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montefalcone antonio
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sabato 10 agosto 2024
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le trappole seminate dalla società contemporanea
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Piacevole ed intrigante thriller dal sapore hitchcockiano diretto da un M. Night Shyamalan interessato ad entrare nella psicologia di un serial killer che manca di empatia (facendoci immedesimare in lui e a quasi tifare per lui per buona parte della pellicola), ma anche alle trappole in cui cade una società contemporanea dominata dai Social Network – che altera sempre più le reali interazioni tra le persone incessantemente assorbite dall’osservare sullo schermo, in segreto e dall’esterno le vite altrui.
Al netto dei suoi difetti, il film appare nel complesso accettabile e abbastanza riuscito.
Efficaci sono su tutto l’interpretazione dell’attore protagonista e lo stile di regia che cambia a seconda di quale sia il punto di vista che racconta la vicenda in quel momento.
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Piacevole ed intrigante thriller dal sapore hitchcockiano diretto da un M. Night Shyamalan interessato ad entrare nella psicologia di un serial killer che manca di empatia (facendoci immedesimare in lui e a quasi tifare per lui per buona parte della pellicola), ma anche alle trappole in cui cade una società contemporanea dominata dai Social Network – che altera sempre più le reali interazioni tra le persone incessantemente assorbite dall’osservare sullo schermo, in segreto e dall’esterno le vite altrui.
Al netto dei suoi difetti, il film appare nel complesso accettabile e abbastanza riuscito.
Efficaci sono su tutto l’interpretazione dell’attore protagonista e lo stile di regia che cambia a seconda di quale sia il punto di vista che racconta la vicenda in quel momento.
La sceneggiatura, dalla bella idea di fondo e senza troppe pretese, è tesa e divertente, e sostanzialmente funziona e coinvolge; però ha alcune soluzioni narrative troppo facili e forzate che la rendono a tratti anche inverosimile. Lady Raven, che nell’opera rimanda al fenomeno pop Taylor Swift, è nella realtà la figlia del regista ed è una vera cantante. Voto (in decimi): 6 / 6.50
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jonnylogan
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giovedì 15 agosto 2024
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in trappola
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Il rito dei concerti e delle neo star per stuoli di adolescenti è rivisto dal regista de Il sesto senso (The Sixth Sense; 1999) come un rito al quale partecipare in massa, ma al tempo stesso che può essere lo sfondo per una narrazione distante e decisamente differente, ovvero una caccia all’uomo che ricorda altri thriller quali Senza via di scampo (No Way Out; 1987) o Out of Time (id.; 2003) per citare un paio di pellicole nelle quali inseguito e inseguitori si lambiscono per tutto il corso della narrazione.
Protagonista Josh Hartnett nel ruolo di un vigile del fuoco, appassionato della sua famiglia e di sua figlia dodicenne, che si trova ad accompagnarla al concerto di una pop star impersonata da Saleka, figlia del regista e anche lei iconica cantante, con la quale M.
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Il rito dei concerti e delle neo star per stuoli di adolescenti è rivisto dal regista de Il sesto senso (The Sixth Sense; 1999) come un rito al quale partecipare in massa, ma al tempo stesso che può essere lo sfondo per una narrazione distante e decisamente differente, ovvero una caccia all’uomo che ricorda altri thriller quali Senza via di scampo (No Way Out; 1987) o Out of Time (id.; 2003) per citare un paio di pellicole nelle quali inseguito e inseguitori si lambiscono per tutto il corso della narrazione.
Protagonista Josh Hartnett nel ruolo di un vigile del fuoco, appassionato della sua famiglia e di sua figlia dodicenne, che si trova ad accompagnarla al concerto di una pop star impersonata da Saleka, figlia del regista e anche lei iconica cantante, con la quale M. Night Shyamalan ha prima pensato e successivamente scritto la sceneggiatura. Il regista parla di un Hartnett perfetto per il ruolo di Cooper perché capace di riscrivere la propria carriera dopo aver abbandonato HollyWood in favore del Regno Unito, attraversando scelte professionali non scontate, una su tutte il ruolo del fisico nucleare Ernest Lawrence protagonista di Oppenheimer (id.; 2023).
Hartnett riesce a essere un villain sia perfetto, sia sui generis. Per il quale fare il tifo fin da subito, seppur da quasi subito se ne conosca l’alias. Vuoi perché calato in un ruolo positivo: il padre vicino ai desideri di sua figlia. Vuoi perché calmo, rassicurante e al quale non si riesce fino all’ultimo a credere che sia il tanto temuto serial killer.
Disseminato di snodi essenziali, lo stesso regista appare in un cameo che ne rappresenta uno decisamente significativo, il film riesce a essere sia claustrofobico, per via del tentativo di Cooper di sfuggire ai controlli della polizia e di una profiler, l’attrice Hayley Mills, nota per i suoi trascorsi Disneyani, che ne ha saputo rivelare i tratti essenziali. Sia successivamente, quando l’azione si sposta all’esterno del palasport e il villain si svela per quel che è.
Thriller atipico e firmato da uno dei registi più iconici e meno incasellabili del cinema d’oggi. Da vedere perché in perenne bilico fra il più classico giallo di matrice Hitchcockiana e la nostra contemporaneità fatta, anche, di numerose dirette social e molta vacuità.
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figliounico
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martedì 20 agosto 2024
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formidabile e banale al contempo
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Il primo tempo è formidabile. Ispirato da Hitchcock, Shyamalan amplifica a dismisura lo spazio scenico de’ Il delitto perfetto, da un elegante bilocale al palazzetto dei concerti pop. Il meccanismo è lo stesso, l’eterno crudele gioco del gatto col topo, visto tuttavia dalla prospettiva di quest’ultimo. Spoiler. Magnificamente reso il graduale capovolgimento del carattere del personaggio principale con la trasformazione del padre amorevole in spietato serial killer. La schizofrenia del protagonista è l’esasperazione parossistica e quasi parodistica della normale ipocrisia dell’uomo comune, che si può riconoscere nello specchio deformato creato da Shyamalan come truffaldino mentitore piccolo doppiogiochista, mediocre eroe negativo della vita di tutti i giorni, scoprendosi a tifare senza pudore per il Macellaio.
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Il primo tempo è formidabile. Ispirato da Hitchcock, Shyamalan amplifica a dismisura lo spazio scenico de’ Il delitto perfetto, da un elegante bilocale al palazzetto dei concerti pop. Il meccanismo è lo stesso, l’eterno crudele gioco del gatto col topo, visto tuttavia dalla prospettiva di quest’ultimo. Spoiler. Magnificamente reso il graduale capovolgimento del carattere del personaggio principale con la trasformazione del padre amorevole in spietato serial killer. La schizofrenia del protagonista è l’esasperazione parossistica e quasi parodistica della normale ipocrisia dell’uomo comune, che si può riconoscere nello specchio deformato creato da Shyamalan come truffaldino mentitore piccolo doppiogiochista, mediocre eroe negativo della vita di tutti i giorni, scoprendosi a tifare senza pudore per il Macellaio. Poi il film cade nella banalità e la totale mancanza di coerenza logica, che pur deve reggere la fantasia altrimenti non è un racconto fantastico ma un sogno ad occhi aperti, prende il sopravvento ed il thriller naufraga inesorabilmente in un mare di luoghi comuni e di stereotipi, uno per tutti il rapporto patologico con la madre severa che da Psyco in poi è una costante per profilare il maniaco assassino. Inverosimile il ruolo della psicologa consulente della polizia che in una sequenza diventa addirittura il comandante delle operazioni. Straordinario Josh Hartnett, performance da Oscar, immancabile il cammeo hitchcockiano del regista e non delude nemmeno sua figlia nella parte della protagonista femminile, anche se conferma tristemente l’imperante, dilagante nepotismo nel mondo del cinema.
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joecondor
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domenica 11 agosto 2024
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bel thriller carico di tensione
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Shamalayan fã centro gran Thriller senza sangue carico di tensione ed ottima trama ti inchioda alla sedia fino all'ultimo. Regia spettacolare il film si deve vedere al cinema non per gli effetti speciali ma nella sala è più coinvolgente Ottimi gli attori dal protagonista alla Profiler dei Serial killer ma la figlia di Shamalayan rockstar che si confronta col Serial Killer merita la visione Voto 8
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gustibus
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lunedì 12 agosto 2024
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ma davvero e''finito cosi''?
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La mia frase di lancio e'vera!forse stuzzichera'la curiosita'dei lettori.Shyamalan(il regista)mi ha sempre incuriosito per ideare quel cinema 'diverso'.Qua visto ieri,il racconto del serial killer'il macellaio'..12 vittime..Viene incastrato all'interno di un teatro dove ce'una pop star nuova generazione..Lady Raven..ideale per la figlia dell'assassino cosi' premuroso ad accontentarla perché usciva da brutto momento.Fuori c'era una profiler dell'FBI.con centinaia di agenti di polizia,swat,FBI...come uscire dal teatro?..questa piu'o meno e'il soggetto.Niente a che vedere con De Palma erano altri tempi!.Secondo me film plasmato male,con sceneggiatura scarsa.
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La mia frase di lancio e'vera!forse stuzzichera'la curiosita'dei lettori.Shyamalan(il regista)mi ha sempre incuriosito per ideare quel cinema 'diverso'.Qua visto ieri,il racconto del serial killer'il macellaio'..12 vittime..Viene incastrato all'interno di un teatro dove ce'una pop star nuova generazione..Lady Raven..ideale per la figlia dell'assassino cosi' premuroso ad accontentarla perché usciva da brutto momento.Fuori c'era una profiler dell'FBI.con centinaia di agenti di polizia,swat,FBI...come uscire dal teatro?..questa piu'o meno e'il soggetto.Niente a che vedere con De Palma erano altri tempi!.Secondo me film plasmato male,con sceneggiatura scarsa..a volte ai limiti dell'incomprensibile specialmente verso la parte finale.Per giudicare e'sempre da vedere.Ah preciso di Horror non ha niente di niente!..leggero thriller..niente piu'!
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felicity
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domenica 11 agosto 2024
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una trappola del nostro tempo
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M. Night Shyamalan con Trap ha fatto un gradevole pasticcio.
L’idea sulla carta era interessante: far sentire in trappola un serial killer ad un concerto pop.
Un assetto da thriller vecchio stampo, dove ti auguri che la suspence ti accompagni ad ogni mossa dell’assassino, e invece il risultato è quello di un film inspiegabilmente privo di tensione, con situazioni affrettate e mal pensate, dialoghi sconnessi ed espedienti che con il procedere del film si fanno sempre più ridicoli.
Non staremo qui ad elencare tutte le forzature che accompagnano la fuga di Cooper, ma le difficoltà di Trap si notano fin da subito. Al Macellaio riesce qualsiasi cosa.
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M. Night Shyamalan con Trap ha fatto un gradevole pasticcio.
L’idea sulla carta era interessante: far sentire in trappola un serial killer ad un concerto pop.
Un assetto da thriller vecchio stampo, dove ti auguri che la suspence ti accompagni ad ogni mossa dell’assassino, e invece il risultato è quello di un film inspiegabilmente privo di tensione, con situazioni affrettate e mal pensate, dialoghi sconnessi ed espedienti che con il procedere del film si fanno sempre più ridicoli.
Non staremo qui ad elencare tutte le forzature che accompagnano la fuga di Cooper, ma le difficoltà di Trap si notano fin da subito. Al Macellaio riesce qualsiasi cosa. Si muove in maniera incontrollata, frega tutti, si imbuca ovunque con una facilità talmente esagerata da diventare fastidiosa per un film che vuole prendersi sul serio.
Josh Hartnett regala lampi di apprezzabile intensità, ma è tutto il resto a fare acqua.
Sorprende, tra l’altro, il modo sproporzionato in cui Shyamalan non si nasconda nello stendere un tappeto rosso alla figlia Saleka, regalandole la vetrina perfetta per emergere come cantante e non solo, anche come attrice co-protagonista.
Tutto ciò coltivando da venticinque anni la stessa idea di cinema, stratificata, forte, coerente e trovando un buon Hartnett, in grado di variare una vasta gamma espressiva in una sola sequenza, dalla paternità amorevole alla pura psicopatia.
Thriller bagnato nel contemporaneo, delirio da popstar e dominio dei social network, sabotaggio degli stereotipi, i poliziotti, la profiler, fenomenologia di un assassino moderno, magistrale costruzione del film col regista nel ruolo di demiurgo: Trap ha almeno cinque livelli di lettura.
Una trappola del nostro tempo, in cui è avvincente cadere, basta essere consapevoli che il thriller è anche comico e l'assassino è tanto spietato quanto beffardo.
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