Nel 1968 a Praga, Tomas, un brillante neurochirurgo oltre che donnaiolo impenitente, ha sposato Tereza, una dolce e modesta cameriera di paese, incapace di adattarsi ai suoi tradimenti. Nella notte in cui ha deciso di fuggire da lui, arrivano a Praga i carri armati sovietici. Tereza inizia a fotografare scene ed episodi: per aver consegnato un rotolo di negativo a dei turisti olandesi avrà noie con la polizia; anche Tomas, da tempo in odore di intellettuale frondista con velleità letterarie, dovrà vedersela con le Autorità.
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Nel 1968 a Praga, Tomas, un brillante neurochirurgo oltre che donnaiolo impenitente, ha sposato Tereza, una dolce e modesta cameriera di paese, incapace di adattarsi ai suoi tradimenti. Nella notte in cui ha deciso di fuggire da lui, arrivano a Praga i carri armati sovietici. Tereza inizia a fotografare scene ed episodi: per aver consegnato un rotolo di negativo a dei turisti olandesi avrà noie con la polizia; anche Tomas, da tempo in odore di intellettuale frondista con velleità letterarie, dovrà vedersela con le Autorità. I due, riusciti ad allontanarsi in automobile saranno esuli a Ginevra, dove li ha preceduti Sabina, una ex innamorata di Tomas e amante del ginevrino Franz. Le due donne si conoscono da molto tempo e, malgrado la presenza del chirurgo, in fondo si vogliono bene. Tomas ha trovato lavoro come medico: il giorno in cui Tereza gli lascia un biglietto per dirgli che è stanca e se ne torna a Praga, egli decide di rimpatriare, poiché tutto sommato è lei che ama. A tutti e due sono stati ritirati alla frontiera i passaporti. Ora l'atmosfera è tetra, la repressione è cominciata. Tomas rifiuta di firmare una ritrattazione per quei suoi vecchi scritti letterari e finirà con il perdere il posto all'ospedale. I due coniugi riparano in campagna, dove un contadino, che fu testimone alle loro nozze, li accoglie cordialmente. Una notte, dopo un'allegra festicciola in una locanda del paese, rientrando nella loro casa immersa nel bosco, in un incidente di macchina Tomas e Tereza perdono la vita. Sabina, che mai ha voluto cedere all'ideologia comunista, né rientrare in Patria, apprenderà la notizia negli Stati Uniti, dove è emigrata e vive ormai sola. |
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francesco2
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mercoledì 23 novembre 2011
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(non) ti soddisfa milan kundera
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La leggerezza, seguendo una (non) logica basata su paradossi ed ossimori, talvolta non si può sostenere. Come non siano gli altri in grado di capirla, se non (forse) dopo anni di distanza, l'ha illustrato anni dopo Milos Forman (Curiosamente, anche lui ceco: un caso?) nel suo bellissimo quanto sfortunato "Man of the moon". Kaufman, invece, si ispira ad un testo in cui -A giudicare dal film- i primi a non saperla gestire siamo noi stessi. Un film in cui, senza (troppi) didatticismi, si svela la miseria dei totalitarismi di
sinistra come di destra (Il "sistema"), senza però cedere totalmente a tentazioni foucaultiane: a volte questi personaggi sono vittime anche di loro stessi, non sanno affrontare i sentimenti che provano(?)(Vedi Tomas).
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La leggerezza, seguendo una (non) logica basata su paradossi ed ossimori, talvolta non si può sostenere. Come non siano gli altri in grado di capirla, se non (forse) dopo anni di distanza, l'ha illustrato anni dopo Milos Forman (Curiosamente, anche lui ceco: un caso?) nel suo bellissimo quanto sfortunato "Man of the moon". Kaufman, invece, si ispira ad un testo in cui -A giudicare dal film- i primi a non saperla gestire siamo noi stessi. Un film in cui, senza (troppi) didatticismi, si svela la miseria dei totalitarismi di
sinistra come di destra (Il "sistema"), senza però cedere totalmente a tentazioni foucaultiane: a volte questi personaggi sono vittime anche di loro stessi, non sanno affrontare i sentimenti che provano(?)(Vedi Tomas). In altre, l'odio che potrebbe sorgere, per amare lo stesso uomo e/o per una banale rivalità femminile, rischia di trasformarsi in amore. Quella, forse, è una "leggerezza" tutta femminile, su cui noi uomini possiamo appena (provare a?)dissertare. Avete mai visto "La vita sognata dagli angeli?"
Se è vero che le tre figure principali non sembrano in grado di affrontare le proprie decisioni o quantomeno le conseguenze che ne derivano, forse a volte ciò che li inibisce è la paura di "autoincasellarsi" in schemi sentimentali (pre) costituiti, complice l'aria anni '60 in cui il film si svolge. Ecco, forse è questa la differenza tra leggerezza e superficialità: si vuole sfuggire agli schemi cosiddetti "Borghesi", non solo perché crescere è doloroso, ma anche perché la vita è un attimo fugace ma da vivere ( ed anche con-dividere, a volte) intensamente.
Ovviamente, anche quando non è che una filosofia, con cui si può o meno
essere d'accordo. Ed in cui i protagonisti, sorvegliati -Sembra- da un grande occhio, che ricorda quello visto(?) nelle "Vite degli altri" (Altro film in un paese ex-comunista), e che rappresenta un ulteriore ostacolo alla "Leggerezza" del titolo, sembrano non credere neanche loro sino in fondo. Come quando il personaggio della Binoche, ad un certo punto, afferma che il tipo di amore che prova per un cane è superiore a quello per "il suo uomo".
Sarà un caso, ma non appena due dei tre protagonisti costruiscono una sfera affettiva consolidata, i loro affetti piccoli e grandi crollano uno dopo l'altro. Forse leggeri lo erano anche troppo, per non sentirsi pesanti nel nostro mondo.
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cherryb.
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mercoledì 9 febbraio 2011
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"..nel mondo del kitsch tu saresti un mostro"
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Un film tratto dall'omonimo romanzo di Kundera, ambientato in quella che fu definita la Primavera di Praga.
"Nel mondo del kitsch tu saresti un mostro" le parole di Sabina inquadrano bene il film. Un cast di prima scelta, ogni ruolo è ben interpretato. Un film ricco di contenuti da quello storico- politico a quello esistenziale, che coglie il dramma umano, in cui ogni scelta o è impossibile o è nulla. Interessante il modo in cui viene raccontata la
contrapposizione tra Etica ed Estetica, e ciò che accade quando queste due realtà si incontrano, si scontrano e comprendono a vicenda.
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Un film tratto dall'omonimo romanzo di Kundera, ambientato in quella che fu definita la Primavera di Praga.
"Nel mondo del kitsch tu saresti un mostro" le parole di Sabina inquadrano bene il film. Un cast di prima scelta, ogni ruolo è ben interpretato. Un film ricco di contenuti da quello storico- politico a quello esistenziale, che coglie il dramma umano, in cui ogni scelta o è impossibile o è nulla. Interessante il modo in cui viene raccontata la
contrapposizione tra Etica ed Estetica, e ciò che accade quando queste due realtà si incontrano, si scontrano e comprendono a vicenda.
La realtà individuale e sociale si fondono in maniera esemplare.
Ammirevole è la cura al dettaglio, le scene sembrano a volte fotografiche, riescono a cogliere l'attimo. Interessante anche l'espediente delle foto di Tereza per raccontare il dramma dei carri armati a Praga, la città del socialismo dal volto umano. La scena finale trovo sia la più bella, una nota dolce amara, impossibile da non apprezzare.
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gregorio baggiani
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lunedì 29 dicembre 2008
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l'insostenibile leggerezza dell'essere
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il film è altamente filosofico e fortemente sensuale al tempo stesso......... la leggerezza rappresenta la libertà del vivere senza dare peso, significato alle cose, consci che le nostre piccole decisioni non hanno poi tutta questa importanza nello scorrere incessante del tempo e della storia, concetto rappresentato da Tomasc, medico e donnaiolo che vive godendo attimo per attimo..mentre la pesantezza, la gravità, risponde al desiderio di legarsi alle cose, alle persone, al fluire degli eventi e del tempo come fa Tereza nel romanzo di Kundera.........
Sabina invece irride la morale sessuale borghese ed il kitsch comunista ed al tempo stesso si fa beffe dell'umanitarismo del suo amante ginevrino, Franz, che con sincera partecipazione emotiva non si perde alcuna manifestazione in favore delle cause politiche anche più remote ed improbabili.
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il film è altamente filosofico e fortemente sensuale al tempo stesso......... la leggerezza rappresenta la libertà del vivere senza dare peso, significato alle cose, consci che le nostre piccole decisioni non hanno poi tutta questa importanza nello scorrere incessante del tempo e della storia, concetto rappresentato da Tomasc, medico e donnaiolo che vive godendo attimo per attimo..mentre la pesantezza, la gravità, risponde al desiderio di legarsi alle cose, alle persone, al fluire degli eventi e del tempo come fa Tereza nel romanzo di Kundera.........
Sabina invece irride la morale sessuale borghese ed il kitsch comunista ed al tempo stesso si fa beffe dell'umanitarismo del suo amante ginevrino, Franz, che con sincera partecipazione emotiva non si perde alcuna manifestazione in favore delle cause politiche anche più remote ed improbabili.......
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giretti
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mercoledì 29 ottobre 2008
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alla ricerca del dvd
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Qualcuno mi sa dire perché il dvd è intovabile? se qualcuno sa come trovarlo mi aiuti, grazie!
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(di giulia_mb)
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gianmarco andreuccetti
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sabato 10 maggio 2008
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l'insostenibile leggerezza dell'essere
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avendo per prima letto il libro alcuni anni fa, sono partito nel vedere il film chiaramente influenzato dal ricordo direi ottimo del libro,la storia del film è comunque piena di risvolti politici noti e di tratti romantici-erotici che sfiorano l'esistenzialismo puro e che non può che attrarre.
Il film è molto lungo ma mai annoia, intriso com'è di poesia anche dal punto di vista storico.I protagonisti non sono per niente banali, pieni di qualità e difetti del tutto reali e tangibili. Da vedere e rivedere, soprattutto quando ci si dimentica della primavera di Praga.
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mrk
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venerdì 9 novembre 2007
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pregoooooo
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VI PREGO DEVO SAPERE DI CHI E' LA COLONNA SONORA DEL FILM L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA----
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(di giulia mb)
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giulia
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domenica 7 ottobre 2007
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splendido, come pochi
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"L'Insostenibile Leggerezza dell'Essere" è uno dei pochissimi film, a parer mio, che aderisce quasi perfettamente al romanzo da cui è tratto. Ovviamente il libro, che è un capolavoro anche lui, è molto più ricco di particolari, ma 3 ore di film erano già tante, se avessero dovuto essere fedeli al 100% credo che non gli sarebbero bastate 5 ore. Sicuramente quello che più ci ha rimesso con i tagli e le modifiche è stato Franz, protagonista a tutti gli effetti nel romanzo, ma costretto a un ruolo molto marginale nel film, cosa che ha portato a inquadrare la storia più come un triangolo che come un quadrilatero fra i protagonisti.
A parte questo, gli attori sono tutti perfettamente azzeccati. La Binoche appena 25enne è una rara perla di genuinità e bellezza, mentre mi sarebbe stato difficile immaginare qualcuno migliore di Lena Olin, provocante ma sempre elegante, nei panni di Sabina.
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"L'Insostenibile Leggerezza dell'Essere" è uno dei pochissimi film, a parer mio, che aderisce quasi perfettamente al romanzo da cui è tratto. Ovviamente il libro, che è un capolavoro anche lui, è molto più ricco di particolari, ma 3 ore di film erano già tante, se avessero dovuto essere fedeli al 100% credo che non gli sarebbero bastate 5 ore. Sicuramente quello che più ci ha rimesso con i tagli e le modifiche è stato Franz, protagonista a tutti gli effetti nel romanzo, ma costretto a un ruolo molto marginale nel film, cosa che ha portato a inquadrare la storia più come un triangolo che come un quadrilatero fra i protagonisti.
A parte questo, gli attori sono tutti perfettamente azzeccati. La Binoche appena 25enne è una rara perla di genuinità e bellezza, mentre mi sarebbe stato difficile immaginare qualcuno migliore di Lena Olin, provocante ma sempre elegante, nei panni di Sabina. Forse Tomàs me lo aspettavo un po' più affascinante, ma anche Day-Lewis non è male...
Ho apprezzato soprattutto lo spirito europeo di cui è intriso il film, che poteva facilmente essere rovinato da qualche ingenuità dovuta all'estraneità del regista ai Paesi in cui si svolge la vicenda, ma questo pericolo è stato ampiamente scongiurato e il risultato è stato davvero ottimo.
5 stelle non gliele toglie nessuno.
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