3022

Nella seconda metà del XXII secolo la Terra ha cominciato a colonizzare altri pianeti. La prima colonia è Europa Uno, sulla terza Luna di Giove. Per raggiungerla occorre un viaggio molto lungo che comprende una sosta a metà tragitto per fare rifornimento di carburante nella stazione spaziale Pangea. Al suo interno si alterna ogni dieci anni un equipaggio di quattro persone proveniente ogni volta da una nazione diversa della Terra.
Il decennio 2190-2199 è il turno degli USA. La squadra è composta dal capitano John Laine, il suo secondo Jacquelyn “Jackie” Miller, lo psicologo Richard Valin e l’assistente Lisa Brown.
Dopo cinque anni di routine spaziale la situazione psicologica del team è seriamente compromessa, il capitano ha incubi notturni che potrebbero sfociare in episodi di violenza nei confronti di Jackie, nel frattempo divenuta sua compagna. Jackie a sua volta sente terribilmente la nostalgia di casa e della figlioletta che ha lasciato sulla Terra. L’ufficiale medico, nonché psicologo di bordo, Richard, è costretto a dichiarare tutto l’equipaggio a rischio depressione e quindi a chiedere la sua immediata sostituzione anticipata. Ma poco dopo la riunione in cui i quattro hanno discusso l’argomento, la stazione spaziale viene investita da una potente onda d’urto che la scuote con veemenza. Richard ha visto “qualcosa” sugli schermi e rimane in stato catatonico per lunghissimi attimi. Lisa invece ha battuto la testa. Solo questa situazione di pericolo estremo riesce a scuotere il medico dal suo stato di estraniamento (scopriremo che ha assistito all’esplosione della Terra!), ma ormai per Lisa non c’è più nulla da fare. La ragazza muore per un edema cerebrale fulminante, tra lo sgomento di tutti.
Comincia per i tre superstiti un periodo di profonda angoscia, dettato dalla consapevolezza di essere probabilmente tra i pochi esseri umani rimasti in vita, se non gli ultimi. Le reazioni dei singoli membri dell’equipaggio sono diverse. Richard cade nella depressione più nera e decide di suicidarsi, abbandonando Pangea per fluttuare per sempre nello spazio.
Per i due superstiti, John e Jackie, il futuro è tutt’altro che roseo. Nonostante i momenti di sconforto, però, i due si sostengono a vicenda per affrontare insieme le nuove tremende difficoltà che li attendono. Le riserve di energia, cibo acqua e ossigeno si stanno esaurendo velocemente. Jackie elabora un piano di emergenza: tramite un’esplosione controllata vuole separare le due parti che compongono Pangea, raddoppiando così i tempi di sopravvivenza. Sempreché - beninteso - tutto vada a buon fine: il rischio infatti è che salti in aria l’intera stazione spaziale.
Nel frattempo si avvicina a Pangea una navetta spaziale alla deriva. I tentativi di mettersi in contatto con qualcuno al suo interno non danno esito. Tramite una avventurosa “passeggiata nello spazio” John riesce a introdursi nella navetta. Qui trova tre persone denutrite e agonizzanti, ma ancora in vita.
Si tratta dei sopravvissuti di un equipaggio francese di cinque elementi. I tre vengono ospitati nella Stazione Spaziale. Si festeggia con balli, alcool e giochi di carte. Presto però la situazione si fa drammatica. Le risorse non bastano per tutti, né per ritornare sulla Terra (alla cui esplosione non vuole rassegnarsi Jackie) né per dirigersi verso Europa Uno... Vincent, uno dei francesi salvati, decide di uccidere gli astronauti americani, così come aveva eliminato i suoi colleghi Mark e Jean, nel tentativo di garantirsi maggiori possibilità di sopravvivenza. Le cose non vanno come previsto. Alla fine di un serrato confronto all’arma bianca, moriranno tutti i membri dell’equipaggio francese. John resterà ferito e Jackie si perderà nello spazio in seguito alla esplosione pianificata.
John resta solo. Ma non demorde. Continuerà per anni a cercare un contatto con la seconda parte della stazione spaziale, all’interno della quale non dispera di ritrovare Jackie ancora in vita. Dopo 3022 giorni da capitano della Pangea, John Raymond Laine ritrova Jackie (Jacquelyn Helen Miller) dispersa nello spazio. È ancora viva. Come la speranza, per la razza umana, di non estinguersi.
 

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