Alla direttrice di un supermercato svedese, neomamma, viene richiesto di tagliare i costi del personale. Sarà costretta a provvedimenti impopolari, che le attireranno l’odio dei dipendenti, e la indurranno all’autosfruttamento nel periodo delicato del post-parto. I provvedimenti influiranno pesantemente sulla vita dei lavoratori, sulle loro entrate, sui loro rapporti con l’assistenza sociale, sulle relazioni. Fuori dall’esercizio commerciale, qualche senzatetto va periodicamente a mendicare qualcosa e a vedere se tra gli scarti c’è qualcosa di commestibile.
Cruda rappresentazione della crisi del modello svedese, caratterizzato nel secolo scorso da politiche socialdemocratiche, ricchezza e welfare sviluppato, ora minato dall’onda lunga di una crisi economica e dalla globalizzazione neoliberista.
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Alla direttrice di un supermercato svedese, neomamma, viene richiesto di tagliare i costi del personale. Sarà costretta a provvedimenti impopolari, che le attireranno l’odio dei dipendenti, e la indurranno all’autosfruttamento nel periodo delicato del post-parto. I provvedimenti influiranno pesantemente sulla vita dei lavoratori, sulle loro entrate, sui loro rapporti con l’assistenza sociale, sulle relazioni. Fuori dall’esercizio commerciale, qualche senzatetto va periodicamente a mendicare qualcosa e a vedere se tra gli scarti c’è qualcosa di commestibile.
Cruda rappresentazione della crisi del modello svedese, caratterizzato nel secolo scorso da politiche socialdemocratiche, ricchezza e welfare sviluppato, ora minato dall’onda lunga di una crisi economica e dalla globalizzazione neoliberista. Essenziali e dure le riprese all’interno del luogo di lavoro, alternate a pezzi di animazione dove pupazzi dall’aspetto inquietante sembrano rappresentare il degrado etico.
La lodevole rappresentazione non è però esente da difetti. Difficile credere che gli scarti alimentari dei supermercati siano quasi tutti buoni, difficile accettare che in Svezia i clienti si accapiglino per confezioni di pollo in offerta, così come è ingenua e stereotipata la rappresentazione dei senzatetto come esseri più umani e più liberi degli altri. Tutto ciò, duole ammetterlo, toglie forza al messaggio.
Il merito però va nell’aver colto l’essenza di questo aspetto dell’odierno capitalismo, dove l’attenzione per i consumatori assume vieppiù aspetti mistici, parallelamente alla compressione dei diritti dei lavoratori.
Così va il mondo reale, anche in Svezia. Quindi un film da vedere.
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