felicity
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giovedì 7 gennaio 2021
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un capitolo convincente che si perde sul più bello
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10 giorni con Babbo Natale convince grazie all’introspezione fedele nella psiche dei personaggi, in grado di rispecchiare i microdrammi singolari della quotidianità adulta e confrontarli con le trasformazioni significative che investono, di riflesso, tre diverse età dell’infanzia.
La rappresentazione che Alessandro Genovesi porta sullo schermo è quella di un dramma familiare che si consuma di fronte all’estenuante difficoltà di conciliare carriera e affetti, uno scenario consueto che ritrae i suoi personaggi nel tentativo di recuperare gli occhi dell’infanzia per godersi un’ultima occasione di felicità condivisa. Se c’è una pecca nel film di Genovesi è proprio questa: il disseminare la speranza di un’inversione di rotta, di un intervento risolutivo più conforme alle esigenze della quotidianità, orientato verso una strategia del vivere comune più inclusiva che non rinunci a conciliare i due mondi, entrambi straordinari, per offrire poi una conclusione a metà, conciliante ma spuria.
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10 giorni con Babbo Natale convince grazie all’introspezione fedele nella psiche dei personaggi, in grado di rispecchiare i microdrammi singolari della quotidianità adulta e confrontarli con le trasformazioni significative che investono, di riflesso, tre diverse età dell’infanzia.
La rappresentazione che Alessandro Genovesi porta sullo schermo è quella di un dramma familiare che si consuma di fronte all’estenuante difficoltà di conciliare carriera e affetti, uno scenario consueto che ritrae i suoi personaggi nel tentativo di recuperare gli occhi dell’infanzia per godersi un’ultima occasione di felicità condivisa. Se c’è una pecca nel film di Genovesi è proprio questa: il disseminare la speranza di un’inversione di rotta, di un intervento risolutivo più conforme alle esigenze della quotidianità, orientato verso una strategia del vivere comune più inclusiva che non rinunci a conciliare i due mondi, entrambi straordinari, per offrire poi una conclusione a metà, conciliante ma spuria.
Il regista sceglie di raccontare le difficoltà dei rapporti familiari attraverso uno sguardo sia adulto che fanciullo, ma soprattutto attraverso la favola e l’atmosfera natalizia. Allora il Natale non meraviglia più solamente i bambini, diventa un’occasione anche per gli adulti di tornare piccoli e di ricominciare a credere che i sogni sono realizzabili.
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elgatoloco
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mercoledì 15 dicembre 2021
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chriistmas-family'' s plot made in italy
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"!O GIORNI CON bABBO nATALE"(alESSANDRO gENOVESI, 2020), parla di una famiglia in crisi(padre che si occupa dei tre figli, che cerca di ritrovare il poco lavoro con scarso successo, madre al lavoro, figlia adolescente "ribelle", bambino di otto anni in crisi di identità, bambina di 4 sballotatta di qua e di là dall'andazzo familiare)alle porte del Natale. Idea bislacca del padre(Fabio de Luigi, più convincente del solito, che sa equilibrare le battute comiche e la situazione"drammatica"), per recuperare l'unità familiare di usare un camper per accompagnare a Stoccolma(sic!)la moglie(Valentina Lodovini, brava) in attesa di promozione.
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"!O GIORNI CON bABBO nATALE"(alESSANDRO gENOVESI, 2020), parla di una famiglia in crisi(padre che si occupa dei tre figli, che cerca di ritrovare il poco lavoro con scarso successo, madre al lavoro, figlia adolescente "ribelle", bambino di otto anni in crisi di identità, bambina di 4 sballotatta di qua e di là dall'andazzo familiare)alle porte del Natale. Idea bislacca del padre(Fabio de Luigi, più convincente del solito, che sa equilibrare le battute comiche e la situazione"drammatica"), per recuperare l'unità familiare di usare un camper per accompagnare a Stoccolma(sic!)la moglie(Valentina Lodovini, brava) in attesa di promozione. Solo che, passando il confine tra Sudtirolo e Austria incontrano un anziano signore, che è(o meglio inizialmente si dichiara, ma poi si dimostrerà realmente tale)Babbo Natale(Diego Abatantuono, in una delle sue prove recenti migliori e più incisive), Vari guai, compreso il blocco del camper, per problemi tecnici(ma era già"disastratp), ma poi arrivnao non solo a Stoccolma, ma in prossimità della Lapponia, finendo per accompagare il"rimbambito"anziano signore nella cittàoffiicna di Babbo Natale, E ritorna l'armonia familiare, quiasi per",miracolo", Film laico sul Natale e sulla sua magia, firmato Genovesi, complessivamente solido(la sceneggiatura, però, avrebbe potuto calibrare meglio la parte relativa all'incidente meccanico del camper, senza lungaggini, le gags ripetute della"perdita"di Babbo Natale, che in vari luoghi finge di non ricordare più nulla sono un po'"stantie", mentre le gags dell'albero di Natale comprato e del colloquio di lavoro.lampo appaiono certo più convincenti, piene di quella capacità di far rifere"sinteticamente", quasi ricordando Jerry Lewis, da cui peraltro, con tutto il rispetto, De Luigi è lontanissimo anche, come ovvio, fisicamente), si avvale dell'ottimo Abantuono e di due interpreti come i due protagoniswti citati, certo al loro "meglio", nonché di un cast comunque valido, dove la capacotà del regista autore già vari anni fa di un"film natalizio"("Il peggior Natale della mia vita", 2012) di creare una storia made in Italy, ossia non subalerna a modelli"gringos"si fonde con la comicità, che qui come altrimenti in pochi casi riesce a portare con sè, non solo"nel sottotesto"il dramma, che è al tempo stesso sociale.-psicologico. esistenziale.(sempre che vogliamo staccare la dimensione esistenziale dq quella stticto sensu psicologica, il che non è certo). El Gato
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