eddie1969
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giovedì 18 aprile 2019
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troppo show, troppo nonsense.
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Film americani e montagna non van d'accordo. Palesi parti nonsense come essere a 8000, faticare a respirare e un attimo dopo correre o saltare pieni di energia. Vari altri cliquet dell'alpinismo usati solo a fine di show. E La nitro che salta col sole con cui tiran giù mezzo K2.
Nonsense e splatter anche l'uso del sangue tolto dal cadavere dwlla guida per segnalare il punto sulla neve. E la sorella che accetta questa cosa dopo che ha giustamente odiato l'assassino.
Beh, c'è sempre il trash di Stallone in Cliffhanger, ma qui fan finta di saperne di alpinismo.
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ennio
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domenica 21 ottobre 2018
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avventura tra i ghiacci un pò sottovalutata
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"Vertical limit" non è certo un capolavoro. Manca la tensione morale di "Everest" o il carisma degli interpreti di "assassinio sull'Eiger". Ma per il suo genere è un film tutt'altro che disprezzabile. I punti deboli del film stanno negli interpreti, un pò anonimi e fin troppo carini per essere degli alpinisti, ma del resto preferisco loro all' improbabile ed eccessivo Sylvester Stallone-Rambo di "Cliffhanger". Ci manca solo che spediscano De Niro sull'Himalaya!
Per il resto la fotografia, le riprese paesaggistiche sono molto belle, e lo sforzo per inscenare vere arrampicate è ben supportato da effetti scenici credibili.
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"Vertical limit" non è certo un capolavoro. Manca la tensione morale di "Everest" o il carisma degli interpreti di "assassinio sull'Eiger". Ma per il suo genere è un film tutt'altro che disprezzabile. I punti deboli del film stanno negli interpreti, un pò anonimi e fin troppo carini per essere degli alpinisti, ma del resto preferisco loro all' improbabile ed eccessivo Sylvester Stallone-Rambo di "Cliffhanger". Ci manca solo che spediscano De Niro sull'Himalaya!
Per il resto la fotografia, le riprese paesaggistiche sono molto belle, e lo sforzo per inscenare vere arrampicate è ben supportato da effetti scenici credibili. Certe scene drammatiche risultano a volte ripetitive è vero, specie nel finale, però la tensione non manca affatto. Da film di questo genere è lecito attendersi soprattutto questo, brivido e bellezza, e in qualche modo "vertical limit" ci è riuscito.
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contrammiraglio
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lunedì 12 gennaio 2015
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vietate le vertigini
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Nelle serate come quelle di stasera, dopo aver riportato la prole e senza voglia d'uscire, un filmetto come questo ci vuole: divertente e senza pretese e credibilità!
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andrea
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venerdì 26 settembre 2008
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grande film in salsa hollywoodiana
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Pakistan, K2, una delle vette più ambite, dove la scalata è tra le più pericolose al mondo. Lo scoprono a loro spese un gruppo di pubblicitari che rimangono intrappolati sotto il ghiaccio e la gelida neve in una sinistra grotta mentre i soccorsi tentano di arrivare per tempo. Vertical Limit non aggiunge ne toglie niente di nuovo sulla regola dei moderni film d'azione di inizio 2000. L'azione e l'adrenalina sono costanti e ben studiati dagli sceneggiatori Robert King e Terry Hayes ma la sostanza, ovvero il senso del film risulta molto simile a pellicole uscite in anni in cui questo genere era più fiorente. Quello che non manca per tutta la durata è l'emozione che le ricche scenografie riescono a suscitare nello spettatore tenendo alta la tensione e soprattutto il povero ma grande cast impegnato in tutta la storia.
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Pakistan, K2, una delle vette più ambite, dove la scalata è tra le più pericolose al mondo. Lo scoprono a loro spese un gruppo di pubblicitari che rimangono intrappolati sotto il ghiaccio e la gelida neve in una sinistra grotta mentre i soccorsi tentano di arrivare per tempo. Vertical Limit non aggiunge ne toglie niente di nuovo sulla regola dei moderni film d'azione di inizio 2000. L'azione e l'adrenalina sono costanti e ben studiati dagli sceneggiatori Robert King e Terry Hayes ma la sostanza, ovvero il senso del film risulta molto simile a pellicole uscite in anni in cui questo genere era più fiorente. Quello che non manca per tutta la durata è l'emozione che le ricche scenografie riescono a suscitare nello spettatore tenendo alta la tensione e soprattutto il povero ma grande cast impegnato in tutta la storia. Bello in generale, ma non ottimo nel suo genere. Dirige Martin Campbell, pochi anni dopo il successo de La Maschera di Zorro, produce Lloyd Phillips e gli interpreti sono tra i più variegati: dal versatile Bill Paxton, la televisiva Robin Tunney, il 'Batman & Robin' Chris O'Donnell e il caratterista cinematografico Scott Glenn.
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un climber
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mercoledì 9 aprile 2008
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per chi sa cosa vuol dire montagna
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che si attacchi la sceneggiatura, la storia e tutto il resto. E' un film che fa capire molte cose dell'animo umano, specialmente e soprattutto in condizioni veramente estreme, dove la vita e la morte vanno di pari passo, dove si devono prendere talvolta decisioni che non si vorrebbero prendere. Le prime scene valgono tutto il film, per il loro significato. Eppoi comunque, per chi ama la montagna e non soffre di vertigini, le riprese fanno veramente rabbrividire morbosamente chi ha provato qualcosa del genere sulla propria pelle. Facile parlare mentre si sta seduti su un divano!
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the cell
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venerdì 4 gennaio 2008
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piacevole
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Io lo andai a vedere al cinema appena uscì nelle sale, e vi assicuro che fa tutto un altro effetto... le inquadrature non sono male, fondamentali in un film come questo ambientato quasi completamente in montagna.
La sceneggiatura e completamente assente e i personaggi sono delle 2 ridicoli... forse dalla figura del veccho sherpa trapela più di quanto si capisca alla prima visione del film.
Egli è il ritratto della saggezza, e il suo sguardo consumato sembra suggerire ad ogni inquadratura "Se rispettate la montagna, anche questa a sua volta vi rispetterà"
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paolo ciarpaglini
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domenica 25 febbraio 2007
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vertical limit.
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Il film è piacevole, soprattutto per le scariche di adrenalina che aspettano chì come me, ha il terrore del vuoto. Molte scene, specialmente se viste in grande formato, accapponano la pelle. A mio avviso la migliore interpretazione di Bill Paxton, attore non eccelso, che difficilmente riesce a 'reggere' sulle spalle il ruolo da protagonista. Credo che nella seconda parte, quando le stupidate pre-incidente finiscono, il film divenga gradevole. Scott Glenn è un santone poco credibile, ma comunque passabile, il volto 'segnato' ha buon gioco. Belle invece le interpretazioni della carinissima Izabella, e di Chris O'Donnell un buon attore. Mi ripeto la prima parte, (tolto l'inizio drammatico e toccante), è completamente inguardabile.
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Il film è piacevole, soprattutto per le scariche di adrenalina che aspettano chì come me, ha il terrore del vuoto. Molte scene, specialmente se viste in grande formato, accapponano la pelle. A mio avviso la migliore interpretazione di Bill Paxton, attore non eccelso, che difficilmente riesce a 'reggere' sulle spalle il ruolo da protagonista. Credo che nella seconda parte, quando le stupidate pre-incidente finiscono, il film divenga gradevole. Scott Glenn è un santone poco credibile, ma comunque passabile, il volto 'segnato' ha buon gioco. Belle invece le interpretazioni della carinissima Izabella, e di Chris O'Donnell un buon attore. Mi ripeto la prima parte, (tolto l'inizio drammatico e toccante), è completamente inguardabile. Poi inizia il divertimento. Tutta la seguenza girata nel crepaccio-prigione è molto bella, e come ho detto l'interpretazione di Paxton è egregia. Niente a che vedere con il Bill visto in 'Twister', 'Titanic', 'Aliens' etc... Quì veramente credo abbia dato il meglio di se, appare nettamente più 'maturo'. Per quanto possa apparire riprovevole, la presa di posizione del 'cattivone' Bill, diciamocela tutta, è purtroppo giusta, quando spietatamente chiede 'all'amico' di sacrificarsi, nonostante la causa della situazione sia dovuta, alla sua incoscienza. Il finale, stupidotto, lo 'sciamano' Scott Glenn bisbiglia una preghierina, dall'alto della sua 'illuminazione', e ...fine.
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rungat
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domenica 14 gennaio 2007
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l'alta montagna
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Piacevole per la fotografia e per l'azione
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rambo
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mercoledì 30 maggio 2001
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avventura mediocre
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Il giovane O'Donnell vede la sorella scalatrice Tunney aggregarsi alla squadra del ricco imprenditore Paxton, che vuole scalare il K2 anche se le previsioni sono sfavorevoli. Quando il gruppo resta intrappolato sulle montagne, al ragazzo non resta che partire per una disperata missione di salvataggio.
Grossolana avventura ad alta quota, suggestiva nella locations del K2 ma alla lunga ripetitiva nelle situazioni e con i caratteri davvero tagliati con l' accetta. Con il cervello in vacanza comunque ci si può divertire.
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freccia
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venerdì 2 marzo 2001
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era meglio cliffhanger
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Qualche inquadratura mozzafiato su strapiombi infiniti, qualche effetto speciale e una scalatrice tanto bella quanto improbabile non tengono in piedi un film che fa acqua da tutte le parti giocando con la morte. O'Donnell inespressivo, Glenn mal diretto, montaggio discutibile, dialoghi pessimi.
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