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                        E’ stato proiettato anche a Catania il bellissimo documentario No Pet di Davide Majocchi. Una serata davvero speciale e anche una grande occasione perché si tratta di un film che per la prima volta esplora con attenzione, professionalità e sensibilità il mondo dei cani liberi, da sempre considerati e definiti randagi, da sempre considerati soltanto una sorta di piaga sociale che deve essere estirpata. Nel documentario di Davide questi cani diventano individui che, attraverso le immagini e le spiegazioni di Michele Minunno (figura oramai divenuta basilare nel mondo della cinofilia moderna) ci danno un segnale forte che è impossibile continuare ad ignorare.Il documentario è girato con graffiante creatività e, forte della grande esperienza di Davide, ci induce a ribaltare il nostro modo di osservare i cani, ma apre conseguentemente, in modo traslato ma efficace, anche molte altre questioni (dall’antispecismo al femminismo, dell’antipsichatria alla resistenza animale) perché in gioco ci sono le grandi tematiche legate alla Liberazione.
                        [+]
 
                    
                        E’ stato proiettato anche a Catania il bellissimo documentario No Pet di Davide Majocchi. Una serata davvero speciale e anche una grande occasione perché si tratta di un film che per la prima volta esplora con attenzione, professionalità e sensibilità il mondo dei cani liberi, da sempre considerati e definiti randagi, da sempre considerati soltanto una sorta di piaga sociale che deve essere estirpata. Nel documentario di Davide questi cani diventano individui che, attraverso le immagini e le spiegazioni di Michele Minunno (figura oramai divenuta basilare nel mondo della cinofilia moderna) ci danno un segnale forte che è impossibile continuare ad ignorare.Il documentario è girato con graffiante creatività e, forte della grande esperienza di Davide, ci induce a ribaltare il nostro modo di osservare i cani, ma apre conseguentemente, in modo traslato ma efficace, anche molte altre questioni (dall’antispecismo al femminismo, dell’antipsichatria alla resistenza animale) perché in gioco ci sono le grandi tematiche legate alla Liberazione. In gioco c’è la nostra perduta capacità di osservare l’altro da sé, il diverso, la bestia come opportunità, con nuovi occhi e atteggiamenti che finalmente rifiutino la superiorità, ma anche il pietismo, il protezionismo, il moralismo e quella colonizzazione dei bisogni e degli immaginari che ci opprimono in modo sempre più stringente.
 No pet è un’occasione da non perdere perché sta circolando in sempre più piazze d’Italia coinvolgendo dal basso, scatenando dibattiti, producendo quel disturbo indispensabile a riprendere la strada di un movimento che aspira a cambiamenti forti.
 
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