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                        Più"noir"che"polar", questo"Cran d'arre^t"di BOisset è comunque un'opera più che decorosa, certo non tra i film migliori di Boisset: a parte la curiosità di riscoprire Cremer, Adorf,  la Carrà, la Berti, la Belli da giovani, il film è un discreto ritratto di una Milano incancrenita dai e nei vizi inutili(poi sarebbe stato peggio;preciso "vizi inutili"perché non sono un moralista...), con un solido retroterra letterario, a suo modo, con un romanzo("Venere privata")di Giorgio Scerbanenco, scrittore forse non"grande"ma certamente interessante e significativo, dato anche l'interesse per uno scrittore veramente internazionale, viste le sue origini e la sua provenienza.
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                        Più"noir"che"polar", questo"Cran d'arre^t"di BOisset è comunque un'opera più che decorosa, certo non tra i film migliori di Boisset: a parte la curiosità di riscoprire Cremer, Adorf,  la Carrà, la Berti, la Belli da giovani, il film è un discreto ritratto di una Milano incancrenita dai e nei vizi inutili(poi sarebbe stato peggio;preciso "vizi inutili"perché non sono un moralista...), con un solido retroterra letterario, a suo modo, con un romanzo("Venere privata")di Giorgio Scerbanenco, scrittore forse non"grande"ma certamente interessante e significativo, dato anche l'interesse per uno scrittore veramente internazionale, viste le sue origini e la sua provenienza. A parte la bravura"disincantata"di Cremer, futuro "Maigret", ma anche impegnato in molti altri ruoli importanti, c'è da segnalare un film a tratti"desolante", certo di notevole spessore, pur se non un"grande film".     El  Gato 
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