|
Esortazione all'esercizio di democrazia un po' come a Ballando. Avrebbe fatto di meglio con l'interrogativo: votàbamos, votaremos? Un'inquietud come le altre del film di Santiago Requejo che non trascurerei. Finta noncuranza, teatrale, chiacchiere, claustrofobico. Intanto vi si profilano figure con la quali non vi piacerebbe venire confusi o, peggio, immedesimati.
Il tipetto squalliduccio, petulante, che si scopre livoroso, la quale per ogni fesseria, appunto, invoca il suffragio. Nuria (un'efficace e convincente Clara Lago), una nevropatica che vuole insegnare a vivere. Astio e tentate vie di fatto per il giovanotto benestante che pretende di fare lo strafottente e il devianre, apostrofato come perdigiorno parassita. Il peggiore non poteva che essere che il reazionario, un pensionato ottuso che il mestiere ha reso irascibile. Rovina la piega ragionevole che pur stava prendendo la situazione. Fa scappare l'aspirante affittuario che, benchè coglioncino, si rende conte che sarebbe "da matti" cacciarsi in quel nido di vipere. Requejo inquadra spesso l'indignato condomino da retro ovvero nel vasto fondoschiena. Sembra destinarlo al dileggio. Commette un errore, gli fa blaterare una tirata politicheggiante che può trovare orecchie benevole di là e di qua dei Pirenei.
Punti fermi dell'opera. In Spagna, si capisce, sfiducia assoluta nel ricupero sociale delle inadaguatezze mentali. Argomento cogente è quello di "chi non arriva a fine mese", suona familiare, chissà come era detto in castigliano.
Siamo sicuri che non si tratti di una manfrina ovverossia di un'allegoria? Quel Paese, un condominio più truculento del nostro, alberga diverse anime perpetuamente in conflitto che, anche se non contigue, si detestano l'un con l'altra. Santiago viene dall'Estremadura, arriva alla capitale non tanto da provinciale attento e critico ma cone un immigrato sprezzante e insofferente, irriducibilmente ostile.
Quella genia, saggiamente in un tempo breve, lascia la scena, si dilegua senza lasciar tracce come una frotta di fantasmi che sbiadisce finalmente in silenzio. Abbandona l'ospite alle sue difficoltà al quale non tanto dispiace di aver assistito ad un atto di crudeltà, un sopruso abituale verso un debole, negare un tetto ad un poveraccio solo perchè gli rode un tarlo nella zucca. Può combinare guai. Senz'altro ne combinerà ma non per questo è più pernicioso dei normali che ad ogni istante attentano alla vostra incolumità.
Alberto si consola, si gratifica con l'infantilismo organolettico della pubblicità degli alimentari. Sbocconcella piano piano un tozzo della torta dianzi sezionata inutilmente. Bada a non far briciole.
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|