wolvie
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domenica 21 giugno 2020
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la maratona della noia
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Ispirato ad una storia vera. Ragazza sovrappeso dalla vita trasandata: alcool, droghe leggere, sesso occasionale nei bagni dei bar, squattrinata, decide di riprendere in mano la sua vita: ripristinare la salute, il fisico e i sentimenti, preparandosi ad affrontare la maratona di New York. Il film č una commediola agrodolce, con poco sport e troppi sentimenti raccontati superficialmente, una sorta di "Bridget Jones" cattiva e antipatica che non fa neppure ridere. Tipica storia di redenzione attraverso molteplici cadute e disperazioni. Non mi appassiono a questa storia newyorkese di una trentenne che deve trovare il suo posto nel mondo. La maratona la fa lo spettatore per arrivare alla fine del film.
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mimmo
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venerdė 8 maggio 2020
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bellissimo
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Quando la forza di volonta' rende ogni traguardo possibile. Un gran bel film , bravissima la protagonista e ottima l'esordio alla regia di Paul Downs Colaizzo
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mae
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lunedė 25 novembre 2019
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corri brittany, corri!
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Alla soglia dei 30 anni Brittany è tutto fuorchè una donna della sua età.
Amante delle feste, senza un valido lavoro Brittany ingoia drink, cibo spazzatura ecc. ecc.
Ha degli amici, per così dire, che fondamentalmente non sono di aiuto alcuno se non per una ulteriore discesca nel baratro.
Gli unici da cui ottiene buoni consigli solo il Dottore e la sua vicina di casa che peraltro mal sopporta.
La maratona di New York è il suo riscatto, ma mentre perde chili di troppo e qualche fasullo amico, quello che Brittany non perde è l'autocommiserazione di sè stessa e il continuo pensare che tutti abbiano piètà di lei, anche quando si fanno in quattro per aiutarla.
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Alla soglia dei 30 anni Brittany è tutto fuorchè una donna della sua età.
Amante delle feste, senza un valido lavoro Brittany ingoia drink, cibo spazzatura ecc. ecc.
Ha degli amici, per così dire, che fondamentalmente non sono di aiuto alcuno se non per una ulteriore discesca nel baratro.
Gli unici da cui ottiene buoni consigli solo il Dottore e la sua vicina di casa che peraltro mal sopporta.
La maratona di New York è il suo riscatto, ma mentre perde chili di troppo e qualche fasullo amico, quello che Brittany non perde è l'autocommiserazione di sè stessa e il continuo pensare che tutti abbiano piètà di lei, anche quando si fanno in quattro per aiutarla.
Sarà proprio quando capirà che tutti hanno i loro problemi e che esistono persone in grado di volerle bene che Brittany raggiungerà il suo traguardo.
Film gradevole, con una protagonista non sempre nel personaggio, soprattutto nella prima parte del film, ma comunque una visione gradevole.
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jonnylogan
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venerdė 22 novembre 2019
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nati per correre
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Da una storia vera, debitamente romanzata, il regista esordiente Paul Colaizzo, con anni di sceneggiatura teatrale sulle spalle a dirigere musical di successo a Broadway, decide per la prima volta di mettersi in gioco narrando la storia della sua ex compagna di stanza, una ragazza particolarmente spensierata e con la battuta sempre pronta ma che alla soglia dei 30 anni, in preda a una crisi da Adderall si rivolge a un medico troppo zelante che invece di prescriverle il farmaco la metterà sul chi va là riguardo uno stato di salute che potrebbe velocemente degenerare nel caso la nostra protagonista non la smetta di bere drink e non inizi a prendersi maggiormente cura di un corpo con troppi chili in eccesso.
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Da una storia vera, debitamente romanzata, il regista esordiente Paul Colaizzo, con anni di sceneggiatura teatrale sulle spalle a dirigere musical di successo a Broadway, decide per la prima volta di mettersi in gioco narrando la storia della sua ex compagna di stanza, una ragazza particolarmente spensierata e con la battuta sempre pronta ma che alla soglia dei 30 anni, in preda a una crisi da Adderall si rivolge a un medico troppo zelante che invece di prescriverle il farmaco la metterà sul chi va là riguardo uno stato di salute che potrebbe velocemente degenerare nel caso la nostra protagonista non la smetta di bere drink e non inizi a prendersi maggiormente cura di un corpo con troppi chili in eccesso. La catarsi di Brittany, impersonata dall’attrice di tv - serial Jillian Bell, inizia con una presa di coscienza che, è bene dirlo, più volte abbiamo incontrato lungo il nostro percorso di fruitori. Se nel caso della sua omologa anglosassone Bridget Jones, il cambio di lavoro e le difficoltà di accettarsi erano all’ordine del giorno, ma la vera presa di coscienza non arrivava veramente mai, per Brittany Forgler la sola risposta possibile è sia guardarsi allo specchio, cercando di cambiare uno stile di vita autodistruttivo, ma anche iniziare a volersi più bene cercando di frequentare persone più giuste per la propria indole. La maratona di New York alla quale dopo un lungo anno di allenamenti la giovane Brittany vorrebbe partecipare, diventa quindi sia il simbolo di tutti gli sforzi che si devono compiere per riuscire a raggiungere i propri obiettivi e al tempo stesso anche il fine principale di una catarsi che si compie all’interno di un corpo, che si snellisce e modella, ma che con il passare del tempo pare non abbandonare quelle iniziali fragilità della protagonista. Pellicola presentata al Sundance 2019 e dal mese di Agosto disponibile sia al cinema che sulla piattaforma Video di Amazon. Da vedere se vi piacciono le storie a lieto fine ma con molte difficoltà personali d’attraversare.
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sof
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mercoledė 20 novembre 2019
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taglia perfetta non significa vita perfetta
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L'inizio sembra presentarti i soliti cliché della ragazza sovrappeso, anzi obesa, che desidera cambiare di colpo la propria vita e pensa che il peso sia la chiave di tutto (come dire, tema esplorato e stra-esplorato). Confesso di aver trovato inizialmente irritante la protagonista con il suo non voler prendere nulla sul serio ...ma poi qualcosa accade e cominci a gioire delle sue piccole vittorie, a soffrire con lei e desideri davvero che sia felice, qualunque sia il modo. Realizzi inoltre assieme alla protagonista che non è la taglia, la maratona o qualunque grandioso e singolo obiettivo a poterti rendere felice.
Insomma, un film senza pretese ma che grazie ad una sceneggiatura scorrevole e realistica e soprattutto all'interpretazione di Jillian Bell, dona allo spettatore quel qualcosa in più che non ha trovato in altri film di questo genere.
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L'inizio sembra presentarti i soliti cliché della ragazza sovrappeso, anzi obesa, che desidera cambiare di colpo la propria vita e pensa che il peso sia la chiave di tutto (come dire, tema esplorato e stra-esplorato). Confesso di aver trovato inizialmente irritante la protagonista con il suo non voler prendere nulla sul serio ...ma poi qualcosa accade e cominci a gioire delle sue piccole vittorie, a soffrire con lei e desideri davvero che sia felice, qualunque sia il modo. Realizzi inoltre assieme alla protagonista che non è la taglia, la maratona o qualunque grandioso e singolo obiettivo a poterti rendere felice.
Insomma, un film senza pretese ma che grazie ad una sceneggiatura scorrevole e realistica e soprattutto all'interpretazione di Jillian Bell, dona allo spettatore quel qualcosa in più che non ha trovato in altri film di questo genere.
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