Premessa: Melville ispirandosi ai grandi registi americani, in primis John Huston, diede nuova linfa al genere gangster (di necessità virtù visto che gli
ambienti francesi sono totalmente diversi da quelli americani) e in seguito i grandi registi americani (dalla New Hollywood in poi) presero a prestito, se non
copiarono, proprio il suo stile.
''Le Doulos è uno slang francese che vuol dire sia "cappello" che "informatore della polizia", e queste sono le due principali caratteristiche di quasi tutti i
film di Melville, cioè gli spioni e i cappelli, che abbondano nei film del grande regista.
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Premessa: Melville ispirandosi ai grandi registi americani, in primis John Huston, diede nuova linfa al genere gangster (di necessità virtù visto che gli
ambienti francesi sono totalmente diversi da quelli americani) e in seguito i grandi registi americani (dalla New Hollywood in poi) presero a prestito, se non
copiarono, proprio il suo stile.
''Le Doulos è uno slang francese che vuol dire sia "cappello" che "informatore della polizia", e queste sono le due principali caratteristiche di quasi tutti i
film di Melville, cioè gli spioni e i cappelli, che abbondano nei film del grande regista.
'Le Doulos', realizzato nel 1963, è il primo di una lunga serie di film di gangster, realizzati da Jean-Pierre Melville, e già mostra lo stile e la preoccupazione
di eroi tragici maschili che caratterizzeranno i successivi classici come 'Le deuxième souffle' (1966) 'Le Samouraï' (1967) e 'Le Cercle Rouge' (1970) –
come pure una padronanza tecnica e verve narrativa del calibro di cui la maggior parte dei registi possono solo sognare.
Anche se 'Le Doulos' è un adattamento del romanzo di Pierre Lasou con idiomi dei classici film noir americani e toccchi esistenzialisti francesi, le sue
preoccupazioni centrali, lealtà, tradimento, vendetta, paranoia e inganno, sono ugualmente portatori informativi delle sue esperienze durante la guerra (da
giovane combattè nelle file della resistenza francese con il nome di battaglia di Melville in onore del poeta e scrittore americano Herman Melville), Questo
film, come il successivo 'L 'Armée des Ombres' (1969), rivela la continuità tematica tra film di resistenza (Léon Morin, prêtre) e il genere 'polar'; e il set di
'Le Doulos' ricorda molto di più la Francia occupata durante la guerra, che Parigi degli anni sessanta.
Nella tragica sequenza finale, un killer è nascosto dalla vista dietro un paravento; questa scena è l'essenza stessa di 'Le Doulos', un film in cui i
personaggi e la trama sono nascosti; così come le immagini iniziali di Serge Reggiani che camminando in un lungo tunnel viene colpito in modo intermittente dalla luce naturale esterna, e la cui fotografia in bianco e nero (da Nicolas Hayer) coreografa splendidamente l'ambiguità e l'interscambiabilità di luce e oscurità.
Tralasciando di parlare della funzione femminile che è solo marginale e fattore scatenante di eventi tragici, con più dialogo rispetto a tutti gli altri polar di Melville, lo straordinariamente intricato ma perfetto 'Le Doulos' fa incessanti richieste gli occhi e alle orecchie dello spettatore, ma tale attenzione, ricompensata ai spettatori più attenti, trasforma il film da uno standard e accattivante dramma gangsteristico a una cupa meditazione sulla natura volubile della verità.
Finale straordinario e struggente, di quelli che non si dimenticano più.
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