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signorbagheri
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sabato 6 settembre 2025
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dramma umano politicizzato
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Agnieszka Holland e Marek Epstein, rispettivamente regista e sceneggiatore, fanno di un personaggio che fu nella vita reale quanto meno controverso e giudicato dal regime comunista un pericoloso, come il titolo preannuncia, ciarlatano, arricchitosi sfruttando presunte doti di guaritore, una specie di santo visionario benefattore del genere umano forse proprio per farne una vittima eccellente dello stato di polizia cecoslovacco iniziato nel dopoguerra e finito con la caduta del muro di Berlino. In primo piano le vicende personali del Ciarlatano ed il suo amore omosessuale per il giovane assistente ovviamente considerato reato in quel Paese a quel tempo e sullo sfondo le persone di tutti i ceti venute da ogni dove nella speranza di un miracolo e le origini del suo mestiere e la vocazione adolescenziale a dispetto dei progetti paterni gli scontri familiari attraverso efficaci flashback.
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domenica 29 agosto 2021
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aspesi
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Visto il film recensione illuminante Io l'ho un po' copiata
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mauro.t
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lunedě 16 agosto 2021
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un supereroe (?) annullato da un regime comunista
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Il guaritore ceco Jan Mikolašek (persona realmente esistita) è un esperto erborista che diagnostica malattie guardando un campione di urine in controluce e cura con le erbe. La gente fa la fila davanti alla sua abitazione, anche se lui chiarisce sempre onestamente di non essere un dottore. Uomo pio che si inginocchia sulle pietre spigolose, è mosso da una genuina vocazione e ambisce a fare del bene all’umanità, disinteressato al potere e all’appartenenza politica di chi gli si rivolge, cha si tratti di nazisti o di comunisti. Tra i suoi estimatori, anche il presidente cecoslovacco Zapotocki. Ma alla morte di questo, avvenuta nel 1957, il regime staliniano decide di mettere fine alla sua attività mal sopportata e non proprio allineata, incastrandolo con una falsa accusa.
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Il guaritore ceco Jan Mikolašek (persona realmente esistita) è un esperto erborista che diagnostica malattie guardando un campione di urine in controluce e cura con le erbe. La gente fa la fila davanti alla sua abitazione, anche se lui chiarisce sempre onestamente di non essere un dottore. Uomo pio che si inginocchia sulle pietre spigolose, è mosso da una genuina vocazione e ambisce a fare del bene all’umanità, disinteressato al potere e all’appartenenza politica di chi gli si rivolge, cha si tratti di nazisti o di comunisti. Tra i suoi estimatori, anche il presidente cecoslovacco Zapotocki. Ma alla morte di questo, avvenuta nel 1957, il regime staliniano decide di mettere fine alla sua attività mal sopportata e non proprio allineata, incastrandolo con una falsa accusa. I suoi sostenitori potenti si eclissano. Viene accusato anche il suo assistente, col quale Mikolašek ha intrecciato una relazione omosessuale, e che diventerà un elemento chiave nel processo.
Molti i temi in ballo: il rapporto tra vocazione e potere, (afferma Mikolašek: “Il castigo più duro è avere una scelta”, lui che sente di non avere scelta al di fuori della sua missione) e poi il legame tra uomo e natura e fra Dio e natura (che mette a disposizione rimedi miracolosi per una serie di malattie), la relazione tra potere e medicina, oltre al rapporto tra omosessualità e regimi.
Il film nel complesso è ben costruito e splendidamente recitato (in particolare da Ivan Trojan). Il Mikolašek del film è personaggio composito, capace di slanci generosi e di momenti egocentrici in cui manca del tutto di empatia, pieno di contraddizioni e quindi riuscito. Ma rimane una pecca. Di un personaggio realmente esistito e molto controverso, ne viene fatto un ritratto non solo di persona assolutamente in buona fede (qualità credibile), ma dotata anche di autentici superpoteri di chiaroveggente e guaritore. Mikolašek viene rappresentato come un supereroe, vittima di un regime ipocrita e corrotto.
Di una ennesima denuncia delle malefatte del socialismo reale non se ne sentiva il bisogno, e di un film che insinua il dubbio che tra i guaritori ci sia qualche eroe incompreso e osteggiato, ancora meno. Metafora di un secolo? No, però è una storia interessante.
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