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andrea accettini
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lunedì 16 giugno 2025
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film al limite del ridicolo
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Purtroppo ? il film parte come un film horror ma con un tratto di comicit? e di ironia non adatta a loro il film presenta molti punti dove non si capisce se sia un horror ossia uno scary movie. Molto deluso per le aspettative. La scimmia ? stata fatta molto bene purtroppo si sono giocati male le carte a mio avviso
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giovedì 3 aprile 2025
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orribile.patetico.
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Uno dei film peggiori che abbia mai visto.
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nino pellino
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venerdì 28 marzo 2025
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horror particolare ma non mi ha convinto
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Questo film del regista Oz Perkins (figlio del grande attore Anthony Perkins) è un horror velato di humour nero e sotto questo aspetto avrebbe tutti i requisiti per poter essere qualificato con il termine di pellicola molto particolare e anche originale. Il problema però è che non risulta esente da imperfezioni dal momento in cui presenta carenti e gravi vuoti narrativi, primo fra i quali la non adeguata e approfondita analisi psicologica dei personaggi nel corso dello sviluppo della trama e per tale ragione alla fine rimane come un film che non ha veramente lasciato il segno e come tale destinato ad essere dimenticato quanto prima. Inoltre secondo le mie personali impressioni "The monkey" a me non è parso né un horror e né tantomeno una commedia: se per mettere paura lo spettatore ci si basa sui soliti effetti splatter ( tra teste di uomini che scoppiano e sgorgano sangue dappertutto o scene esagerate in cui i predestinati a morire vanno incontro a degli incidenti di percorso decisamente esagerati) i quali, tra l'altro, dovrebbero anche far ridere (altro che risate, ad un certo punto ho sbadigliato fino alla noia) credo che non ci siamo proprio per definire questo film come di buon livello.
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Questo film del regista Oz Perkins (figlio del grande attore Anthony Perkins) è un horror velato di humour nero e sotto questo aspetto avrebbe tutti i requisiti per poter essere qualificato con il termine di pellicola molto particolare e anche originale. Il problema però è che non risulta esente da imperfezioni dal momento in cui presenta carenti e gravi vuoti narrativi, primo fra i quali la non adeguata e approfondita analisi psicologica dei personaggi nel corso dello sviluppo della trama e per tale ragione alla fine rimane come un film che non ha veramente lasciato il segno e come tale destinato ad essere dimenticato quanto prima. Inoltre secondo le mie personali impressioni "The monkey" a me non è parso né un horror e né tantomeno una commedia: se per mettere paura lo spettatore ci si basa sui soliti effetti splatter ( tra teste di uomini che scoppiano e sgorgano sangue dappertutto o scene esagerate in cui i predestinati a morire vanno incontro a degli incidenti di percorso decisamente esagerati) i quali, tra l'altro, dovrebbero anche far ridere (altro che risate, ad un certo punto ho sbadigliato fino alla noia) credo che non ci siamo proprio per definire questo film come di buon livello. Mi dispiace tanto per il figlio di Perkins, ma "The monkey" per me vince, fino a questo momento, la palma di peggior film visto al Cinema nel corso di questa stagione cinematografica 2024/2025
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montefalcone antonio
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martedì 25 marzo 2025
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un racconto macabro immerso nello humor nero
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Scritto e diretto dal regista di “Longlegs”, Oz Perkins, prodotto da James Wan e basato sul racconto breve, “La scimmia”, del maestro della paura Stephen King (inserito nella celebre raccolta antologica di racconti che è "Scheletri" - 1985).
“The Monkey” è una pellicola differente da “Longlegs”, meno cupa e più divertente, ma ugualmente interessante e coinvolgente.
Il film non si prende mai sul serio e condisce l’horror con massicce dosi di commedia (e viceversa), humor nero, trovate assurde/grottesche ed eccessi macabri o surreali. L’opera ha dalla sua una messinscena solida e accurata (vedi le varie morti che si susseguono in modo sempre accattivante); un focus tematico sui traumi infantili, l’ineluttabilità del destino e della morte; l’efficacia di particolari sequenze (quelle iniziali, quelle dell’infanzia dei fratelli) e di alcuni elementi stilistici (dai titoli a una desaturata fotografia, dalla calibrata colonna sonora al cast).
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Scritto e diretto dal regista di “Longlegs”, Oz Perkins, prodotto da James Wan e basato sul racconto breve, “La scimmia”, del maestro della paura Stephen King (inserito nella celebre raccolta antologica di racconti che è "Scheletri" - 1985).
“The Monkey” è una pellicola differente da “Longlegs”, meno cupa e più divertente, ma ugualmente interessante e coinvolgente.
Il film non si prende mai sul serio e condisce l’horror con massicce dosi di commedia (e viceversa), humor nero, trovate assurde/grottesche ed eccessi macabri o surreali. L’opera ha dalla sua una messinscena solida e accurata (vedi le varie morti che si susseguono in modo sempre accattivante); un focus tematico sui traumi infantili, l’ineluttabilità del destino e della morte; l’efficacia di particolari sequenze (quelle iniziali, quelle dell’infanzia dei fratelli) e di alcuni elementi stilistici (dai titoli a una desaturata fotografia, dalla calibrata colonna sonora al cast).
Tutto è inquadrato in un’ottica nichilista ma ludica, e nel complesso questo approccio funziona; seppur non abbastanza e non pienamente perché la pellicola non è esente da limiti e imperfezioni. Tra questi ultimi sono da annoverare: un mancato sviluppo dal punto di vista narrativo; uno script poco articolato e carente nei rapporti psicologici, nell’approfondimento dei personaggi e delle complesse dinamiche familiari; problemi di ritmo e di gestione (momenti che avrebbero potuto avere un impatto emotivo più intenso, penalizzati dal tono troppo ironico); e tanto altro ancora.
Insomma, per apprezzare meglio questa pellicola, lo spettatore deve accettarne le regole e non pretendere di più; perché altrimenti, in caso contrario, il film non mantiene più il suo discreto livello.
Una curiosità: l’opera è la seconda trasposizione cinematografica del racconto di Stephen King, dopo “The Devil's Gift” di Kenneth J. Berton nel 1984.
Voto: 3 stelle su 5.
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imperior max
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lunedì 24 marzo 2025
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una commedia horror divertente che esorcizza la morte in chiave grottesca e con un buon cinema.
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THE MONKEY. Vediamo un po?. Abbiamo come soggetto LA SCIMMIA di Stephen King che un racconto tanto breve quanto efficace, come produttore James Wan che con l?horror e il thriller sono sempre stati grandi amici (tra luci e ombre) e come sceneggiatore e regista abbiamo Osgood ?Oz? Perkins che in dieci anni ha sfornato un capolavoro, un buon film su Netflix e altri due grandi. Insomma, da questo triumvirato cosa potrebbe andare storto?!!??!! Che una cazzo di scimmietta giocattolo molto inquietante riuscisse anche a strappare delle sane e grassissime risate. Tutto volutamente e con una gran voglia di divertire, ovvio?
Uno sconvolto pilota d?aerei si sbarazza di una scimmia giocattolo in grado, apparentemente, di provocare una morte violenta a chi ? nei paraggi una volta girata la chiavetta e finito di battere le bacchette sui tamburi e abbandona la sua famiglia.
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THE MONKEY. Vediamo un po?. Abbiamo come soggetto LA SCIMMIA di Stephen King che un racconto tanto breve quanto efficace, come produttore James Wan che con l?horror e il thriller sono sempre stati grandi amici (tra luci e ombre) e come sceneggiatore e regista abbiamo Osgood ?Oz? Perkins che in dieci anni ha sfornato un capolavoro, un buon film su Netflix e altri due grandi. Insomma, da questo triumvirato cosa potrebbe andare storto?!!??!! Che una cazzo di scimmietta giocattolo molto inquietante riuscisse anche a strappare delle sane e grassissime risate. Tutto volutamente e con una gran voglia di divertire, ovvio?
Uno sconvolto pilota d?aerei si sbarazza di una scimmia giocattolo in grado, apparentemente, di provocare una morte violenta a chi ? nei paraggi una volta girata la chiavetta e finito di battere le bacchette sui tamburi e abbandona la sua famiglia. Nonostante ci?, I gemelli Hal e Bill Shelburn trovano in soffitta, tra le scartoffie del padre pilota, quella scimmietta. Essendo Hal tranquillo, gentile e vessato dai bulli mentre Bill un vero stronzo, decidono di girare la chiavetta per motivi diversi. Dopo una serie di ?orribili? morti e incidenti i due fratelli buttano la scimmia in fondo ad un pozzo e si separano. Dopo molti anni Hal ritorna nella sua citt? natale per passare del tempo con suo figlio che vede molto poco e sta? per essere dato in affidamento a un nuovo patrigno a causa dell?assenza del padre. Viene a sapere dal fratello Bill che la scimmia ? ritornata ad uccidere e si metter? in azione per fermare questa maledizione una volta per tutte.
Oz Perkins, stavolta su commissione, dirige il tutto con la sua solita mano con tanti primi piani, inquadrature fisse e movimenti lenti seguiti da diversi piani sequenza con l?aggiunta per? di un montaggio un po? pi? frenetico del solito, ma senza perdere i suoi proverbiali momenti inquietanti, di tensione e il giusto ritmo e, in linea straordinarissima, una messinscena grottesca, molto ironica, che non si risparmia col sangue e lo splatter. La brutalit? e l?orrore percepito fuoricampo e/o sfuocato sono meno presenti e il buio pi? nerissimo stavolta si vede poche volte, dando per? spazio ad una fotografia pi? curata verso i rossi e i marroni. Ci? nonostante rimangono comunque l?eleganza di regia e un paio di jumpscare azzeccati. Con le musiche allegre, le battute taglienti, i personaggi sopra le righe e i tempi comici azzeccati si ? praticamente tornati ai tempi di Buster Keaton, Charlie Chaplin e alle commedie horror di Sam Raimi e Peter Jackson degli anni ?80-?90. Qui Theo James nel suo doppio ruolo interpreta la sua parte migliore sia nell?umorismo che nel dramma, Tatiana Maslany ha un bel personaggio ed ? praticamente perdonata dopo l?orribile She Hulk della Marvel, Christian Covery anche lui bravo nel fare Hal e Bill da piccoli, una bella sorpresa con il piccolo ruolo di Elijah Wood e Oz Perkins che ci regala la sequenza pi? divertente di tutte.
La storia riprende il concept Kinghiano originale, ma Perkins decide si riadattarla raccontando di crescita senza padri, di riavvicinamenti familiari, di disagi infantili che si ripercuotono in et? adulta e di morte come parte della vita seppur messa metaforicamente nella figura della scimmia. Senza contare le aggiunte autobiografiche del regista ricordando la perdita del padre in giovane et? e della madre nell?attentato dell?11/9. In pi? le varie meccaniche narrative, le costruzioni logiche e i colpi di scena, seppur ogni tanto rasentano l?iperbolico, sono ben dettagliate e coerenti. Il tutto in una flemma fortemente grottesca, con un pizzico di surreale e con personaggi particolari ben scritti.
Ora, come Longlegs ricordava Il silenzio degli innocenti, The Monkey ricorda per messinscena e inquadrature Final Destination. Solo che se in quella saga si cercava in maniere sempre pi? macchinose e contorte (e dal terzo capitolo in poi, sempre pi? forzate) di raggirare il disegno della morte e con topoi narrativi ormai divenuti ripetitivi e riciclati, oltre che a prendersi troppo sul serio. Qui invece le meccaniche sono pi? semplici, circoscritte in una sola figura allegorica e ci si prende molto meno sul serio. Poi, a parte una piccola forzatura per arrivare ad un?ultima smaccata ?uoatafack?, il resto ? fatto bene.
Senz?altro non stiamo parlando di un grande film, ma ? una chiara dimostrazione che anche se su commissione e non nelle corde del regista, Oz Perkins riesce a preservare una buona mano.
Nota di servizio: E' vero, la recensione ? lunghetta, al contrario del film che dura 98 minuti. Cos?, tanto per evidenziare che ad oggi la durata media dei film di Perkins ? arrivata a 93,6 minuti e che gli si pu? dire tutto tranne di essere un pachiderma...
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anoig
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sabato 22 marzo 2025
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infantile
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Mai ho rimpianto 17 euro come quelli spesi per andare a vedere questo pseudo film horror.
Non ha niente di originale, non segue la storia originale (e vabbè), utilizza effetti "speciali" da cartone animato.
Il film è decisamente infantile a 360° e a me tutte quelle morti non hanno fatto ridere (come si afferma in qualche
recensione, a mio modo di vedere, fin troppo bonaria), e anche il resto degli spettatori in sala, sono rimasti chiusi in
un silenzio attonito, allibito.
Il film scorreva lentamente (quando ci si annoia il tempo non passa mai) fra situazioni surreali e dialoghi penosi,
tra sangue schizzato un po' ovunque ed una "sceneggiatura" che faceva acqua da ogni parte.
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Mai ho rimpianto 17 euro come quelli spesi per andare a vedere questo pseudo film horror.
Non ha niente di originale, non segue la storia originale (e vabbè), utilizza effetti "speciali" da cartone animato.
Il film è decisamente infantile a 360° e a me tutte quelle morti non hanno fatto ridere (come si afferma in qualche
recensione, a mio modo di vedere, fin troppo bonaria), e anche il resto degli spettatori in sala, sono rimasti chiusi in
un silenzio attonito, allibito.
Il film scorreva lentamente (quando ci si annoia il tempo non passa mai) fra situazioni surreali e dialoghi penosi,
tra sangue schizzato un po' ovunque ed una "sceneggiatura" che faceva acqua da ogni parte.
E' vero, il racconto la Scimmia di Stephen King è corto, magari non c'è molta carne da mettere sul fuoco (anche
se ha una sua dignità di fondo), ma allora perché sceglierlo per farne un lungo metraggio privo di senso o di un qualsiasi
spunto originale?
Allarme spoiler:
Il finale poi è davvero penoso, con delle Majorette affacciate ai finestrini di un autobus che vengono decapitate
(una decina di teste fatte esplodere contemporaneamente) da un altro mezzo di passaggio.
E' una scena davvero imbarazzante, sia per l'esecuzione che per l'assoluta insulsaggine.
Un "film" da evitare con tutte le proprie forze.
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vincenzo brunetti
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sabato 22 marzo 2025
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davvero deludente
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Dalla prima scena sembra davverlo interessante quando l'uomo del negozio dei pegni viene squarciato non credendo alla storia ,ma poi diventa davvero una delusione totale,niente di pauroso anzi scene che diventano comiche anche trattandosi di sangue ma davvero molto mediocri,la scimmia dall'aspetto sembra un pò inquietante ma poi si rivela davvero una delusione ,non si capisce che viene scelto per essere a morire,comunque davvero più comicità che paura,molto mediocre per non dire scadente,attori anche molto discreti per questo tipo di ruolo,accostamento ed adattamento da un racconto di stephen king?mi dispiace dirlo ma il MAESTRO è STATO DAVVERO RIDICOLIZZATO.
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Dalla prima scena sembra davverlo interessante quando l'uomo del negozio dei pegni viene squarciato non credendo alla storia ,ma poi diventa davvero una delusione totale,niente di pauroso anzi scene che diventano comiche anche trattandosi di sangue ma davvero molto mediocri,la scimmia dall'aspetto sembra un pò inquietante ma poi si rivela davvero una delusione ,non si capisce che viene scelto per essere a morire,comunque davvero più comicità che paura,molto mediocre per non dire scadente,attori anche molto discreti per questo tipo di ruolo,accostamento ed adattamento da un racconto di stephen king?mi dispiace dirlo ma il MAESTRO è STATO DAVVERO RIDICOLIZZATO................
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