giuseppe de franceschi
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martedì 11 giugno 2024
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fa riflettere
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Il film molto bello, tratta un tema molto importante, ovvero quello dei bambini orfani che per tutta l'infanzia sperano che qualcuno possa volergli, bene. Guarda caso proprio i due protagonisti, fidanzati che si occupano di ristrutturare case, decidono di adottarne uno, ma poi diventeranno 3, e poi accade di tutto e di più. in conclusione reputo il film veramente bello, con un importantissimo significato, che di sicuro sensibilizza il pubblico sull'argomento. Lo consiglio veramente.
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felicity
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sabato 18 gennaio 2020
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il processo dell'adozione con ironia e semplicità
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Instant Family è in grado di far venire i lucciconi in più occasioni mentre affronta i rapporti genitore-figlio quando la biologia lascia il posto a dinamiche familiari più complesse e confuse. La coppia affidataria di questi tre fratelli latinos e problematici deve vedersela con i mille imprevisti di questo scombiccherato nucleo familiare assemblatosi all’improvviso e con un po’ di incoscienza, ma soprattutto con i pregiudizi e la cattiveria di parenti e società riguardo le adozioni difficili.
Instant Family è capace di ricostruire passo dopo passo il processo interiore che una coppia di genitori deve affrontare per adottare un bambino. Ogni emozione che i due protagonisti provano viene descritta perfettamente, anche la più frustrante, senza però mai abbandonare quel tono leggero che è alla base del film.
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Instant Family è in grado di far venire i lucciconi in più occasioni mentre affronta i rapporti genitore-figlio quando la biologia lascia il posto a dinamiche familiari più complesse e confuse. La coppia affidataria di questi tre fratelli latinos e problematici deve vedersela con i mille imprevisti di questo scombiccherato nucleo familiare assemblatosi all’improvviso e con un po’ di incoscienza, ma soprattutto con i pregiudizi e la cattiveria di parenti e società riguardo le adozioni difficili.
Instant Family è capace di ricostruire passo dopo passo il processo interiore che una coppia di genitori deve affrontare per adottare un bambino. Ogni emozione che i due protagonisti provano viene descritta perfettamente, anche la più frustrante, senza però mai abbandonare quel tono leggero che è alla base del film. Un film quindi divertente, ma toccante allo stesso tempo, che tuttavia non scade mai nel melodramma. Una giusta via di mezzo, in grado di far affezionare lo spettatore non solo ai tre giovani protagonisti, ma soprattutto ai neo genitori che, nonostante tutti i loro difetti ed errori, risultano perfettamente in grado di gestire la situazione.
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samanta
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mercoledì 27 marzo 2019
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una famiglia melensa ...
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Il film ha la regia di Sean Anders modesto regista americano (è anche sceneggiatore) che a 51 anni ha diretto in tutto 7 film (tutti negli ultimi 14 anni tra cui Daddy's Home e il suo sequel)), il regista ha avuto l'ispirazione dal fatto che ha adottato 3 fratelli (maschi).
La trama del film è semplice: Pete (Mark Wahlberg) e Ellie (Rose Byrne) hanno un agenzia immobiliare, sono di mezza età e non hanno figli, spinti anche dai parenti piuttosto invadenti, decidono non di fare un figlio in provetta ma adottarne uno, in realtà adottano 3 fratelli una ragazza adolescente di 15 anni Lizzie (Isabela Moner 18 anni con precedenti televisivi)) e il fratellino di 8 anni e la sorellina più piccola di 5 0 6 anni, sono sudamericani.
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Il film ha la regia di Sean Anders modesto regista americano (è anche sceneggiatore) che a 51 anni ha diretto in tutto 7 film (tutti negli ultimi 14 anni tra cui Daddy's Home e il suo sequel)), il regista ha avuto l'ispirazione dal fatto che ha adottato 3 fratelli (maschi).
La trama del film è semplice: Pete (Mark Wahlberg) e Ellie (Rose Byrne) hanno un agenzia immobiliare, sono di mezza età e non hanno figli, spinti anche dai parenti piuttosto invadenti, decidono non di fare un figlio in provetta ma adottarne uno, in realtà adottano 3 fratelli una ragazza adolescente di 15 anni Lizzie (Isabela Moner 18 anni con precedenti televisivi)) e il fratellino di 8 anni e la sorellina più piccola di 5 0 6 anni, sono sudamericani. Fanno un corso obbligatorio per essere abilitati all'affidamento e poi condotti in un parco dove i bambini da adottare giocano o aspettano, i vari genitori scelgono il bambino da adottare e si parte con l'affidamento. Il film poi si dipana nelle vicende tragicomiche della convivenza e del rapporto tra i genitori affidatari che alla fine ottengono dal giudice l'adozione il che sembrava compromessa dal fatto che la madre vera (con l'aiuto di Lizzie) li voleva di nuovo, ma quando i figli stanno per andare da lei le assistenti sociali scoprono che si drogava di nuovo e quindi il giudice con l'assenso dei tre ragazzi li dà in adozione.
Purtroppo il film è un concentrato, ad alto tasso di zucchero, di luoghi comuni. Inoltre appaiono francamente imbarazzanti le modalità dell'adozione i bambini e i ragazzi in un parco con un pò di giocattoli e i genitori che vogliono l'affidamento fanno la scelta: mi pare non solo incivile e privo di un qualsiai elemento di dignità e di rispetto nei confronti degli adottandi (sembra di essere al mercato delle vacche ...), ma anche di buon senso ma che criterio di scelta è? Il film nella sua melensaggine non ci risparmia nulla, gli attori (Mark Wahlberg è un bravo attore ma appare completamente fuori parte) che recitano alternando gridi e gridolini, con le donne che invece di camminare salticchiano, le frasi sterotipate , c'é pure la solita festa del ringraziamento che finisce male ... ma perché gli americani continuano a festeggiare una cosa di cui ormai hanno perso, direi da decenni, il significato efinisce quasi sempre male (diceva Chesterton in proposito gli americani festeggiano l'arrivo dei puritani dovremmo anche noi inglesi introdurla per festeggiare la loro partenza ...).
Il film non riesce ad amalgamare i momenti comici o brillanti con i momenti drammatici risolvendosi in un buonismo infarcito da dal politically correct con rigida presenza nel corso per l'affidamento delle varie quote etniche (mancano i pellerossa ...), ovviamente con le quote miste: bianca più nero, la coppia di gay (così il figlio avra il babbo e il mammo) . Ma volete fare qualcosa di nuovo? Mettete tutte copie di colore ovvero di bianchi può succedere, così invece è come si immagina la vita il buonismo americano, però il risultato da un punto di vista cinematografico è mediocre non diverte e non fa neppure piangere si indovina non solo il finale ma anche le varie scene che si succedono. La recitazione è assolutamente mediocre del padre ho già detto, ma anche Rose Byrne che ha un discreto curriculum non usa i toni giusti probabilmente non sentiva la parte, senza contare le carenze della direzione. Mi viene il raffronto con il bel film The Blind Side ma quello è su un altro pianeta. Per concludere il film non spiega perché due persone (o una sola tra gli affidatari c'é anche una single) vogliono un figlio, c'è un pò di tutto ma alla fine non viene spiegato che la famiglia è un progetto in cui rientrano anche i figli, ma anche se non ci sono come spesso purtroppo succede si può avere una vera famiglia perché il fondamento è l'amore tra i coniugi che è preliminare a quello verso i figli.
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