dandy
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martedì 2 febbraio 2021
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superstizioni e inganni.
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Avati ritorna all'horror vecchio stile riprendendo buona parte dei temi che aveva affrontato nei film precedenti,dal protagonista incapace di sfuggire a un destino tragico ai lati oscuri della chiesa(cui aggiunge un discorso politico,con espliciti riferimenti alle strategie della DC negli anni'50 nei confronti dei crimini scomodi).Non mancano mestiere ed atmosfera(notevole la fotografia cupa),e il finale con rivelazione del vero "mostro" è crudele come da copione.Ma il tutto resta nei limiti di un b-movie televisivo,senza guizzi particolari ne originalità nello svolgimento.E il protagonista a dispetto degli sforzi non riesce ad essere all'altezza degli antieroi avatiani dei tempi andati Capolicchio(che intepreta Don Zanini) o Lavia.
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Avati ritorna all'horror vecchio stile riprendendo buona parte dei temi che aveva affrontato nei film precedenti,dal protagonista incapace di sfuggire a un destino tragico ai lati oscuri della chiesa(cui aggiunge un discorso politico,con espliciti riferimenti alle strategie della DC negli anni'50 nei confronti dei crimini scomodi).Non mancano mestiere ed atmosfera(notevole la fotografia cupa),e il finale con rivelazione del vero "mostro" è crudele come da copione.Ma il tutto resta nei limiti di un b-movie televisivo,senza guizzi particolari ne originalità nello svolgimento.E il protagonista a dispetto degli sforzi non riesce ad essere all'altezza degli antieroi avatiani dei tempi andati Capolicchio(che intepreta Don Zanini) o Lavia.Cavina e Haber sono Gino il sagrestano e padre Amedeo.Il regista sceneggia col figlio Tommaso e il fratllo Antonio,a partire dal suo romanzo omonimo.Effetti speciali di Sergio Stivaletti e montaggio di Ivan Zuccon.
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shagrath
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domenica 8 ottobre 2023
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un gotico grottesco
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Vicenda ambientata nell'Italia delle superstizioni e dell'ignoranza rurale nell'immediato dopoguerra. La trama è di quelle turpi, coinvolge bambini assassini e un bambino deforme, istigati da una religiosità retrograda. Una specie di giallo disturbante, dove di horror c'è davvero poco. Poca tensione, poca suspance, ritmo lento e situazioni poco credibili. Molte scene sono riempitivi che servono davvero a poco (come l'intreccio tra il protagonista e l'infermiera che assiste il genitore). L'ambientazione è curata: borgate decadenti, case squallide, piante appassite, insomma la ricostruzione dell'Italia del popolino più malinconico e degradato.
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Vicenda ambientata nell'Italia delle superstizioni e dell'ignoranza rurale nell'immediato dopoguerra. La trama è di quelle turpi, coinvolge bambini assassini e un bambino deforme, istigati da una religiosità retrograda. Una specie di giallo disturbante, dove di horror c'è davvero poco. Poca tensione, poca suspance, ritmo lento e situazioni poco credibili. Molte scene sono riempitivi che servono davvero a poco (come l'intreccio tra il protagonista e l'infermiera che assiste il genitore). L'ambientazione è curata: borgate decadenti, case squallide, piante appassite, insomma la ricostruzione dell'Italia del popolino più malinconico e degradato. Forse anche troppo degradato perché passino gli intonaci scrostati e i calzini appesi nel bagno, ma lo studio dentistico rugginoso con le finestre rotte non si può vedere (manco ci fosse stata l'apocalisse zombi). La fotografia si lascia andare a filtri fotografici retrò persistenti e sbiaditi, alla lunga stucchevoli. Non manca qualche buco di sceneggiatura (un uomo muore colpito da una fucilata davanti casa, ma nessuno sente lo sparo e neppure il bambino protagonista a pochi metri che scopre il fatto solo quando praticamente ci inciampa sopra. Mmm...). Attori davvero poco ispirati, personaggi insipidi e una storia mal presentata sullo schermo. Un finale telefonato chiude un film mediocre, di cui salvo solo il l'idea di fondo, qualche scena blasfema ben girata ed il tentativo purtroppo riuscito solo in parte di inventarsi un'atmosfera gotico-padana.
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