nuovo lavoro col famoso attore schizofrenico ne è l'emblema).Ritaglio di una Italia che ormai non c'è piu',tra case chiuse e personaggi di dubbio valore ma comicamente indimenticabili(Franco Bracardi,tra l'altro scomparo pochi giorni fa'...e come dimenticare il pazzo prezzemolo di tanti film a cavallo dei '70-80',Jimmy Il Fenomeno) il film si snoda senza cali di tensione con picchi di assoluto valore storico a livello comico(come si puo' dimenticare la scena in cui Don Peppino e Lino Banfi si prendono a schiaffi dopo averla vista?) e parti in cui gli attori meriterebbero il premio oscar per la bravura con cui interpretano i propri ruoli (la scena del racconto fatto da Banfi alla moglie nel film di Franco Bracardi.
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Lino Banfi in questo indiscusso capolavoro di comicita' esalta le sue doti di battutaro aggiungendo quantita' massicce di fisicita' vera e propria(lo spezzone in cui impara a sbrigare il suo nuovo lavoro col famoso attore schizofrenico ne è l'emblema).Ritaglio di una Italia che ormai non c'è piu',tra case chiuse e personaggi di dubbio valore ma comicamente indimenticabili(Franco Bracardi,tra l'altro scomparo pochi giorni fa'...e come dimenticare il pazzo prezzemolo di tanti film a cavallo dei '70-80',Jimmy Il Fenomeno) il film si snoda senza cali di tensione con picchi di assoluto valore storico a livello comico(come si puo' dimenticare la scena in cui Don Peppino e Lino Banfi si prendono a schiaffi dopo averla vista?) e parti in cui gli attori meriterebbero il premio oscar per la bravura con cui interpretano i propri ruoli (la scena del racconto fatto da Banfi alla moglie nel film di Franco Bracardi...in cui deve scagionare l'amico dall'accusa di adulterio senza sapere pero' cosa l'amico abbia davvero fatto la sera a cui lei si riferisce...).Insomma,inutile dilungarsi:film da avere,ad ogni costo,adatto ad ogni genere di persona,che vi fara' divertire oggi come ha sempre fatto con tutti da quando è in circolazione.
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muttley72
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sabato 29 dicembre 2012
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patrimonio dell'umanità; genere: avanspettacolo.
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Questo flm è una vera e propria "anomalia": certa critica lo distrugge, il pubblico lo eleva all'unanimità, via via negli anni, a "film cult": che Luciano Salce e Lino Banfi fossero all'epoca realmente consapevoli di cosa stessero creando bisognerebbe chiederlo a Banfi (Salce è morto)....probabilmente i due lavoravano "nella routine" ad un film commedia che sembrava come tanti altri...anzi forse più becero e troppo semplice (il film ha un inizio ed un finale altamente auto-ironici) e forse il film fu anche un "flop" al cinema (se sul "Morandini" si scrive che la "Cineriz" fallì a causa di pellicole come queste...).
Ma allora perchè il film divenne un cult e perchè a mio giudizio è un film da 5 stelle?
Innanzi tutto il film non è altro che una serie di "macchiette" (episodi) di vecchio (e sano) "avan-spettacolo", dove Banfi eccelle (poichè in questo genere si trova letteramente "a casa sua"), inoltre, rivisti con gli occhi di oggi, alcuni degli episodi del film possono avere anche una lettura diversa e "importante", dove la comicità sfocia paradossalmente nel drammatico (come per Chaplin alla catena di montaggio in "Tempi Moderni", come non riconoscere nell'episodio della fabbrica con leve e lucette iper-tecnologiche che fa impazzire l'operaio una triste "metafora" dei lavori odierni ripetitivi tipo "call center"?).
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Questo flm è una vera e propria "anomalia": certa critica lo distrugge, il pubblico lo eleva all'unanimità, via via negli anni, a "film cult": che Luciano Salce e Lino Banfi fossero all'epoca realmente consapevoli di cosa stessero creando bisognerebbe chiederlo a Banfi (Salce è morto)....probabilmente i due lavoravano "nella routine" ad un film commedia che sembrava come tanti altri...anzi forse più becero e troppo semplice (il film ha un inizio ed un finale altamente auto-ironici) e forse il film fu anche un "flop" al cinema (se sul "Morandini" si scrive che la "Cineriz" fallì a causa di pellicole come queste...).
Ma allora perchè il film divenne un cult e perchè a mio giudizio è un film da 5 stelle?
Innanzi tutto il film non è altro che una serie di "macchiette" (episodi) di vecchio (e sano) "avan-spettacolo", dove Banfi eccelle (poichè in questo genere si trova letteramente "a casa sua"), inoltre, rivisti con gli occhi di oggi, alcuni degli episodi del film possono avere anche una lettura diversa e "importante", dove la comicità sfocia paradossalmente nel drammatico (come per Chaplin alla catena di montaggio in "Tempi Moderni", come non riconoscere nell'episodio della fabbrica con leve e lucette iper-tecnologiche che fa impazzire l'operaio una triste "metafora" dei lavori odierni ripetitivi tipo "call center"?).
Tutti i vari episodi di avan-spettacolo (descritto in modo superbo anche da Fellini nel film "Roma", con Alvaro Vitali) sono riuniti nella semplice vicenda del detenuto che esce dal carcere e deve trovare un lavoro. Ottimi anche i caratteristi (da Gigi Reader a Bracardi....)
Film "monumentale" da proteggere come "bene dell'umanità", perchè l'umanità ha anche il bisogno anche di ridere (risultato da sempre più difficile da ottenere per un attore, rispetto al far commuovere il pubblico).
Nel suo genere il film è quasi unico e quindi da 5 stelle (e non c'è niente da ridere in questo gudizio).
P.S. avviso al pubblico: l'avan-spettacolo non è "politically correct" (all'epoca, anni 1930-1980, in Italia non si conosceva nemmeno il significato di questa espressione)...
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(di alessandro vanin)
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egyfilm
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lunedì 28 dicembre 2009
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questi divi hollivudieni
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Io lo visto mi è piaciuto tantissimo, che lo rivisto 10 o 20 volte.
Hanno visto anche i miei compagni di classe e gli è piaciuto molto.
Anche ai miei genitori gli è piaciuto molto, secondo me è il MIGLIORE DI TUTTI!!!
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paolo 67
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domenica 27 novembre 2011
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omaggio alla vecchia pochade e all'avanspettacolo
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Il titolo è una celebre frase dell'avanspettacolo dei fratelli De Rege, già parodiati da Walter Chiari e Carlo Campanini. Luciano Salce, regista della generazione del '22, amico e compagno all'Accademia d'Arte Drammatica di Vittorio Gassman, Adolfo Celi e Luciano Lucignani, incontra con la sua leggerezza di tocco la comicità semplice e popolare di Lino Banfi, che quando è diretto da un regista di valore, dimostra il suo estro al di sopra della media. In una collana di sketches alcuni francamente mediocri ma altri ottimi (tra cui esilarante quello nella sala d'aspetto del dentista con Gigi Reder) di comicità di situazione d'impianto classico, Salce dimostra la sua acuta capacità di osservazione e di satira di costume, pungente anche se bonaria, in un film con qualche reminescenza fantozziana.
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Il titolo è una celebre frase dell'avanspettacolo dei fratelli De Rege, già parodiati da Walter Chiari e Carlo Campanini. Luciano Salce, regista della generazione del '22, amico e compagno all'Accademia d'Arte Drammatica di Vittorio Gassman, Adolfo Celi e Luciano Lucignani, incontra con la sua leggerezza di tocco la comicità semplice e popolare di Lino Banfi, che quando è diretto da un regista di valore, dimostra il suo estro al di sopra della media. In una collana di sketches alcuni francamente mediocri ma altri ottimi (tra cui esilarante quello nella sala d'aspetto del dentista con Gigi Reder) di comicità di situazione d'impianto classico, Salce dimostra la sua acuta capacità di osservazione e di satira di costume, pungente anche se bonaria, in un film con qualche reminescenza fantozziana. Deliziose le presenze femminili, tra cui una giovane Moana Pozzi e una sexy e avvolgente Michela Miti.
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great steven
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lunedì 16 giugno 2014
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un l. banfi bravo, ma il film non brilla affatto.
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VIENI AVANTI, CRETINO (IT, 1982) diretto da LUCIANO SALCE. Interpretato da LINO BANFI – FRANCO BRACARDI – ANITA BARTOLUCCI – RAMONA DELL'ABATE – GIGI REDER – DADA GALLOTTI – MICHELA MITI – DINO CASSIO – NELLO PAZZAFINI – ADRIANA RUSSO – MIRENO SCALI – ALFONSO TOMAS – PIETRO ZARDINI – MOANA POZZI – LUCIANO SALCE § Uscito di carcere grazie ad un’amnistia, l’imbranatissimo Pasquale Baudaffi è aiutato dal cugino, operante presso un centro per l’impiego, a trovare un onesto reinserimento in società tramite vari mestieri che si susseguono uno dopo l’altro a forza di clamorosi fallimenti: guardacaccia, garagista, cameriere, impiegato in ufficio, cantante melodico, operaio meccatronico.
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VIENI AVANTI, CRETINO (IT, 1982) diretto da LUCIANO SALCE. Interpretato da LINO BANFI – FRANCO BRACARDI – ANITA BARTOLUCCI – RAMONA DELL'ABATE – GIGI REDER – DADA GALLOTTI – MICHELA MITI – DINO CASSIO – NELLO PAZZAFINI – ADRIANA RUSSO – MIRENO SCALI – ALFONSO TOMAS – PIETRO ZARDINI – MOANA POZZI – LUCIANO SALCE § Uscito di carcere grazie ad un’amnistia, l’imbranatissimo Pasquale Baudaffi è aiutato dal cugino, operante presso un centro per l’impiego, a trovare un onesto reinserimento in società tramite vari mestieri che si susseguono uno dopo l’altro a forza di clamorosi fallimenti: guardacaccia, garagista, cameriere, impiegato in ufficio, cantante melodico, operaio meccatronico. Ma pare proprio che il povero e sfortunato Pasquale non sappia far nulla per il verso giusto. La sua unica fortuna sarà quella di trovare la donna della sua vita dopo averle riportato il cane smarrito e ricevere come ricompensa una passionale notte d’amore. La battuta dei fratelli De Rege diventa il pretesto per imbastire una commedia barzellettistica tenuta in piedi dalla comicità sbracata di Banfi in coppia con Bracardi, senza che vi sia qualche impegno nell’individuare una morale sociale o un nodo cruciale nello svelare gli ingranaggi misteriosi dell’insuccesso lavorativo. Molte scene sono tipici esempi dell’avanspettacolo: la chiacchierata all’ufficio dentistico piena di doppi sensi; il discorso col prete in strettissimo dialetto barese con sottotitoli in arabo; la canzone anglo-ispano-pugliese interpretata nell’abitazione della ricca marchesa. Ma, a parte un tornado di gag dall’effetto divertente estemporaneo e una struttura non troppo solida di strati spiritosi e spezzettati, non si va al di là di risate fuggevoli e d’un piacere effimero che non lascia soddisfatti a sufficienza. Con film di questo tipo (salvo forse Il secondo tragico Fantozzi) si arenò la Cineriz, casa produttrice di questa pellicola; inoltre, la scena conclusiva con la comparsa del regista era preferibilmente evitabile, non tanto per il lancio delle torte e il brano musicale cantato dallo stesso Banfi, ma per l’inutilità di una comparsata che non riscatta il livello basso di una commediola frivola, casereccia, pecoreccia e ingarbugliata. Del resto, con una sceneggiatura tanto malmessa quanto manchevole di spunti interessanti e un livello recitativo certamente professionistico ma non appassionato o impuntato, non si poteva assolutamente ottenere di meglio.
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ultimoboyscout
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venerdì 2 settembre 2011
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ha parleto alain delon.
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Uno dei meno riusciti tra i film di genere dell'epoca del maestro Banfi. La comicità dell'attore pugliese è limitata e lui è solissimo. Limitato da una struttura ad episodi che non gli rende giustizia, solo perchè Bracardi non lo aiuta e le protagoniste femminile sono tante ma tutte il ruoli marginali e di passaggio, lontane mille miglia dalla storia e dal contesto. Certo ci sono un paio di passaggi memorabili, tipo quando fa il cameriere e porta (e beve!) caffè alla giovane coppia che discute o quello pazzesco quando scambia lo studio dentistico per un bordello, con tanto di scambio di battute, equivoci e grandi doppi sensi con Gigi Reder! E tutto ciò che fa di buono Banfi, compresa la sua mimica proverbiale, è stritolato nella pessima costruzione da barzelletta venuta male.
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Uno dei meno riusciti tra i film di genere dell'epoca del maestro Banfi. La comicità dell'attore pugliese è limitata e lui è solissimo. Limitato da una struttura ad episodi che non gli rende giustizia, solo perchè Bracardi non lo aiuta e le protagoniste femminile sono tante ma tutte il ruoli marginali e di passaggio, lontane mille miglia dalla storia e dal contesto. Certo ci sono un paio di passaggi memorabili, tipo quando fa il cameriere e porta (e beve!) caffè alla giovane coppia che discute o quello pazzesco quando scambia lo studio dentistico per un bordello, con tanto di scambio di battute, equivoci e grandi doppi sensi con Gigi Reder! E tutto ciò che fa di buono Banfi, compresa la sua mimica proverbiale, è stritolato nella pessima costruzione da barzelletta venuta male. Peccato perchè l'idea era buona, c'erano le basi per fare non certo un capolavoro ma qualcosa di buono e di più divertente.
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[+] non solo una commedia
(di alessandro vanin)
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