Straordinario il film di Adina Pintilie: da non perdere. Significativo che il film sia stato premiato al festival di Berlino 2018 e ignorato, se non vilipeso, dalla critica italiana. Purtroppo l'Italia è un paese sessuofobo e bigotto.
Il tema, tanto intimo, della sessualità e del corpo viene affrontato con poesia e delicatezza e al tempo stesso con lucidità e implacabile realismo. Non è facile coniugare questi approcci, ma Adina Pintilie ci riesce in maniera magistrale grazie ad inquadrature quasi sempre in primo piano e a una fotografia praticamente in bianco e nero (risultante non dalla pellicola, bensì da scelta stilistica).
Lo spettatore partecipa al percorso terapico dei due protagonisti, un uomo e una donna, due estranei che finiranno per incontrarsi.
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Straordinario il film di Adina Pintilie: da non perdere. Significativo che il film sia stato premiato al festival di Berlino 2018 e ignorato, se non vilipeso, dalla critica italiana. Purtroppo l'Italia è un paese sessuofobo e bigotto.
Il tema, tanto intimo, della sessualità e del corpo viene affrontato con poesia e delicatezza e al tempo stesso con lucidità e implacabile realismo. Non è facile coniugare questi approcci, ma Adina Pintilie ci riesce in maniera magistrale grazie ad inquadrature quasi sempre in primo piano e a una fotografia praticamente in bianco e nero (risultante non dalla pellicola, bensì da scelta stilistica).
Lo spettatore partecipa al percorso terapico dei due protagonisti, un uomo e una donna, due estranei che finiranno per incontrarsi. Entrambi anelano liberare il corpo dai blocchi psichici accumulati nel corso dell'esistenza. Esperienze e tabù, paure e ricordi vengono affrontati senza alcun giudizio morale.
Il film oscilla tra fiction, intervista e documentario in quanto la regista e la sua cinepresa compaiono a seguire e interrogare gli attori; questa tecnica usata sapientemente disperde morbosità e voyeurismo in cui il film avrebbe potuto incorrere. Il volto fremente e partecipe della giovane e talentuosa Pintilie invece ci emoziona tanto quanto quelli dei bravissimi attori. La recitazione è a tale altezza che ci assale il dubbio di visionare delle riprese dal vero.
Moltissimi sono i personaggi collaterali, e tutti intensi e commoventi. Non potrete mai più scordare la lezione offerta da Christian, giovane handicappato ridotto nel corpo a solo tronco, ma fiero di sé e della sua sessualità che vive libero da inibizioni.
Lo stile e i temi della pellicola evocano il grande e discusso Lars von Trier così come la canzone Melanconie che accompagna molte scene.
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